natale

  • Epifania, i magi come gli "inviati speciali" (ante litteram)

    Non è difficile rileggere in chiave di comunicazione l’avventura dei tre strani personaggi che il vangelo di Matteo, unico tra i sinottici, ci presenta come “magi”. L’intero racconto, in effetti, è costruito intorno a un “segno”, quello della stella, che è per eccellenza “segno di comunicazione”...

  • Epifania, in cammino con i Magi

    Magi voi siete i santi più nostri,

    naufraghi sempre in questo infinito,

    eppure sempre a tentare, a chiedere,

    a fissare gli abissi del cielo

    fino a bruciarsi gli occhi del cuore.

    (David Maria Turoldo)

    I magi si sono messi in cammino da tempo, lasciando le loro case nel lontano oriente per recarsi a Gerusalemme. Si sono fidati di quanto hanno visto, si sono lasciati guidare da una stella e dal desiderio di adorare un bimbo, il re dei Giudei appena nato. A nostra volta possiamo lasciarci guidare dai magi, per celebrare questo Natale, che arriva dopo un lungo periodo difficile e che non può essere del tutto sereno, come pure vorremmo.

  • Epifania, la gioia della notizia vera. I magi, "inviati speciali" ante litteram

    Non è difficile rileggere in chiave di comunicazione l’avventura dei tre strani personaggi che il vangelo di Matteo, unico tra i sinottici, ci presenta come “magi”. L’intero racconto, in effetti, è costruito intorno a un “segno”, quello della stella, che è per eccellenza “segno di comunicazione”...

  • Epifania, la gioia della notizia vera. I magi, "inviati speciali" ante litteram

    Non è difficile rileggere in chiave di comunicazione l’avventura dei tre strani personaggi che il vangelo di Matteo, unico tra i sinottici, ci presenta come “magi”. L’intero racconto, in effetti, è costruito intorno a un “segno”, quello della stella, che è per eccellenza “segno di comunicazione”...

  • I Magi come"inviati speciali" ante litteram

    Non è difficile rileggere in chiave di comunicazione l’avventura dei tre strani personaggi che il vangelo di Matteo, unico tra i sinottici, ci presenta come “magi”. L’intero racconto, in effetti, è costruito intorno a un “segno”, quello della stella, che è per eccellenza “segno di comunicazione”...

  • i magi dell'Epifania sono come "inviati speciali"

    Non è difficile rileggere in chiave di comunicazione l’avventura dei tre strani personaggi che il vangelo di Matteo, unico tra i sinottici, ci presenta come “magi”. L’intero racconto, in effetti, è costruito intorno a un “segno”, quello della stella, che è per eccellenza “segno di comunicazione”...

  • I tanti paradossi del Natale

    Il Natale è una festa piena di paradossi.

  • Il 'gioco di ruolo' del presepe. Noi giornalisti chi scegliamo?

    Cos'è il presepe? Una rappresentazione simbolica, una tradizione, un modo per trascorrere del tempo in b famiglia. Sì, è tutto questo, ma se fosse anche un gioco di ruolo? Se provassimo a guardare i personaggi, sceglierne uno in maniera impulsiva, d'istinto, perché ci appare più affine a noi, e immaginarlo come nostro avatar? Ognuno troverebbe in quella statuetta dipinta una caratteristica che può aiutarlo a vivere con sguardo diverso il proprio lavoro, la propria vita.

  • Il calcio a tavola nei giorni di festa. Anche nella 'mia' Napoli...

    ll calcio a tavola nei giorni di festa. Ebbene sì, capita anche questo nell'anno che forse mai come ogni altro segna l'affermazione della globalizzazione nella tradizionalista nazione italiana. Un po' come il black friday, tradizione a stelle e strisce come la precedente festa di Halloween, s'inseguono mode estere e le si adattano al Belpaese. E così abbiamo avuto, sulla scia della Premier League inglese, le partite a Natale e a Capodanno.

  • Il cammino fino a Natale

    A prima vista lo stile del periodo di Avvento (e dei personaggi biblici che lo caratterizzano) non sembra quello tipico di chi fa il giornalista. Ma forse, quasi per paradosso, ci potrebbe aiutare a dare un senso nuovo alla nostra professione.

  • Il Natale per ricominciare a vivere

    Colpisce sempre la potenza dell’annuncio storico del Natale: «All’epoca della centonovantaquattresima Olimpiade; nell’anno 752 dalla fondazione di Roma; nel quarantaduesimo anno dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto, mentre su tutta la terra regnava la pace, nella sesta età del mondo, Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre, volendo santificare il mondo con la sua piissima venuta, essendo stato concepito per opera dello Spinto Santo, trascorsi nove mesi, nasce in Betlemme di Giuda dalla Vergine Maria, Dio fatto uomo».

    Sono parole su cui sostare. Qui mi limito ad aggiungere un trittico di pensieri su cui mi sono soffermato in questi giorni.

    Il primo: «Mentre regnava la pace» Dio si è fatto uomo. Per nascere Dio ha bisogno di pace, da quella interiore a quella sociale e politica. C’era pace nel cuore di Maria e nel cuore obbediente di Giuseppe per permettere al Verbo di rivestirsi di carne. La ricerca e la costruzione della pace permettono alla vita di risplendere dopo la notte delle guerre e delle violenze diffuse. Lo testimonia un antico documento, il Cronografo dell’anno 354. Da questa fonte conosciamo che a Roma si inizia a celebrare il Natale il 25 dicembre, “convertendo” la celebrazione pagana del solstizio d’inverno, Natalis Solis Invieti, la nascita del nuovo sole. È dopo la notte più lunga dell’anno che si celebra la nascita della Vita.

    Il secondo pensiero lo traggo da un noto scritto di Gregorio di Nissa che ci invita a pensare il Natale come un inizio sempre nuovo: «Vivere è l’infinita pazienza di ricominciare — scrive —. Noi andiamo tutti di inizio in inizio, attraverso inizi sempre nuovi. Perché con Dio, c’è sempre un dopo, Lui non permette che ci arrendiamo, o ci accomodiamo nelle nostre piccole e fragili sicurezze. Offre sempre a tutti una ulteriore possibilità, e non una volta soltanto, ma ogni volta di nuovo. È come se Dio ci dicesse: “vieni, con me vivrai solo inizi”». Sono righe che ci consegnano un’immagine potente in favore della vita che ricomincia. «Fiorito è Cristo ne la carne pura», ha scritto Dante.
    È come se camminassimo su un crinale in cui dobbiamo scegliere se sbilanciarci sul lato della morte o della vita.

    Il terzo pensiero è della poetessa Wyslawa Szymborska, quando scrive: «Alla nascita di un bambino il mondo non è mai pronto. (...) Non c’è vita che almeno per un attimo non sia immortale. La morte è sempre in ritardo di quell’attimo». Sono parole che ci ricordano la forza del dono e il dovere della responsabilità. Come ogni dono in cui si fa presente il donatore si fa esperienza di un profondo senso di gratitudine e di immeritata generosità. Accogliere invece un bambino da tenere in braccio e da far crescere ci impone un dovere di responsabilità. Parlare di pace, di giustizia, di perdono non è filantropia, ma responsabilità alla vita. E tutto questo vale anche per chi, come i giornalisti costruiscono opinione pubblica.

    A tutti buon Natale!

    foto: La paternità (R-Guttuso)

  • Il nostro cammino con i Magi

    Magi voi siete i santi più nostri,

    naufraghi sempre in questo infinito,

    eppure sempre a tentare, a chiedere,

    a fissare gli abissi del cielo

    fino a bruciarsi gli occhi del cuore.

    (David Maria Turoldo)

    I magi si sono messi in cammino da tempo, lasciando le loro case nel lontano oriente per recarsi a Gerusalemme. Si sono fidati di quanto hanno visto, si sono lasciati guidare da una stella e dal desiderio di adorare un bimbo, il re dei Giudei appena nato. A nostra volta possiamo lasciarci guidare dai magi.

  • Il regalo quotidiano che vi offriamo a Natale.

    Ci siamo, è Natale! E noi in questo spazio, anche in questo periodo delle feste, vogliamo accompagnarvi giorno per giorno con i nostri piccoli contributi, con alcune riflessioni, con qualche buona notizia, con il racconto delle esperienze significative intorno a noi.

    Fino al 7 gennaio, ogni giorno dalle 8 del mattino, troverete un nuovo articolo. Lo potete leggere sulla home page e anche nella rubrica IDEE, dove resterà più a lungo. Merito dei preziosi collaboratori del sito, tutti volontari dell’associazione, che mettono a disposizione la loro sensibilità e conoscenza dei fatti e la condividono con tutti. E’ il regalo che vi facciamo per questo Natale!(a.r.)

  • In cammino con i Magi

    Magi voi siete i santi più nostri,

    naufraghi sempre in questo infinito,

    eppure sempre a tentare, a chiedere,

    a fissare gli abissi del cielo

    fino a bruciarsi gli occhi del cuore.

    (David Maria Turoldo)

    I magi si sono messi in cammino da tempo, lasciando le loro case nel lontano oriente per recarsi a Gerusalemme. Si sono fidati di quanto hanno visto, si sono lasciati guidare da una stella e dal desiderio di adorare un bimbo, il re dei Giudei appena nato. A nostra volta possiamo lasciarci guidare dai magi, per celebrare questo Natale, che arriva dopo un lungo periodo difficile e che non può essere del tutto sereno, come pure vorremmo.

  • L'annuncio del Natale per noi, oggi

    «Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia»: queste parole fanno parte di una profezia che troviamo nel libro di Isaia (9,1-6) rivolta alle tribù di Israele che vivevano sotto la dominazione degli assiri. Sono parole che annunciano una speranza già presente e viva per il popolo che cammina nelle tenebre per ragioni che risuonano anche oggi come profondamente vere e che possiamo fare nostre come augurio per questo nostro tempo.

  • L'attesa, lo sguardo, un'alba di luce

    Il tempo d’Avvento evoca l’attesa - interrogativa e sofferta - avvertita con la diffusa sensazione di sguardi e di cuori attenti alle antiche promesse ed ai messaggi dei profeti che, nel cuore e nell’intelletto, sono come riverberi di luce da interpretare e da vivere.

  • La #ParoladelNatale per me è 'vigilia': un allenamento anche per 'raccontare' la festa

    Quali sono le vere parole del Natale? Me lo sono chiesto spesso, in tutti questi anni. Perché in fondo il Natale non è una festa semplice da raccontare, per un giornalista.

  • La #ParoladelNatale per me è 'vigilia': un allenamento anche per 'raccontare' la festa

    Quali sono le vere parole del Natale? Me lo sono chiesto spesso, in tutti questi anni. Perché in fondo il Natale non è una festa semplice da raccontare, per un giornalista.

  • La cena di Natale dell'Ucsi Messina

    Ritorno alle tradizioni con la cena di Natale, dopo il periodo della pandemia, per il piacere di ritrovarsi e condividere momenti di serenità in attesa della festa più sentita dell’anno.

  • La messa di Natale per i giornalisti: 'al centro di ogni notizia c'è sempre la persona'

    Il segretario della Cei, mons. Stefano Russo, ha celebrato a Roma insieme a don Ivan Maffeis e a padre Gianni Epifani la messa per i giornalisti in prossimità del Natale.