bullismo

  • 'Sono soli e persi, non chiamateli bulli'. Le parole di Federico Bianchi di Castelbianco

    A margine del convegno abbiamo intervistato lo psicologo e psicoterapeuta dell’età evolutiva Federico Bianchi di Castelbianco per comprendere i reali meccanismi che scatenano la violenza negli adolescenti.

  • Bullismi in rete, convegno dell'Ucsi Lazio giovedì 25 ottobre

    Si discute di “bullismi in rete”, nel convegno che si svolgerà a Roma, alLiceo Seneca (via F. Albergotti, 35), giovedì 25 ottobre dalle 9.00 alle 13.30.

  • Bullismi in rete, un incontro tra educazione e corretta informazione. Lo ha promosso, a Roma, l'Ucsi Lazio

    Diventare “Vite senza soggetto”. È questo il rischio più grande che corrono le nuove generazioni di ‘nativi digitali’, sempre più esposte agli schermi di smartphone e computer, avvolte dalla rete del web all’interno della quale il bullismo si propaga.

  • Cyberbullismo: i primi commenti alla nuova legge.

    Via libera all’unanimità, alla Camera dei Deputati, alla legge contro il cyberbullismo.
    Il testo resta lo stesso già adottato dal Senato nel gennaio scorso e (rispetto anche alla bozze precedenti) punta a valorizzare molto l’opera di prevenzione del fenomeno.

  • I nuovi (preoccupanti) dati su bullismo e cyberbullismo

    I minori vittime di bullismo nella vita reale, o che qualche volta abbiano subito prepotenze, sono oggi il 54%. Erano il 44% nel 2020.

  • Il problema del bullismo investe anche l'etica dell'informazione. L'antidoto delle 'buone notizie'

    Stavolta è toccato a Vigevano, florido centro settentrionale della provincia di Pavia. Parliamo della “civile” Lombardia, mica di un degradato e arretrato paesotto dell’entroterra meridionale d’Italia...

  • La pubblicazione del video dello studente di Lucca/2: un appello all'Ordine dei Giornalisti

    alla sollecitazione proposta qui sul nostro sito, ecco una risposta arrivata in queste ore. Scrivete anche voi a ucsi@ucsi.it 

  • Musica e ragazzi - Il progetto che prova a sconfiggere il bullismo

    "Ti difenderò da incubi e tristezze / Ti riparerò da inganni e maldicenze / E ti abbraccerò per darti forza sempre". Sono alcuni versi della canzone "Guerriero" con cui il cantante Marco Mengoni tratta il tema del bullismo. Come Mengoni tanti altri artisti hanno scelto di utilizzare la musica, una delle più forti e amate passioni dei giovani, per contrastare un fenomeno dilagante tra i ragazzi, che oggi, con i social network, sta assumendo proporzioni enormi e una preoccupante visibilità mediatica. Durante la scuola di formazione “Giancarlo Zizola”, che l’UCSI ha tenuto all’inizio di ottobre ad Assisi, si è parlato molto, grazie al prezioso contributo del direttore della agenzia Hope Marco Brusati, dei messaggi negativi che spesso il mondo della musica e dei videoclip propone ai nostri ragazzi fin da quando hanno sette-otto anni: divertimento sfrenato, trasgressioni, uso di droga. Ma ci sono – e di questo vogliamo parlare – artisti molto amati dai ragazzi che decidono di utilizzare la loro musica per lanciare dei messaggi positivi.

    Proprio per stimolare questa produzione musicale e utilizzare la potenza mediatica dei social per veicolare messaggi educativi contro il bullismo è nato il progetto SBAM – Stop Bullying Adopt Music, ideato dagli studenti e delle studentesse dell’Istituto “Galilei-Costa” di Lecce con il supporto della docente d’Inglese Elisabetta D’Errico. Il progetto ha due obiettivi fondamentali: individuare tutti i brani musicali che nel testo o nel videoclip si riconducono al tema del bullismo e incitare tanti altri musicisti a scriverne. Nei mesi scorsi gli studenti dell’Istituto “Galilei – Costa” avevano lanciato un appello chiedendo ai musicisti di comporre sempre più canzoni con testi che affrontino il grave problema del bullismo e del cyberbullismo giovanile.

    “Scrivete sempre più brani che trattano di questo delicato e importante tema, fate sentire la vostra potente voce attraverso la musica, il canale che ha più presa su noi giovani”, avevano scritto i ragazzi, prendendo ad esempio brani come “Hurts” di Mika e “Guerriero” di Marco Mengoni. “Il nostro sogno è che in Italia anche altri miti possano decidere di sostenere la causa con la loro musica, con i loro testi e con i loro videoclip. Dovrebbero incoraggiare le vittime a non sopportare in silenzio e, invece, a parlare. Dovrebbero dire chiaro in faccia alle bulle e ai bulli che hanno seriamente bisogno di aiuto e che sono loro i veri sfigati e, infine, dovrebbero convincere gli “spettatori” a smettere questo ruolo e ad impegnarsi a bloccare ogni fenomeno sul nascere”. Traendo spunto dalla “Anti bullying week”, la settimana contro ogni forma di bullismo e cyberbullismo che si è celebrata a metà novembre in Gran Bretagna, nei giorni scorsi la professoressa D’Errico e i suoi studenti hanno lanciato in Italia la campagna “Let’s SBAM together”: così lo scorso 18 novembre i social network (Facebook e Twitter in primis) sono stati inondati dai videoclip musicali antibullismo, accompagnati dall’hashtag #sbam. Un’esperienza che si ripeterà sicuramente. Perché con la stessa facilità con cui può diseducare e dare esempi negativi, la musica può anche veicolare messaggi estremamente educativi sui social network arrivando a milioni di ragazzi che seguono con passione i loro idoli.

  • Scacchi contro il bullismo 2.0. La provocazione intelligente promossa da Ucsi Lazio con Lumsa e Frascati Scacchi

    L’UCSI Lazio, l’Università Lumsa di Roma e l’Associazione Frascati Scacchi presentano “Scacchi contro il bullismo 2.0”.

  • Scacco matto al bullismo. L'Ucsi Lazio in prima linea

    Gli scacchi come metafora della vita, ma anche sport per combattere il bullismo in tutte le sue forme. Un gioco che fa dell’impegno educativo e della sana competizione i suoi punti di forza insieme alla socializzazione, la fatica fisica e mentale, la conquista di un obiettivo, il misurarsi con gli altri.

  • Voi lo avreste fatto? L'incredibile loop televisivo dello studente di Lucca

    Voi avreste mostrato il video del ragazzo che contesta, minaccia e umilia il suo insegnante? Di solito una domanda del genere ci si fa da spettatori, o al limite da giornalisti che ‘obbediscono’ ad una indicazione del direttore o del caposervizio. Non capita spesso che siamo proprio noi, in prima persona, a dover decidere.