ParoladelNatale

  • Mettiamo il #coraggio tra i desideri di questo Natale

    C’è una parola, la #paroladelNatale, che più di altre mi interroga in profondità. In traslucenza – come una luce che vi passa attraverso in modo diffuso – la vedo chiaramente dentro la grotta, negli occhi di Maria e Giuseppe, nel passo deciso dei pastori, nella lungimiranza dei Magi e la percepisco nel canto sublime degli angeli. È il coraggio.

  • Mettiamo il #coraggio tra i desideri di questo Natale

    C’è una parola, la #paroladelNatale, che più di altre mi interroga in profondità. In traslucenza – come una luce che vi passa attraverso in modo diffuso – la vedo chiaramente dentro la grotta, negli occhi di Maria e Giuseppe, nel passo deciso dei pastori, nella lungimiranza dei Magi e la percepisco nel canto sublime degli angeli. È il coraggio.

  • Natale, il #terremoto delle nostre coscienze

    Quando arriva la mail di Antonello che, per il sito UCSI, propone di sviluppare un pensiero sul Natale partendo da una parola, ho appena acceso il telefonino. Ho dunque saputo che nella notte, qui vicino, c’è stato un terremoto (9 dicembre 2019, ndr). Una scossa forte – epicentro Mugello – avvertita da tanta gente mentre ero fra i pochi, dormendo alla grande, a non averla sentito. Eccola, la parola per il Riccelli. Sarà “terremoto”. Un terremoto dell'anima e della coscienza, certamente, che niente ha a che fare con quelli disastrosi che ancora provocano dolore e disagi in tante parti d'Italia.

  • Natale, il #terremoto delle nostre coscienze

    Quando arriva la mail di Antonello che, per il sito UCSI, propone di sviluppare un pensiero sul Natale partendo da una parola, ho appena acceso il telefonino. Ho dunque saputo che nella notte, qui vicino, c’è stato un terremoto (9 dicembre 2019, ndr). Una scossa forte – epicentro Mugello – avvertita da tanta gente mentre ero fra i pochi, dormendo alla grande, a non averla sentito. Eccola, la parola per il Riccelli. Sarà “terremoto”. Un terremoto dell'anima e della coscienza, certamente, che niente ha a che fare con quelli disastrosi che ancora provocano dolore e disagi in tante parti d'Italia.

  • Nel presepe il significato dell'essere #social

    Mentre riponiamo i presepi nelle nostre case, riproponiamo oggi un bell'articolo che Vincenzo Grienti, giornalista ed esperto di comunicazione digitale, ha scritto qualche tempo fa per la nostra rivista Desk.

  • Nel presepe il vero significato dell'essere #social

    Nonostante la rappresentazione del presepe possa sembrare statica o tendenzialmente dinamica, quel momento storico che ogni anno viene riprodotto nelle nostre case, nei luoghi di lavoro e negli spazi pubblici è un luogo di condivisione e interazione. E’ un ambiente “social” nel senso e nel significato reale del termine. Non “social” come sinonimo di conoscenza e competenza degli strumenti e delle nuove tecnologie del 3.0, non modo elegante per definire “smanettone” una persona, un professionista, un giovane adulto o nativo digitale, ma “social” nel senso di capacità di ogni individuo di vivere pienamente la socialità, ossia la tendenza delle persone alla convivenza sociale.

  • Quacchio '60. Il #dono di Natale

    Il percorso non era esattamente corto. La sua abitazione, infatti, rappresentava il confine della parrocchia a un tiro di schioppo dal vecchio ponte di San Giorgio. Ma fu bello uscire di casa con i genitori e il fratellino coperti fino alla radice dei capelli perché il freddo, quella notte di Natale, era intenso e il Volano ghiacciato: così l’aveva visto il giorno prima aprendo il portoncino del muro di cinta del piazzale della vetreria e aveva sbirciato sull’argine del fiume.

  • Quacchio '60. Il #dono di Natale

    Il percorso non era esattamente corto. La sua abitazione, infatti, rappresentava il confine della parrocchia a un tiro di schioppo dal vecchio ponte di San Giorgio. Ma fu bello uscire di casa con i genitori e il fratellino coperti fino alla radice dei capelli perché il freddo, quella notte di Natale, era intenso e il Volano ghiacciato: così l’aveva visto il giorno prima aprendo il portoncino del muro di cinta del piazzale della vetreria e aveva sbirciato sull’argine del fiume.

  • Quel #faro che un giornalista ha aiutato di nuovo a far splendere

    La mia #ParoladelNatale, quest’anno, è #faro. Faro come quel fascio di luce azzurra che si é stagliato nella notte del primo anniversario della tragedia di Corinaldo, in piazza del Terreno, nella quale chiunque, nelle lunghe ore che hanno accompagnato la città verso l’alba, ha potuto lasciare una preghiera, una parola, un pensiero, un ricordo.

  • Quel #faro che un giornalista ha aiutato di nuovo a far splendere

    La mia #ParoladelNatale, quest’anno, è #faro. Faro come quel fascio di luce azzurra che si é stagliato nella notte del primo anniversario della tragedia di Corinaldo, in piazza del Terreno, nella quale chiunque, nelle lunghe ore che hanno accompagnato la città verso l’alba, ha potuto lasciare una preghiera, una parola, un pensiero, un ricordo.

  • Quell'#oro che dovremmo portare in dono anche noi

    Un manto di luci e colori avvolge le nostre città durante le festività natalizie, mentre siamo distratti da molti impegni e dalla frenesia degli acquisti, per offrire regali a parenti oppure ad amici, dimenticando che ciò che si dona, e il modo in cui si offre, racchiudono sempre un significato profondo, per instaurare o approfondire una relazione con gli altri.

  • Quell'oro che dovremmo portare in dono anche noi

    Un manto di luci e colori avvolge le nostre città durante le festività natalizie, mentre siamo distratti da molti impegni e dalla frenesia degli acquisti, per offrire regali a parenti oppure ad amici, dimenticando che ciò che si dona, e il modo in cui si offre, racchiudono sempre un significato profondo, per instaurare o approfondire una relazione con gli altri.

  • Rallentare, #meditare...

    Il tempo ancora non sfuoca i ricordi di un avventuroso viaggio di lavoro in Brasile e Bolivia. Un viaggio durato oltre due mesi, nell’estate del 2001, per documentare alcuni progetti realizzati dalla Chiesa italiana con i fondi dell’otto per mille. Il pensiero torna spesso alla giornata più lunga trascorsa sulle alture boliviane, tra Cochabamba e Sucre, lungo una strada sterrata e tortuosa.

  • Rallentare, #meditare...

    Il tempo ancora non sfuoca i ricordi di un avventuroso viaggio di lavoro in Brasile e Bolivia. Un viaggio durato oltre due mesi, nell’estate del 2001, per documentare alcuni progetti realizzati dalla Chiesa italiana con i fondi dell’otto per mille. Il pensiero torna spesso alla giornata più lunga trascorsa sulle alture boliviane, tra Cochabamba e Sucre, lungo una strada sterrata e tortuosa.