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  • Da Lampedusa a Cutro, poco è cambiato

    Oggi, 26 febbraio, ricorre il primo tragico anniversario della strage di Cutro. Ecco la riflessione che abbiamo pubblicato nei giorni immediatamente successivi.

  • La tragedia nel Mediterraneo e il ricordo (dieci anni dopo) di Lampedusa

    Sono deccine le vittime del naufragio sulle coste della Calabria. E' l'ennesima tragedia del Mediterraneo, i migranti (molti erano bambini) proveivanivano dalle coste turche. «Prego per ognuno di loro, per i dispersi, per gli altri migranti sopravvissuti», ha detto il Papa all'Angelus. A quasi dieci anni ormai dalla tragedia di Lampedusa, un altro dramma accade sulle nostre coste. Noi riproponiamo un interessante articolo della nostra rivista Desk, nel numero che abbiamo dedicato alle migrazioni. E' l'intervista di Marilisa Della Monica ia Domenico Zambito, che era appena stato nominato parroco a Lampedusa in quel drammatico ottobre del 2013 (ar)

  • Liberaci dal male (da Lampedusa a Cutro)

    Era l’8 luglio del 2013 quando Papa Francesco, da Lampedusa, denunciava la “globalizzazione dell’indifferenza” causata dal benessere. "Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro!", aveva detto il Pontefice. Di lì a tre mesi il mare sarebbe tornato a inghiottire altre vite, altre speranze, che cercavano solo un approdo di salvezza. Sono trascorsi 10 anni e – da Lampedusa a Cutro - nulla è cambiato.

  • Migrazioni e multiculturalità, le parole chiave per l'informazione

    GUIDO MOCELLIN (2017), dalla rivista Desk

    «I migranti non sono un pericolo, sono in pericolo». Pronunciata nel 2016, questa frase è solo una delle tante attraverso le quali papa Francesco, facendo perno sui viaggi a Lampedusa (2013) e a Lesbo (2016), ha dato e continua a dare un contributo decisivo alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica in tema di migrazioni. Se ne fanno forti numerosi vescovi, diventati più sicuri nel prendere a loro volta la parola o nel promuovere iniziative di accoglienza. Di conseguenza, le cronache danno più risalto che in passato alle organizzazioni caritative cattoliche (che si occupavano di migranti anche quando le gerarchie non offrivano loro una sponda pubblica così robusta) e naturalmente alle singole attività diocesane, fino al livello delle parrocchie e delle piccole comunità religiose (...)