giovani,

  • Il rischio di perdere un'intera generazione di giornalisti

    Ha detto Piero Angela, durante la cerimonia del Premio Ciampi a Castiglioncello, che "la libertà del giornalista dipende dalla sua indipendenza”. Vero, certamente. Questo è uno dei fondamenti della nostra professione.

  • Il ruolo dei giornalisti (anche i più giovani) nell'era dei social

    A Firenze, organizzato dall’Ufficio per le Comunicazioni Sociali, si è svolto il 29 maggio un confronto tra due giovani e Paolo Ruffini, prefetto del dicastero vaticano della comunicazione. Riportiamo in maniera pressoché integrale gli interventi dei due giovani. Uno è Andrea Cuminatto, giornalista e consigliere nazionale dell’Ucsi, l’altra è Martina Ricci, giovane studentessa universitaria che racconta l’esperienza ‘comunicativa’ fatta con il gruppo della ‘pastorale giovanile’ dell’arcidiocesi di Firenze. Il confronto è stato condotto da Andrea Fagioli (Toscana Oggi).

  • JOlab 3 / Il giornalismo che 'racconta' volontariato e terzo settore, l'incontro dei giovani con Paola Springhetti

    La sfida di fare informazione sociale e riuscire a comunicare le tante sfumature del terzo settore italiano.

  • L'impegno di 'rovesciare l'ordine delle notizie'. Per fare vero servizio pubblico

    Il cronista di ‘nera’ sa benissimo che i fatti di droga ormai sono relegati nelle ‘brevi’ del giornale o in posizione bassa nelle scalette dei telegiornali.

  • L'inquinamento dell'informazione, secondo un esperto, ci trasforma in 'inforg'

    La rivoluzione dell’informazione è ormai arrivata alle masse. E l’impatto è tale da mutare la concezione stessa dell’umano. Luciano Floridi, filosofo dell’Oxford Internet Institute e Chairman del Data Ethics Group dell'Alan Turing Institute, tra i massimi esperti della materia al mondo, lo teorizza da anni: siamo “inforg”, cioè “esseri viventi intesi come entità composte di informazione”....

  • La sostenibilità economica ed etica dell'informazione in rete. Convegno a Roma il 29 maggio.

    La crisi economica e il precariato non risparmiano nessuna categoria, neanche quella dei giornalisti.

  • La speranza negli occhi della lost generation. Cent'anni dopo - #raccontarelasperanza

    I giovani a vent’anni hanno il sentiero del futuro che si allunga davanti ai loro occhi, oltre l’orizzonte. Non possono essere certi della lunghezza complessiva del sentiero, ma la loro generazione è portata naturalmente a coltivare il sentimento della speranza. La domanda è: che genere di speranza?

  • La troppa dipendenza dai social diventa una minaccia potenziale alla salute dei giovani

    Siete social-dipendenti? Allora questa nuova ricerca non porta buone notizie. La Royal Society for Public Health ha svolto un’indagine su un campione di 1479 giovani fra i 14 e i 24 anni ed ha scoperto che i social porterebbero molti effetti negativi sulla nostra salute psicologica.

  • Le frequenze giuste per parlare di pace ai giovani (e con i giovani)

    Informazione e guerra. L’anno scorso, il 18 marzo (rivedi qui tutto il confronto in streaming), a poco più di tre settimane dall’attacco russo in Ucraina, l’Ucsi aveva messo attorno a un tavolo virtuale giornalisti, inviati, Fnsi, Usigrai, Ordine dei giornalisti, articolo 21, il direttore della rivista Ucraina Skynia e tanti altri amici, per capire insieme come esercitare questa responsabilità in un contesto cosí complesso. Ad Assisi, in queste ore, tanta gente, per gridare il no a una guerra che ci sta annientando in tutti i sensi. La mattina della marcia notturna, un seminario con molti dei testimoni già presenti il 18 marzo.

  • Le informazioni dei giovani passano sempre più attraverso la rete. I dati di una nuova ricerca.

    Gli studenti universitari guardano sempre meno TV: emerge da una ricerca di “Pubblicità Progresso” e Assirm. Meno della metà ne fruisce quotidianamente, mentre una vasta maggioranza (82,3%) la guarda solo una volta la settimana. Film (75,5%) e serie tv (69,2%) sono i contenuti preferiti dal panel intervistato. News e telegiornali si posizionano invece al terzo posto.

  • Matera, la bussola e la rotta. Un anno dopo (secondo un giovane)

    A un anno dal congresso Ucsi di Matera riparlarne è opportuno e utile. Non per il gusto di rinfrescare la memoria o per esercizio di stile ma per verificare la rotta di una nave, quella dell'Ucsi e più in generale del giornalismo, che in quel congresso si è munita di mappa, bussola e speranza...

  • Noi Giovani Ucsi - cosa ci aspettiamo dopo la Scuola di Assisi

    Nel filmato che trovate nel canale UcsiTV di YouTube, e che per ora è anche in fondo alla nostra home page, sono contenute le testimonianze di alcuni giovani giornalisti che hanno partecipato alla Scuola di Formazione dell'Ucsi ad Assisi Le loro impressioni erano state raccolte anche da Mauro Donateo per un breve articolo a cui vi rimandiamo con il link http://www.ucsi.it/news/eventi/8288-assisi,-una-boccata-di-ossigeno-per-tanti-giovani-giornalisti.html
    Quello che pensano e dicono questi ragazzi, che operano in condizioni lavorative diverse e in città spesso molto distanti l’una dall’altra, è certamente uno stimolo per l’intera associazione. E contribuirà ad indicarci una strada per il futuro.

  • Raccontare (e vivere) la gioia della Pasqua nella nostra professione, difficile soprattutto per i più giovani

    Ad alcuni giovani giornalisti dell'Ucsi (di Marche, Campania e Liguria) abbiamo chiesto di scrivere qualche pensiero sul 'Racconto giornalistico della Pasqua', che parta dall'esperienza concreta e difficile di una professione che sempre più spesso non è 'a misura di giovani' (a.r.)

  • Raccontare (e vivere) la gioia della Pasqua nella nostra professione, difficile soprattutto per i più giovani

    Ad alcuni giovani giornalisti dell'Ucsi (di Marche, Campania e Liguria) abbiamo chiesto di scrivere qualche pensiero sul 'Racconto giornalistico della Pasqua', che parta dall'esperienza concreta e difficile di una professione che sempre più spesso non è 'a misura di giovani' (a.r.)

  • Sei pensieri dei nostri giovani sul tema della Giornata delle Comunicazioni Sociali

    Abbiamo chiesto ad alcuni giovani giornalisti dell’Ucsi di interpretare con le loro parole e con la loro sensibilità il tema di questa Giornata delle Comunicazioni Sociali. Vi offriamo questi spunti, interessanti, per una ulteriore riflessione da condividere insieme, sia all’interno dell’associazione che fuori (ar).

    “La nostra macina” (di Michela Di Trani)
    Papa Francesco invita i giornalisti a macinare grano buono per produrre ogni giorno pane fragrante. È l’ennesimo invito a scegliere la logica evangelica della “buona notizia” . Così la persona diventa il centro della notizia. Stimola i comunicatori a intendere il proprio lavoro come se fosse un servizio per il prossimo. “Prossimo” inteso come fratello oppure come bambino, e non un consumatore da sorprendere o accattivare. L’attesa dunque è di una comunicazione che forma. Che sia rivolta alla ricerca costante della verità, che non sia manipolata e subordinata agli interessi di terzi o degli indici di ascolto, che trasmetta messaggi di vita, fiducia e speranza nel prossimo e nel futuro. Il giornalista infine resta sempre un filtro che con responsabilità pesa le notizie, le verifica. Le pubblica dopo averle separate dalla zizzania.
    (Michela Di Trani)

    “Buone notizie vuol dire anche buoni comunicatori” (di Fabio Figara)
    Ricercare e offrire buone notizie, "pane fragrante e buono" per un'informazione "positiva": è un invito forte, la richiesta di prendersi carico di un impegno, quasi vincolante, che riguarda non solo tutti gli operatori dell'informazione, ma soprattutto coloro che vogliono seguire il Vangelo, in ogni aspetto della vita. La tecnologia ha permesso lo sviluppo dei mezzi di comunicazione, e chiunque può esprimere convinzioni e idee, pur senza possedere strumenti concettuali adeguati, manifestando troppo spesso mancanza di rispetto verso persone e situazioni, o veicolando informazioni false: proprio per questo il ruolo del "buon" comunicatore è fondamentale, permettendo così una giusta visione della realtà.
    (Fabio Figara)

    “La speranza è come il lievito” (di Linda Losi)
    Attentato a Manchester con morti e feriti. L’ennesimo drammatico naufragio di migranti nel canale di Sicilia. Guerre, terrorismo, violenze. Quant’è difficile “comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo”. Ma compito del giornalista è anche questo. Non farsi scoraggiare dalla zizzania che sembra prevalere e individuare, con pazienza e fiducia, il grano della buona notizia. Per offrire ai lettori il pane della buona informazione. E per ottenere un pane fragrante è necessario che ognuno, nel cucinare la notizia, sappia aggiungere all’impasto l’ingrediente fondamentale della speranza, “simile al lievito che fa fermentare tutta la pasta”.
    (Linda Losi)

    “Il mio lavoro è quello che sono” (di Benedetta Grendene)
    “Grazie Papa Francesco”: ora più che mai avevamo bisogno di sentire proprio queste parole, come un faro sempre acceso che illumina la nostra vita e ridona vigore alla nostra professione, con tutto il carico di responsabilità che la accompagna. “Non temere, perché io sono con te”: è questo il punto fermo da cui partire senza dimenticare che incontrare l’altro e la sua umanità significa essere consapevoli che Dio è con noi e non ci lascia soli, ma entra nella storia annunciando anche nelle circostanze più drammatiche l’inesorabile positività del reale.
    La provocazione e la sfida più grande per me giovane giornalista è capire che vita e lavoro sono inscindibili: comunicare speranza implica in primo luogo testimoniare che Cristo è vivo e presente anche nella mia vita. Difficile pensare di poter comunicare la Bellezza e l’inesorabile positività del reale se prima non sperimento e non vivo questa Bellezza nella mia vita: qui si gioca tutta l'onestà intellettuale e morale verso me stesso e verso il destinatario del mio messaggio.

    “Provare ad andare controcorrente” (di Andrea Cuminatto)
    Il Papa ci invita ad offrire narrazioni contrassegnate dalla logica della Buona Notizia. Non è facile: sia perché le buone notizie fanno meno audience delle cattive, sia perché fra gli uomini e le donne del nostro tempo, scoraggiati e assuefatti dalla negatività di questa società, ci siamo anche noi comunicatori. Siamo chiamati a fare un passo controcorrente, a rinunciare forse ad alcuni apparenti successi lavorativi quotidiani per perseguire la via della verità: essere testimoni della nostra cristianità nel lavoro di ogni giorno.

    “Rovesciare l’agenda mediatica” (di Mario Agostino)
    Il messaggio del Papa ci conferma in una continua missione fondata nella speranza cristiana, votata a cambiare certi nocivi presunti dogmi della comunicazione: è spesso evidente una sorta di prassi a concentrare sulle “cattive notizie” l'agenda mediatica, che certo fa capo a qualcuno e non nasce spontanea. Impensabile affermare di combattere malumore e rassegnazione, sfiducia e assenza di prospettiva lungimirante, se poi per primi noi operatori della comunicazione non siamo convertitori di speranza e veicoli di "buona notizia", in coerenza con la speranza evangelica che ci ispira, laicamente nello stile ma cristianamente nei principi. Una sfida quotidiana, che Papa Francesco dettaglia con il suo consueto stile pastorale da imitare.

  • Sinodo/1 - 'Il mio viaggio tra i giovani coetanei e le loro storie così diverse'

    Sinodo sui Giovani/1 - Giovani giornalisti raccontano per il nostro sito come vedono e vivono la realtà dei loro stessi coetanei. Alberto Galimberti ha scritto "E'una chiesa per giovani?"(ed. Ancora, 2018), e noi gli abbiamo chiesto un piccolo contributo (ar)

  • Solo un giovane su dieci si fida dei giornalisti. Il rapporto del Centro 'La Torre'

    Il Centro Studio Pio La Torre presenta oggi, 30 aprile, un’indagine tra i giovani sulla percezione che i giovani hanno della mafia.

  • Un nuovo filmato dei giovani Ucsi: come cambia il giornalismo dopo la pandemia?

    La condivisione di idee porta sempre buoni frutti. E alcuni giovani giornalisti dell’Ucsi stanno dando corpo e gambe ad un piccolo ma ambizioso progetto della nostra associazione. Quello di renderli protagonisti, anche nella riflessione pubblica sui temi del giornalismo e della comunicazione.

  • Una priorità per il 2017. Le prime cinque idee dei giovani Ucsi.

    Abbiamo chiesto ad alcuni dei giovani della nostra associazione di indicarci, dal loro punto di vista, alcune priorità per il giornalismo e la comunicazione in questo 2017 che è appena cominciato...