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  • Forum Bambini e Mass Media - Dalla falsità alla felicità: quando la pubblicità è etica!

    “La rivoluzione, diceva Salvador Allende, non si fa per vivere più a lungo, ma per essere felici”. E alla felicità, soprattutto dei bambini e degli adolescenti, guarda il Forum Bambini e Mass Media che venerdì 4 novembre, nella sala consiliare dell’Ex Palazzo della Provincia di Bari gremita nell’occasione anche da 16 delegazioni scolastiche, ha promosso la seconda assemblea nazionale dal titolo “Una pubblicità non invasiva in una comunicazione che forma”. Per raggiungerla, la felicità, non occorre solo la corresponsabilità quotidiana delle istituzioni o delle principali agenzie educative come la famiglia e la scuola, ma anche, soprattutto, che tutti i soggetti sociali coinvolti nei processi pedagogici e formativi delle più giovani generazioni, mediante una comunicazione più rispettosa della diversità umana e delle diffuse sensibilità, assumano un linguaggio alimentato dalla verità e dalla libertà.



    Assumere questo nuovo paradigma significa, nella rivalorizzazione della cultura della relazione, mettere al centro del nostro sistema sociale la persona, non nella sua dimensione economica, ma etica. “La nostra è una rivoluzione culturale – ha dichiarato il portavoce del Forum, Enzo Quarto – perché da un lato riteniamo di dover agire sulla comunicazione perché non veicoli più la menzogna che produce consumatori inconsapevoli vittime delle logiche del mercato, ma dall’altro, con la collaborazione di medici e docenti e giornalisti e amministratori pubblici, di dover accompagnare soprattutto i bambini e gli adolescenti nel loro percorso di crescita perché siano in grado di sviluppare una propria capacità critica per interpretare correttamente i messaggi pubblicitari”.
    E della corrispondenza biunivoca che sussiste tra i comportamenti e i ragionamenti ha parlato la ricercatrice in Neuroscienze dell’Università di Bari, Maria Fara Decaro. “Il nostro cervello – ha rivelato la studiosa – ha diverse aree, ciascuna delle quali è responsabile delle nostre riflessioni e azioni. In particolare, la pubblicità stimola tre reazioni: attenzione, memorizzazione ed emozione. Lo psicologo svizzero Jean Piaget, del resto, parlava di “sviluppo cognitivo”: i bambini rispetto agli adulti non hanno sulla base degli input che ricevono la giusta criticità per interpretarli risultando, conseguentemente, più fragili e più suggestionabili”.
    Ancor più quando – come ha ricordato il presidente del Corecom Puglia, Felice Blasi – “per la presenza sempre più invasiva dei social network, i bambini e le bambine rischiano di perdere i propri punti di riferimento reali sostituendoli con altri virtuali, non trascurando come, in questa delicata e complessa fase di transizione in un mondo che cambia molto rapidamente, stia cambiando, non in meglio, anche il linguaggio che riverbera gli effetti negativi dell’affollamento pubblicitario, tra i quali anche quello del depotenziamento del principio di riconoscibilità”. Diventano, pertanto, sempre più fondamentali tutti quei progetti scolastici di sensibilizzazione e di formazione per favorire la genesi di un maturo processo di consapevolezza critica per i bambini e le bambine.
    Tanto più in un Paese – ha raccontato con una certa preoccupazione il segretario della Consulta Nazionale Antiusura, Monsignor Alberto D’Urso – “nel quale a pochissime centinaia di metri dalle scuole stanno proliferando, nell’indifferenza delle istituzioni locali e nazionali, a parte pochissime eccezioni, sale da gioco e centri scommesse che sempre più spesso ospitano fruitori sempre più giovani che tentano la fortuna. Stiamo crescendo una generazione di ludopatici devastati dall’azzardo. È gravissimo, conseguentemente, per l’importanza data al calcio dalle più giovani generazioni e per il carattere emulativo esibito dalle stesse nei confronti dei calciatori della Nazionale che la Figc sia oggi sponsorizzata da un’agenzia come Intralot”.
    L’appello ai giornalisti è chiaro: non si dia sempre e soltanto spazio ai pochi, pochissimi, che raramente vincono, trascurando i tanti, tantissimi, che quotidianamente perdono decine, se non centinaia, di migliaia di euro. Con conseguenze, sempre più spesso, proprio sull’integrità dei bambini che si trovano a vivere in famiglie distrutte da questo cancro sociale. A porre maggiore attenzione a questi adolescenti che crescono con tali esempi. Nella volontà, dopo questa giornata positiva e propositiva, di animare sempre più pragmaticamente e umanamente l’ultimo fondamentale principio della Lettera di Bari: “.. abbiamo bisogno che nel tam tam mediatico e crossmediale i bambini e gli adolescenti siano la stella polare del linguaggio che si usa, perché sono fruitori-protagonisti come gli altri (se non più degli altri) e hanno diritto a conoscere, capire, interpretare, essere educati e formati ad essere cittadini del mondo, giusti e veri”.