social network

  • 'Fare Comunità anche in Rete' Dialogo con i giovani a Firenze

    Diverse iniziative sono in programma anche in Toscana per celebrare la Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali.

  • 'Nuove regole per il diritto d'autore e la salvaguardia dei contenuti'. L'intervento del presidente della Fieg

    Il presidente della Fieg Maurizio Costa interviene ancora sul ruolo dei social network nel complesso mondo dell'informazione e sostiene che è significativo "che oggi Facebook abbia deciso di affidare a un team di giornalisti esperti il compito di dividere le notizie autorevoli da quelle di dubbia affidabilità".

  • #Facebook14 - Storie vere di uomini e donne contro le fake news

    #Facebook14 #iltemadellasettimana (commento 2) - L'articolo di Vincenzo Grienti sul compleanno di Facebook (leggi qui) rilancia anche una sfida che ci mette in discussione, in particolare per evitare le fake news.

  • 16 - S come 'Social Network'. Per il loro buon uso vale sempre il consiglio della nonna.

    Danah Boyd e Nicole Ellison, due ricercatrici statunitensi, nel 2007 “profilarono” i social network sulla base di tre elementi fondamentali: la presenza di uno “spazio virtuale”, cioè di un forum in cui l’utente può costruire un proprio profilo, renderlo pubblico e accessibile, almeno in forma parziale agli altri utenti della Rete. Altra caratteristica di un social network è la possibilità di dare vita a una lista di altri utenti con cui entrare in contatto e interagire. Infine, la terza e ultima “dote” è la possibilità di analizzare i messaggi trasmessi e le connessioni con gli altri utenti.

  • 17 - T come 'Terrore' e 'Tragedia'. E questa è stata un'altra estate difficile da raccontare.

    “T” come terrore, terrorismo, terremoto o anche più semplicemente tragedia. Nelle ultime settimane i giornalisti si sono trovati ancora una volta a raccontare fatti violenti che hanno colpito la vita di centinaia di persone. E mi pare che lo abbiano fatto - per la maggior parte - con professionalità, misura, deontologia ed etica.

  • 28/12 - 'Social Christmas'. E finalmente la rete diventa più vivibile.

    Il Natale è sempre più social. Secondo una recentissima indagine Doxa, infatti, da Natale all’Epifania almeno 8 italiani su 10 utilizzeranno i social network per condividere sulle piattaforme più note – da facebook a instagram, da twitter alle chat di whatsapp – i momenti più significativi delle festività natalizie 2017.

  • 28/12 - 'Social Christmas'. E finalmente la rete diventa più vivibile.

    Il Natale è sempre più social. Secondo una recentissima indagine Doxa, infatti, da Natale all’Epifania almeno 8 italiani su 10 utilizzeranno i social network per condividere sulle piattaforme più note – da facebook a instagram, da twitter alle chat di whatsapp – i momenti più significativi delle festività natalizie 2017.

  • AltraEstate/4 - Dimenticare web e social per un mese, ma si può?

    Sembra impossibile. Sembra un controsenso. Come fare un passo indietro nel tempo e lasciarsi trasportare da un marchingegno che va a ritroso, magari senza averne consapevolezza. Staccare per un mese da pc e social network per ritornare a vivere. Una specie di cura disintossicante, oppure una sfida nei tempi che viviamo, se volete. Eppure è possibile, basta puntare sulla forza di volontà.

  • AltraEstate/4 - Dimenticare web e social per un mese, ma si può?

    Sembra impossibile. Sembra un controsenso. Come fare un passo indietro nel tempo e lasciarsi trasportare da un marchingegno che va a ritroso, magari senza averne consapevolezza. Staccare per un mese da pc e social network per ritornare a vivere. Una specie di cura disintossicante, oppure una sfida nei tempi che viviamo, se volete. Eppure è possibile, basta puntare sulla forza di volontà.

  • Arriva il vaccino contro le notizie false

    I ricercatori dell’università di Cambridge hanno inventato un “vaccino” contro le migliaia di bufale che circolano online e sui social, notizie false che non sappiamo più distinguere da quelle vere. Si tratta di un “vaccino psicologico” spiegato sulla rivista Global Challenges...

  • Cinque lezioni che impariamo dal Rapporto 'Infosfera'. E l'urgenza dell'educazione all'utilizzo della rete e dei social.

    Il secondo rapporto Infosfera sull'universo mediatico italiano, di cui parliamo qui a lato, rivela dati impietosi sul livello di alfabetizzazione digitale, ma non solo, della popolazione italiana: solo per citare qualche numero, l'87% degli italiani reputa che i social network non offrano opportunità di apprendere notizie credibili e l'82% degli italiani non è in grado di riconoscere una notizia bufala sul web. Aumentano le patologie e le dipendenze legate a un cattivo utilizzo del web, da cui quasi l’80% degli italiani ormai attinge la totalità delle informazioni, senza però avere nella maggior parte dei casi la capacità di verificare le fonti né di approfondire una notizia prima di darla in pasto ai social network con commenti spesso impulsivi.

  • Come ricordiamo l'origine di una notizia? Influiscono l'età e l'argomento.

    Chi trova le news passando dai social o dai motori di ricerca è più propenso a ricordare la piattaforma sulla quale legge una notizia piuttosto che la testata dalla quale è stata pubblicata.

  • Come sta cambiando il giornalismo nel web. I dati di Digit 2016

    Linguaggio, social network e strumenti digitali, ma anche diritto, etica e deontologia: sono stati tanti gli argomenti affrontati a Digit 2016, appuntamento sul giornalismo digitale che si è tenuto a Prato. Tra i temi affrontati in questa edizione anche quello del rapporto tra linguaggio e digitale, in un incontro tenuto da Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana e Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca. “Il rapporto tra lingua italiana e il web non è facile – ha spiegato Marazzini – la lingua italiana infatti ha una grande tradizione letteraria e tende quindi ad essere retorica mentre i nuovi modelli di oggi richiedono velocità e semplificazione, aspetti più consoni alla lingua inglese. Noi ci stiamo abituando piano piano”. Il linguaggio del giornalismo sul web infatti dovrebbe essere chiaro, preciso coerente e semplice ha spiegato Bartoli, adattandosi così al mezzo di comunicazione e alla sempre maggiore crescita del mobile, ma senza diventare sciatto. L’uso delle parole è importante anche sul web e quindi è necessario scegliere il linguaggio con attenzione anche per evitare ad esempio di fomentare odio o di usare termini impropri, aspetto che ricade poi anche nel tema dell’etica del giornalismo.
    “Il diritto all’oblio non è legato al concetto di tempo ma all’autodeterminazione informativa della propria identità digitale – ha spiegato, inoltre, l’avvocato Deborah Bianchi, autrice del vademecum su privacy e cookies per Odg Toscana.
    A chiusura dell’incontro e’ stato presentato il II Rapporto sul Giornalismo digitale, realizzato per conto dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti dal gruppo Giornalismi. All’indagine erano state chiamate a partecipare 1300 testate locali online per definire il quadro dell’informazione locale e iperlocale in Italia. Il 54% delle testate fa informazione generalista, 42 testate hanno dichiarato di non avere alcun dipendente, 32 di averne da 1 a 6, e 5 da 10 a 30 dipendenti. Molto diffuso invece il ruolo dei collaboratori: 45 testate hanno dichiarato di avere da 1 a 5, 22 tra 6 e 10 e 12 oltre 10. Di queste per 34 si tratta di collaborazioni a titolo gratuito, 30 collaborazioni occasionali, 18 con partita iva, 9 con cessione diritti e 7 con contratti co.co.co. “Il fatto di puntare su informazione generalista non aiuta le testate locali che si trovano a dover competere con i grandi colossi dell’editoria – ha spiegato Pier Luca Santoro, esperto di marketing e comunicazione, che ha presentato i dati – Quello che emerge dalla ricerca è che la maggiore preoccupazione per queste testate è la mancanza di prospettive economiche che di fatto rischia di produrre informazione meno libera”.

  • Community a rischio 'echo chambers'

    Nella società dell’industria 4.0 sta avvenendo una rivoluzione nascosta e subdola che parte dal comportamento dei nativi digitali, adolescenti e ragazzi, che stanno su social network come Instagram e Snapchat, per arrivare agli over 40 e 50, attivi principalmente su Facebook e Twitter.

  • Comunicazione: gli scenari del futuro secondo uno studio inglese

    Droni, app, videochat di gruppo. Sono in questi ambiti le startup da tenere d'occhio secondo Reuters Institute for the Study of Journalism (che ha sede nell'Università di Oxford, nel Regno Unito, ed è finanziato dalla multinazionale dell'informazione Thomson Reuters). L'autore è Nic Newman, giornalista e digital strategist che ha lavorato per molti anni alla BBC e oggi è ricercatore dell'istituto Reuters. Il rapporto è dedicato alle previsioni e alle tendenze nel giornalismo e nel digitale nel 2017, ed è stato realizzato intervistando circa 150 tra giornalisti, editori e digital leaders nel mondo...

  • Così dilagano le fake news. Un nuovo studio americano.

    Una limitata soglia di attenzione personale e il sovraccarico di informazioni online fanno sì che le notizie false, le fake news, si diffondano in modo virale sui social network.

  • Cresce Facebook, ma oltre la metà degli utenti ha più di 35 anni

    In Italia il 53% degli utenti di Facebook ha più di 35 anni. Cresce molto la fascia di iscritti oltre i 45-55 anni e, rispetto a due anni fa, l'unica fascia di età che diminuisce è quella dei giovani fino a 18 anni in misura del 5%. E’ quanto risulta a Vincenzo Cosenza, country manager italiano del social network intervistato dall’Ansa.

  • Crescono gli investimenti pubblicitari su internet, superata la tv

    La spesa pubblicitaria globale su internet supererà quest’anno la soglia simbolica dei 200 miliardi di dollari, battendo la televisione, in crescita ma "ferma" a 192 miliardi di dollari.

  • Da profilo a testimone. Essere cristiani al tempo dei social

    Proponiamo, a poche ore dalla sua nomina alla guida ad interim della Sala Stampa Vaticana, la terza e ultima parte di una bella riflessione che Alessandro Gisotti aveva scritto per il sito dell'Ucsi. In fondo trovate anche il link alle due parti che la precedevano (ar)

  • Da profilo a testimone. Essere cristiani al tempo dei social (1)

    Una riflessione in tre puntate sull’essere cristiani al tempo dei Social, proposta da Alessandro Gisotti, vice-caporedattore della Radio Vaticana (Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede) e docente di Comunicazione alla Pontificia Università Lateranense.