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  • drag&drop - La sfida all'Ok Corral tra vecchi e nuovi media non serve a nulla

    Il web e le nuove tecnologie molto spesso negli ultimi anni sono stati percepiti come rischio anziché come opportunità di sopravvivenza per giornali, radio e televisioni. Per molti intellettuali, giornalisti ed esperti di nuovi media gli old media sono stati dati per spacciati in quella sfida all’Ok Korral con i new media. In realtà contrapporre il nuovo con il vecchio non ha fatto mai bene a nessuno, tanto meno sottolineare il concetto che “prima era meglio” rispetto alle novità e alle evoluzioni del momento. Pensiamo all'umanità e alle tradizioni che ci hanno tramandato i nostri nonni. Cosa avremmo fatto senza le nostre nonne e i nostri nonni? Le nostre madri e i nostri padri? Credo poco o niente. Grazie a loro abbiamo imparato tanto. Per il giornalismo di oggi è la stessa cosa. Senza il giornalismo professionale tradizionale gli strumenti servono a poco o niente e il web 2.0 è una bolla di sapone. Purtroppo anche nelle redazioni spesso è serpeggiata la ritrosia rispetto alle nuove tecnologie. Tutto comprensibile, ma la paura e il timore del nuovo nei primi anni della diffusione di Internet e con l’evoluzione verso il web 2.0, ha portato a frenare non pochi operatori dell’informazione. In realtà, e questo è il senso del discorso, il giornalismo tradizionale non è giunto al capolinea e le redazioni non sono e non diventeranno mai musei da far visitare ai romantici dell’informazione narrata in film come Prima Pagina di Billy Wilder o in Tutti gli uomini del Presidente di Alan J. Pakula. C’è ancora spazio e c’è ancora tempo per chi, giornalisti ed editori, questo spazio lo vogliono occupare e per quanti non vogliono perdere tempo a pensare che il web cannibalizzerà i media tradizionali. C’è chi, come Umberto Eco, ha detto che il libro digitale non farà mai scomparire la carta; c’è chi si trova d’accordo con quanto ha detto in passato Rupert Murdoch, secondo cui per salvare l’editoria nell’era del bit bisogna trovare modelli di business a pagamento per libri e giornali com’è stato fatto per la musica; c’è chi, invece, è convinto che i giornali di carta non sono sul viale del tramonto con buona pace per chi li vuole vedere morti. Infine c’è chi ritiene che con un pizzico di intelligenza si possa raggiungere una situazione ibrida dove l’informazione e il giornalismo professionale continueranno a produrre notizie, approfondimenti, inchieste e reportage di qualità e che grazie a un cambio di mentalità all’interno delle redazioni si possa raggiungere una fase nuova: quella della convergenza cooperativa dei contenuti multi-piattaforma, della partecipazione collaborativa tra le redazioni, dell’integrazione tra media nuovi e tradizionali dove quest’ultimi, grazie alla forza degli strumenti e dell’innovazione tecnologica, amplificheranno i contenuti di qualità prodotti da un giornalismo rispettoso delle regole etiche e deontologiche che sono da sempre alla base di chi fa informazione in Italia, in Europa e nel mondo.