pandemia

  • La tempesta, la preghiera, la speranza

    Solo, in una piazza San Pietro deserta, sotto la pioggia, all’ombra della sera. Le straordinarie immagini del Papa che riflette e prega per la fine della pandemia hanno subito fatto il giro del mondo e hanno interpellato anche tutti gli operatori dell’informazione che da settimane ormai raccontano il dramma del Coronavirus. La televisione e i mezzi di comunicazione hanno portato lì la nostra umanità connessa.

  • Le ragioni laiche della risurrezione, nel tempo che viviamo

    di Francesco Occhetta (2020)

    Da quando la cultura ha affermato che “Dio è morto”, la parola “risurrezione” si utilizza sempre di meno nel vocabolario pubblico. Se va bene, ci si limita a sussurrarla. Se va male, la si confonde con la reincarnazione.

  • Media e pandemia. il nuovo report dei cronisti lombardi

    Presentata la seconda edizione del 'Milano Press report 2020', realizzato dal gruppo cronisti lombardi dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti, è patrocinato dall'Fnsi e dall'Unci, l'Unione nazionale dei Cronisti.

  • Messaggio dei vescovi alle comunità cristiane in tempo di pandemia

    Fratelli e sorelle,
    vorremmo accostarci a ciascuno di voi e rivolgervi con grande affetto una parola di speranza e di consolazione in questo tempo che rattrista i cuori. Viviamo una fase complessa della storia mondiale, che può anche essere letta come una rottura rispetto al passato, per avere un disegno nuovo, più umano, sul futuro. «Perché peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi» (Papa Francesco, Omelia nella Solennità di Pentecoste, 31 maggio 2020).

    Ai componenti della Comunità cristiana cattolica, alle sorelle e ai fratelli cre- denti di altre Confessioni cristiane e di tutte le religioni, alle donne e agli uomini tutti di buona volontà, con Paolo ripetiamo: «Siate lieti nella speranza, costanti nella tribo- lazione, perseveranti nella preghiera» (Rm 12,12).

    Inviamo questo messaggio mentre ci troviamo nel pieno della nuova ondata planetaria di contagi da Covid-19, dopo quella della scorsa primavera. L’Italia, insie- me a molti altri Paesi, sta affrontando grandi limitazioni nella vita ordinaria della po- polazione e sperimentando effetti preoccupanti a livello personale, sociale, economi- co e finanziario. Le Chiese in Italia stanno dando il loro contributo per il bene dei territori, collaborando con tutte le Istituzioni, nella convinzione che l’emergenza ri- chieda senso di responsabilità e di unità: confortati dal magistero di Papa Francesco, siamo certi che per il bene comune occorra continuare in questa linea di dialogo co- stante e serio.

  • Nell'anno orribile della pubblicità, il mese di dicembre segna un'inversione di tendenza

    Timidi segnali di ripresa del mercato pubblicitario in Italia, nell’ultimo mese dell’anno. L’incremento mensile, rispetto al dicembre 2019, è del 3,8% ma certo non basta a riequilibrare le perdite che si attestano, su base annuale, all’11%.

  • Noi, la pandemia e la Rete. Come siamo cambiati oggi in Italia

    Tre ore al giorno su internet. La pandemia ha cambiato le abitudini degli italiani.

  • Obbligo del vaccino per i giornalisti? Il dibattito è aperto

    Obbligo dei vaccini anche per altre categorie di professionisti? Il dibattito è aperto, anche per i giornalistui.

  • Pandemia, il Papa prega per gli operatori dei mezzi di comunicazione

    Il Papa, nella celebrazione di oggi 6 maggio a Santa Marta, è tornato a pregare per gli operatori della comunicazione. "Preghiamo oggi per gli uomini e le donne che lavorano nei mezzi di comunicazione. In questo tempo di pandemia rischiano tanto e il lavoro è tanto. Che il Signore li aiuti in questo lavoro di trasmissione, sempre, della verità".

  • Più audience di canali all news, tg delle tv locali e siti istituzionali. Il cambiamento delle scelte degli italiani

    La pandemia rivoluziona la dieta mediatica degli italiani. Aumentano gli ascolti delle tv ‘all news’, delle tv locali e crescono anche gli utenti dei siti istituzionali.

  • Quando il giornalismo è davvero social / 2

    Tempi, modi, processi e abitudini di giornalisti, operatori dell'informazione e della comunicazione sono stati messi a dura prova durante il periodo di emergenza sanitaria per via del Covid-19. La "chiusura" ha chiamato tutti ad affrontare questo tempo sospeso sperimentando tecniche nuove e strumenti diversi.

  • Televisione e giornali sono i mezzi più utilizzati per informarsi sulla pandemia

    La televisione è Il mezzo d’informazione più utilizzato dagli italiani per informarsi, anche (o soprattutto) sulla pandemia.

  • Tre proposte per raccontare le troppe povertà di oggi

    Questo povero grida e il Signore lo ascolta”, recita il Salmo 34 che Papa Francesco richiamava già nel messaggio per la prima Giornata mondiale dei poveri, uno dei ‘frutti’ del Giubileo della Misericordia. Era il 2017, quattro anni fa. Nel mezzo c’è stata anche la pandemia, acceleratore drammatico di disuguaglianze e moltiplicatore di sofferenze.

  • Un antivirus contro le bufale - #ioinformo

    Le fake news, o meglio, le bufale, sono come i virus informatici, i malware o le operazioni di phishing. Si insinuano sia in tempo di pace che di guerra, così come nelle situazioni d’emergenza tipo quella in cui è piombato il mondo con il Coronavirus. La professione giornalistica è messa a dura prova e viene richiesta una capacità e una competenza che va al di là della conoscenza degli strumenti digitali. Tutti quotidianamente siamo raggiunti da alert, notifiche e Meme, ossia contenuti divertenti o satirici che vengono diffusi in Rete o tramite chat sotto forma di immagini, video, foto o anche frasi con l’obiettivo di rimanere, appunto, “memorabili”.

  • Un antivirus contro le bufale - #ioinformo

    Le fake news, o meglio, le bufale, sono come i virus informatici, i malware o le operazioni di phishing. Si insinuano sia in tempo di pace che di guerra, così come nelle situazioni d’emergenza tipo quella in cui è piombato il mondo con il Coronavirus. La professione giornalistica è messa a dura prova e viene richiesta una capacità e una competenza che va al di là della conoscenza degli strumenti digitali. Tutti quotidianamente siamo raggiunti da alert, notifiche e Meme, ossia contenuti divertenti o satirici che vengono diffusi in Rete o tramite chat sotto forma di immagini, video, foto o anche frasi con l’obiettivo di rimanere, appunto, “memorabili”.

  • Un nuovo filmato dei giovani Ucsi: come cambia il giornalismo dopo la pandemia?

    La condivisione di idee porta sempre buoni frutti. E alcuni giovani giornalisti dell’Ucsi stanno dando corpo e gambe ad un piccolo ma ambizioso progetto della nostra associazione. Quello di renderli protagonisti, anche nella riflessione pubblica sui temi del giornalismo e della comunicazione.