Per il giornalismo italiano (ma anche internazionale) quella che stiamo vivendo è una fase di grandi riflessioni, di non secondari tormenti, di assillanti domande. Insomma ci si interroga con tante incertezze ma siamo tuttavia stimolati dalla percezione (un po’ più della mera speranza) che il domani potrebbe essere meno terribile di quanto oggi si possa temere.