carcere

  • A Torino il premio "Carlo Castelli", concorso letterario per i detenuti. E con Ucsi si riflette sul 'racconto del carcere'

    Si svolgerà a Torino il 28 e 29 settembre la XVI Edizione del Premio Carlo Castelli, concorso letterario dedicato ai detenuti delle carceri italiane organizzato e promosso dalla Società di San Vincenzo De Paoli in collaborazione con il Ministero della Giustizia e , con i patrocini di Camera, Senato, Dicastero per la Comunicazione, TV2000 Radio InBlu e Ucsi Nazionale.

  • Anche in Veneto, il 22 giugno, il confronto sul carcere, sulla giustizia, sulla riabilitazione

    E’ partita da Palermo e approda, venerdì 22 giugno, a Venezia. La profonda riflessione avviata dalle voci che, dal 29 maggio ad oggi, hanno dibattuto sul tema carcerario, sul senso della pena, della giustizia e della riabilitazione morale dei detenuti, anche di quelli accusati dei crimini più feroci, alla Serenissima.

  • Carcere per i giornalisti: serve una riforma dopo l'intervento della Consulta

    Sono molto favorevoli i commenti alla sentenza della Corte Costituzionale che di fatto stabilisce l’illegittimità del carcere per i giornalisti.

  • Carcere. Cosa cambia se invece di 'cella' si dice 'camera'

    Le parole nascono dalla vita e per questo si evolvono, perché la vita cambia continuamente. Vale anche il percorso inverso – le parole cambiano la vita, che anche grazie ad esse si evolve? Non ho una risposta certa, ma non possiamo negare che tutte le battaglie sociali degli ultimi decenni sono state anche battaglie di linguaggio: basti pensare al passaggio da “minorato” ad “handicappato” prima e “disabile” poi. O da “negro” a “nero”.
    Ora il tema coinvolge anche il carcere. “Redattore Sociale” ha dato ampio spazio ad una direttiva emanata il 30 marzo scorso dal capo del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Santi Consolo, che contiene un elenco di termini da abbandonare per sostituirli con altri più corretti.

  • Carcere. Cosa cambia se invece di 'cella' si dice 'camera'

    Le parole nascono dalla vita e per questo si evolvono, perché la vita cambia continuamente. Vale anche il percorso inverso – le parole cambiano la vita, che anche grazie ad esse si evolve? Non ho una risposta certa, ma non possiamo negare che tutte le battaglie sociali degli ultimi decenni sono state anche battaglie di linguaggio: basti pensare al passaggio da “minorato” ad “handicappato” prima e “disabile” poi. O da “negro” a “nero”.
    Ora il tema coinvolge anche il carcere. “Redattore Sociale” ha dato ampio spazio ad una direttiva emanata il 30 marzo scorso dal capo del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Santi Consolo, che contiene un elenco di termini da abbandonare per sostituirli con altri più corretti.

  • FreethePress, liberiamo i giornalisti in carcere

    C’è la minaccia del virus, purtroppo, e si aggiunge alla minaccia grave della censura e della violenza, per tanti giornalisti in molte parti del mondo.

  • Giornalismo di pace, la seconda tappa del 'meeting' ad Ascoli

    Si avvicina la seconda tappa del percorso itinerante del V "Meeting nazionale giornalisti cattolici e non": sarà venerdì 19 ottobre all'interno del carcere di massima sicurezza di Ascoli Piceno.

  • Giustizia riparativa e capovolta. L'incontro Ucsi nel carcere di Augusta

    I percorsi di mediazione e di riparazione tra vittime e attori del reato sono ancora poco usati in Italia e la legge li permette per i reati entro i 4 anni di reclusione. Percorsi che servono per le vittime, che possono esprimere e condividere il proprio dolore, e per il reo, che si responsabilizza e prende consapevolezza delle sofferenze provocate. Capovolgere la giustizia, senza che sia solo lo Stato a stabilirla, è possibile. A una condizione, però. Il primo passo di ogni riforma è sempre interiore. E’ un appello che nasce nella coscienza morale personale e comunitaria di un popolo”. Lo ha detto il consulente ecclesiastico nazionale dell’Ucsi Padre Francesco Occhetta a settanta giornalisti che, sabato mattina, hanno partecipato, per la seconda volta, al corso per la formazione dei giornalisti che si è svolta nella sala teatro “Enzo Maiorca” della Casa di Reclusione di Augusta, nell’ambito dell’evento formativo sul tema “Giustizia e informazione e la Giustizia capovolta”.

  • Il 19 ottobre in carcere ad Ascoli la seconda tappa del 'Meeting dei giornalisti cattolici e non'

    La seconda tappa dell’edizione 2018 del 'Meeting dei giornalisti cattolici e non' sarà venerdì 19 ottobre all’interno del carcere di massima di sicurezza di Ascoli.

  • L'incontro in carcere e tre dubbi che assillano un giornalista

    “Ergastolo: tutti ne parlano ma nessuno lo conosce. L’impegno per un’informazione deontologicamente corretta”. È il titolo del seminario formativo organizzato martedì 25 settembre nella sezione di alta sicurezza del carcere di Parma da Carla Chiappini dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna in collaborazione con 'Ristretti Orizzonti.' Tra relatori gli stessi ergastolani. Tra i partecipanti anch’io. Qui qualche pensiero in libertà.

  • La 'buona notizia' di oggi: in carcere con gli amici... a quattro zampe e si diventa 'migliori di come si era prima'!

    Attività di Pet-therapy per il reinserimento sociale: i progetti dell’Associazione livornese “Do Re Miao!” con i detenuti delle carceri toscane.

  • La 'buona notizia' di oggi: in carcere con gli amici... a quattro zampe e si diventa 'migliori di come si era prima'!

    Attività di Pet-therapy per il reinserimento sociale: i progetti dell’Associazione livornese “Do Re Miao!” con i detenuti delle carceri toscane.

  • La buona notizia - La coppola della legalità

    La 'San Vincenzo' di Siracusa entra nelle carceri. Un laboratorio gestito da venti volontari formati dalla San Vincenzo di Siracusa è partito questa settimana all’interno del carcere di Brucoli: si chiama “la Coppola della Legalità”.

  • La buona notizia - La coppola della legalità

    La 'San Vincenzo' di Siracusa entra nelle carceri. Un laboratorio gestito da venti volontari formati dalla San Vincenzo di Siracusa è partito questa settimana all’interno del carcere di Brucoli: si chiama “la Coppola della Legalità”.

  • La giustizia capovolta. Esperienze e prospettive per un approccio riparativo alla pena

    I percorsi di mediazione e di riparazione tra vittime e attori del reato sono ancora poco usati in Italia e la legge li permette per i reati entro i 4 anni di reclusione. Percorsi che servono per le vittime, che possono esprimere e condividere il proprio dolore, e per il reo, che si responsabilizza e prende consapevolezza delle sofferenze provocate. Se ne è parlato all’Università La Sapienza di Roma con i familiari di vittime di mafia, docenti universitari, il presidente di Libera Don Luigi Ciotti, l’autore de “La giustizia Capovolta”, Francesco Occhetta e Lucia Castellano, direttore generale del Dipartimento giustizia minorile e di comunità.

    Nei 195 istituti penitenziari italiani, al 31 gennaio 2016, erano presenti 52.475 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 49.480. I detenuti in eccedenza rispetto ai posti previsti erano 3.048 (+7,5%). Il tasso di recidiva all’inizio del 2015 era pari al 69%. Dei circa 1.000 detenuti che escono dalle carceri ogni giorno, circa 690 ritorneranno a delinquere. Lo Stato spende solamente 95 centesimi al giorno per l’educazione dei detenuti, rispetto ai 200 euro pro-capite previsti. Per il mondo della giustizia rimane una domanda antica: in quale modo è possibile garantire la certezza della pena insieme alla certezza della rieducazione? Ristabilire la giustizia non significa intimidire e intimorire attraverso pene esemplari per ottenere una sicurezza maggiore. Lavorare al recupero non è un elitarismo ma è porre al centro dell’ordinamento la prevenzione generale.

    C’è bisogno insomma di capovolgere il senso antropologico della giustizia e ricollocare al centro dell’ordinamento il dolore delle vittime e la dignità dei detenuti che rimangono persone anche quando sono prive di libertà. Particolarmente toccante è stata la testimonianza di Daniela Marcone che oggi è responsabile del settore Memorie dell'Associazione Libera.

  • Liberi nell'Arte, il progetto fa tappa a Regina Coeli

    I padri sinodali entrano nel carcere di Regina Coeli. Un’ insolita visita dal sapore storico per partecipare al concerto di sabato 20 ottobre alle ore 18:, in via della Lungara, con Le DIV4S italian sopranos (quartetto vocale femminile) , evento centrale del progetto Liberi nell’Arte. A condurre la serata, Lorena Bianchetti, conduttrice Rai di ‘A Sua Immagine’ con la partecipazione straordinaria di Ignazio Oliva, attore dell’ultimo film di Papa Francesco di Wim Wenders. Il concerto avrà luogo nel panottico della Casa Circondariale

  • Minacce e violenze contro i giornalisti: dati sempre più allarmanti

    Omicidi, incarcerazioni e altri metodi per mettere a tacere i giornalisti sono pratiche ancora troppo diffuse, in Europa come nel resto del mondo. Il presidente delle Federazione europea dei giornalisti (Efj) Mogens Blicher Bjerregård, sostiene l'importanza di essere al fianco di chi è minacciato. Infatti, nel 2014-2015, oltre cento giornalisti e operatori dei media hanno pagato con la vita la volontà di fare il proprio lavoro.

    Istituzioni governative internazionali quali Unesco, Osce e Consiglio d'Europa hanno condannato con forza queste uccisioni. Organizzazioni governative e non governative come le Federazioni europea ed internazionale dei giornalisti, il Comitato per la protezione dei giornalisti, Articolo 19, Index on Censorship e Reporter senza frontiere sono estremamente preoccupate per l'impunità dei crimini contro i giornalisti. Secondo un rapporto Unesco, negli ultimi dieci anni solo il 7% dei responsabili dell'uccisione di giornalisti sono stati assicurati alla giustizia. L'impunità per questi tipi di crimini è una questione cruciale per le organizzazioni che si battono per la libertà di stampa.

    Commenta il presidente della Federazione europea dei giornalisti: "è di fondamentale importanza essere lì, a fianco dei giornalisti imprigionati. Il nostro sostegno e la pressione internazionale sono la loro speranza di libertà. L'attenzione degli osservatori europei ha un impatto reale sugli attori locali e sta giocando un ruolo importante per assicurare processi equi. Conosciamo fin troppo bene il rischio che, con il passare del tempo, ci si dimentichi dei giornalisti incarcerati. Ogni volta che un giornalista va in carcere, anche il diritto dei cittadini di accedere alle informazioni finisce dietro le sbarre. Non ci può essere libertà di stampa in Europa fino a quando un singolo giornalista è in prigione"

  • Sul carcere per i giornalisti deciderà la Corte Costituzionale

    Il carcere per i giornalisti? Sarà la Corte Costituzionale a stabilire se la misura è legittima.

  • Torture in carcere, 'basta ingerenze nel lavoro dei giornalisti'. La nota del sindacato campano

    Fin dove può spingersi il diritto di cronaca per fatti come quelli del carcere di Santa Maria Capua Vetere? Il dibattito è aperto, le sollecitazioni si moltiplicano. E rischiano di diventare vere e proprie ingerenze, soprattutto dal mondo della politica.

  • Vivere la Gmg dentro un carcere

    Andare a Lisbona? Come vivere la Gmg? La risposta è arrivata da due amici: Daniela Pozzoli, di Avvenire, e don Francesco, prete di Fano che da sempre è un grande ‘creatore’ di opportunità. L’invito: vivere la Gmg dentro un carcere.