emergenza

  • L'evoluzione della radio. E nelle emergenze salva anche le vite umane.

    Considerata per anni la “sorella cieca” della televisione, tecnici ed esperti di comunicazione la definiscono ancora oggi, a ragione, il “vecchio medium”. Di vecchio, però, la radio ha solo l’età anagrafica, poiché è dagli anni Venti che va in onda. Dopo l'invenzione della stampa è la prima radicale innovazione nelle comunicazioni di massa; e il suo grandissimo successo, a vario modo, si è confermato ad ogni epoca.
    In particolare da dopo il 2000, grazie al connubio con Internet, la radio diventa ancora più dinamica e vive un grande rilancio: migliora la qualità del suo segnale, sperimenta la trasmissione simultanea di un pacchetto digitale unitamente a quello analogico in FM, e nell’era attuale del web 3.0 si integra con i social network in modo più efficace di altri mezzi.
    Il suo essere uno strumento veloce e “leggero” le permette di arrivare davvero ovunque. E questo già dalle sue origini. Basti pensare alle radiocronache sull’andamento bellico dai vari fronti della Seconda guerra mondiale (1939-1943).
    Ma veniamo a nostri giorni e al caso del recentissimo terremoto nel Centro Italia. In questa circostanza la radio ha addirittura contribuito alle operazioni di salvataggio e messa in sicurezza degli abitanti dei luoghi colpiti dal sisma. Grazie al fatto che le radio frequenze sono in etere e non interrate nelle strade, come invece lo sono i cavi a fibra ottica utilizzati per le connessioni veloci a Internet, infatti, la radio ha potuto continuare a trasmettere da subito anche nelle aree più colpite e danneggiate. Non solo programmi e radiogiornali ma comunicazioni di servizio a supporto degli operatori della Protezione civile.

  • L'informazione nell'emergenza - il 22 gennaio incontro promosso da Ucsi Marche ad Arquata del Tronto

    E’ dal gennaio del 2000, anno del Giubileo, che l’Ucsi Marche ha avviato la scelta di celebrazioni regionali itineranti di San Francesco di Sales. I giornalisti marchigiani, allora, furono ospitati dalla Basilica San Nicola di Tolentino, oggi chiusa per il terremoto. Quest’anno la scelta è stata quella di tornare in una diocesi dove un incontro c’era già stato, ma in cui "era necessario tornare", per quella pagina di storia che si è aperta il 24 agosto scorso: nella diocesi di Ascoli Piceno, in un centro che, come Tolentino, ha vissuto questa amara esperienza del terremoto. Arquata del Tronto ha conosciuto una stagione di lutto e un intero centro, Pescara del Tronto, è stato cancellato dal sisma, con cinquanta vittime...

  • L'informazione nelle emergenze di protezione civile. Iniziativa dell'Ucsi Marche il 2 aprile.

    Abbiamo visto colleghi piangere, dopo la tragedia del 24 agosto, davanti ai morti e alle esistenze distrutte, azzerate. Una grande difficoltà a interpretare e narrare un evento che ha cambiato i connotati di una terra e di un popolo.

  • Media e terrorismo: l'Unesco pubblica un manuale di 'buone regole' per i giornalisti

    Noi giornalisti dobbiamo ancora imparare a fare la cosa giusta dopo un attacco terroristico e la tragedia al concerto di Manchester in cui 22 persone sono state uccise settimana scorsa è stata un’ennesima occasione di riflessione”.

  • Una doppia via d'uscita al tunnel delle 'fake news'. Il caso della comunicazione delle emergenze di protezione civile.

    Nel pieno della nuova e temuta emergenza maltempo in Toscana, a Livorno qualche burlone ritoccava il titolo on line del principale giornale, Il Tirreno, e scriveva che le scuole sarebbero state chiuse anche l’indomani. La notizia ha viaggiato a ritmo velocissimo sui social, nella mia redazione siamo stati tempestati di telefonate di genitori e studenti: ne abbiamo ricevute un centinaio in appena un’ora, siamo stati costretti a smentire tutto con fermezza e rapidità, e lo abbiamo fatto con fatica, talmente era realistico il fotomontaggio.