calcio

  • (2): i giornalisti possono 'educare' all'uso dei social

    Prosegue il confronto sulla violenza di alcuni commenti sul calcio e sullo sport e sul ruolo di noi giornalisti per arginare il fenomeno..Il secondo intervento è di Riccardo Clementi, e mette l'accento sulla necessità della sensibilizzazione, il primo lo trovate ancora qui.

  • (3) - La scelta che possono fare i giornalisti per frenare odio e insulti social agli idoli dello sport (e non solo)

    L'animosità spesso volgare dei tifosi di calcio nei confronti dei loro beniamini è un fenomeno inquietante. Non è certo l'unica fatica che si vive nel mondo del calcio contemporaneo: si pensi, per esempio, al ruolo sempre più preponderante delle tifoserie e dei loro "improbabili" leaders nella gestione stessa delle partite.

  • (4) I giornalisti sportivi e l'odio sul web: la prima regola è non essere tifosi, la seconda fare le domande giuste

    Sia in qualità di addetto ai lavori in materia di comunicazione che di appassionato di sport, ed in particolare di calcio, disciplina alla quale ho dedicato molti anni, non ho potuto esimermi dalla lettura, seppure sporadica, delle ultime vicissitudini di calciomercato e dei relativi commenti di colleghi della stampa e tifosi. In seguito al post di Matteo Billi e alle riflessioni dei colleghi dell'Unione cattolica della stampa italiana, l'interrogativo su come i giornalisti possano fermare il fenomeno dei commenti palesemente rabbiosi e offensivi dell'opinione pubblica via social network non mi ha ovviamente lasciato indifferente.

  • Calcio: più giornalisti e fotografi negli stadi

    Il calcio di vertice è ripartito e ora aumenta anche il numero di giornalisti e fotografi che possono seguirlo dal vivo, a bordo campo.

  • Comunicano il proprio tifo calcistico con le bestemmie, nell'indifferenza di tutti. Un nostro nuovo sondaggio.

    Una tifoseria italiana da qualche tempo ha avuto la “bella idea” di inventare un coro che contiene una bestemmia. Si tratta di un “coro a ripetizione”, ovvero di quelli che vengono cantati anche per interi quarti d’ora, a volte addirittura per un tempo intero.

  • Comunicano il proprio tifo calcistico con le bestemmie, nell'indifferenza di tutti. Un nostro nuovo sondaggio..

    Una tifoseria italiana da qualche tempo ha avuto la “bella idea” di inventare un coro che contiene una bestemmia. Si tratta di un “coro a ripetizione”, ovvero di quelli che vengono cantati anche per interi quarti d’ora, a volte addirittura per un tempo intero.

  • I giornalisti sportivi e l'odio sul web: la prima regola è non essere tifosi, la seconda fare le domande giuste (4)

    Sia in qualità di addetto ai lavori in materia di comunicazione che di appassionato di sport, ed in particolare di calcio, disciplina alla quale ho dedicato molti anni, non ho potuto esimermi dalla lettura, seppure sporadica, delle ultime vicissitudini di calciomercato e dei relativi commenti di colleghi della stampa e tifosi. In seguito al post di Matteo Billi e alle riflessioni dei colleghi dell'Unione cattolica della stampa italiana, l'interrogativo su come i giornalisti possano fermare il fenomeno dei commenti palesemente rabbiosi e offensivi dell'opinione pubblica via social network non mi ha ovviamente lasciato indifferente.

  • Il calcio (lo sport) è di tutti.

    I lusinghieri risultati di ascolto e interesse per i Mondiali di calcio in tv, nonostante l’assenza della nostra Nazionale, svelano una verità scomoda per i ‘padroni’ dello sport: non si può vendere tutto, non è possibile limitare la visione dei grandi eventi ad un pubblico circoscritto e ‘pagante’. Tanto meno oggi, con la crisi economica e con le gravi disuguaglianze che viviamo.

  • Il calcio a tavola nei giorni di festa. Anche nella 'mia' Napoli...

    ll calcio a tavola nei giorni di festa. Ebbene sì, capita anche questo nell'anno che forse mai come ogni altro segna l'affermazione della globalizzazione nella tradizionalista nazione italiana. Un po' come il black friday, tradizione a stelle e strisce come la precedente festa di Halloween, s'inseguono mode estere e le si adattano al Belpaese. E così abbiamo avuto, sulla scia della Premier League inglese, le partite a Natale e a Capodanno.

  • Il racconto del calcio dalle prime radio al web. Il 23 seminario a Parma (Ucsi Emilia Romagna)

    Il racconto del gioco del calcio: dalla radio al web 2.0” è il titolo del seminario formativo che l’Ucsi Emilia-Romagna organizza - con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti regionale e del Parma Calcio 1913 - giovedì 23 febbraio nella sala stampa dello stadio Tardini di Parma...

  • Il racconto del calcio, dalle prime radio al web. Iniziativa Ucsi Emilia Romagna.

    Una sala stampa così piena di giornalisti, allo stadio Tardini di Parma, non si vedeva da qualche anno. Questa volta però non è stata una partita di calcio a richiamare il pubblico - professionale - delle grandi occasioni, bensì un seminario di formazione organizzato dall’Ucsi Emilia-Romagna insieme all’Ordine dei Giornalisti regionale e con il patrocinio del Parma Calcio 1913, dal titolo “Il racconto del gioco del calcio: dalla radio al web 2.0. In memoria di Francesco Saponara”...

  • L'odio e gli insulti agli idoli del pallone (2): i giornalisti possono 'educare' all'uso dei social

    Prosegue il confronto sulla violenza di alcuni commenti sul calcio e sullo sport e sul ruolo di noi giornalisti per arginare il fenomeno..Il secondo intervento è di Riccardo Clementi, e mette l'accento sulla necessità della sensibilizzazione, il primo lo trovate ancora qui.

    Amo il calcio, sono un tifoso della Juventus in terra fiorentina, tema su cui ho scritto pure il libro che ha dato il nome al mio blog www.generazionejuve.com , e dal punto di vista sportivo la notizia di Bonucci al Milan ha colto di sorpresa pure me, anche se il malessere era nell'aria. Ma quando sui social ho letto le offese, anche personali e rivolte ai figli, "vomitate" addosso a Bonucci, sono rimasto senza parole. Come avviene quando mi imbatto in qualche post che inneggia all'Heysel o alla tragedia del grande Torino o a chi augura la morte per una partita.

    Davvero la passione per uno sport può trasformarsi in rabbia sociale e frustrazione umana così rancorosa e piena di livore?

    Tante volte abbiamo ripetuto che i social network non sono buoni o cattivi in sé, tutto dipende dall'uso che ne viene fatto. Ecco, educare all'utilizzo intelligente e "sportivo" del mezzo, non sarebbe male. Un esercizio che dovrebbe cominciare dagli addetti ai lavori - società e federazioni sportive, calciatori, organi di informazione - che dello sport vivono e che con lo sport dovrebbero educare.

    trovi questo articolo anche nella nostra rubrica IDEE (in home page)

  • L'odio e gli insulti agli idoli del pallone. Come i giornalisti possono fermare il fenomeno? (1)

    L’ultima e clamorosa vicenda di calciomercato scatena una violenta campagna d’odio e di insulti sui social network. Sul nostro sito apriamo un dibattito, che trasferiamo anche nella rubrica “idee”: non vogliamo tanto analizzare le ragioni (ove mai ci fossero) di queste perversioni dialettiche, ci proponiamo invece di pensare agli argini che il giornalismo (e noi goornalisti) possiamo creare (a.r.)

    Sono ancora nell’aria gli echi della vicenda Donnarumma-Raiola-Milan quando (pseudo-)tifosi di calcio tornano a popolare il web con insulti a Leonardo Bonucci che passa dalla Juve al Milan.
    Twitter e Facebook - ma anche gli spazi dei commenti nei siti dei giornali - sono zeppi di improperi che, fino a qualche decennio fa, non erano accettati nemmeno nei bar dello sport.

    Qualcuno si scandalizza, pochi prendono le distanze; nonostante il passo dalla violenza online a quella offline - nel senso del mondo reale - sia breve.

    E giornalisti? Lasciando stare certi “ring” televisivi colpisce vedere il “taglio” che un quotidiano sportivo come Tuttosport (torinese certo ma di respiro nazionale) dà al cambio di casacca di Bonucci. Venerdì la prima pagina aveva un’enorme foto del difensore con questo titolo: «Si è sciacquato la bocca», espressione che indica uno che sparla di qualcun altro. Davvero non c’era altro modo per annunciare questo addio, pur tra le polemiche interne alla squadra bianconera?

    trovi questo articolo anche nella nostra rubrica IDEE (in home page)

  • L'odio e gli insulti agli idoli del pallone. Come i giornalisti possono fermare il fenomeno? (1)

    L’ultima e clamorosa vicenda di calciomercato scatena una violenta campagna d’odio e di insulti sui social network. Sul nostro sito apriamo un dibattito, che trasferiamo anche nella rubrica “idee”: non vogliamo tanto analizzare le ragioni (ove mai ci fossero) di queste perversioni dialettiche, ci proponiamo invece di pensare agli argini che il giornalismo (e noi goornalisti) possiamo creare (a.r.)

    Sono ancora nell’aria gli echi della vicenda Donnarumma-Raiola-Milan quando (pseudo-)tifosi di calcio tornano a popolare il web con insulti a Leonardo Bonucci che passa dalla Juve al Milan.
    Twitter e Facebook - ma anche gli spazi dei commenti nei siti dei giornali - sono zeppi di improperi che, fino a qualche decennio fa, non erano accettati nemmeno nei bar dello sport.

  • L'odio e gli insulti agli idoli del pallone. Come i giornalisti possono fermare il fenomeno? Il confronto nella nostra rubrica IDEE

    Nella nostra rubrica “IDEE”, più in basso nella home page, trovate ogni mese un argomento diverso dibattuto dai collaboratori del sito e da interlocutori esterni.
    Adesso parliamo delle campagne di odio contro gli idoli del calcio e dello sport in generale, particolarmente intense in una fase cruciale del mercato dei giocatori.

    Da uno spunto di Matteo Billi ai commenti di Riccardo Clementi, Mario Agostino e don Alessandro Andreini: trovate alcune riflessioni significative soprattutto sul ruolo che possiamo avere noi giornalisti nell’arginare questo fenomeno.

  • La buona notizia/5: lo sport unisce, a Livorno nasce l'Africa Academy Calcio

    Il pallone da calcio rotola sul campo livornese dell’Orlando Calcio, portando con sé i sogni di tanti giovani giunti in Italia affrontando il deserto, soffrendo la sete e la fame, vittime inconsapevoli di delinquenti e dello sfruttamento delle loro terre, di guerre e lotte fratricide senza fine.

  • La buona notizia/5: lo sport unisce, a Livorno nasce l'Africa Academy Calcio

    Il pallone da calcio rotola sul campo livornese dell’Orlando Calcio, portando con sé i sogni di tanti giovani giunti in Italia affrontando il deserto, soffrendo la sete e la fame, vittime inconsapevoli di delinquenti e dello sfruttamento delle loro terre, di guerre e lotte fratricide senza fine.

  • La scelta che possono fare i giornalisti per frenare odio e insulti social agli idoli dello sport (e non solo) / 3

    L'animosità spesso volgare dei tifosi di calcio nei confronti dei loro beniamini è un fenomeno inquietante. Non è certo l'unica fatica che si vive nel mondo del calcio contemporaneo: si pensi, per esempio, al ruolo sempre più preponderante delle tifoserie e dei loro "improbabili" leaders nella gestione stessa delle partite.

  • La tv è sempre più 'social', lo sport è il genere più commentato.

    Secondo i dati del Social Content Ratings di Nielsen, nel primo semestre del 2017 sono stati 5,4 milioni gli italiani che hanno commentato programmi televisivi sui social network.

  • Le buone notizie di un mese di sport

    Alla vigilia di questa bellissima domenica di sport, il nostro Riccardo Clemnenti aveva offerto questa belle riflessione ai nostri lettori. I risultati adesso li conosciamo e la gente (come vediamo nella foto di Maurizio Di Schino) è scesa in strada per festeggiare (ar)

    E così eccoci qua... a giocarci una doppia finale a Londra! Ci eravamo lasciati alla vigilia degli Europei di calcio con l’auspicio, a nostro parere fondato e infatti poi confermato dai fatti, di vedere la nostra Nazionale arrivare in fondo alla manifestazione e ci ritroviamo addirittura con due finalissime da vivere... sì, perché prima degli azzurri di Mancini che domenica sera a Wembley sfideranno l’Inghilterra, nel pomeriggio a Wimbledon Matteo Berrettini con la racchetta in mano e un sogno nel cuore sarà il primo italiano a disputare la finale di uno dei tornei tennistici più prestigiosi, senz’altro il più famoso al mondo su erba. Insomma, un 11 luglio che ricorderemo, speriamo con qualche Coppa da sollevare al cielo...