primo maggio

  • Dieci domande (vecchie e nuove) per questo primo maggio

    La festa del primo maggio, ogni volta, costituisce un momento di riflessione sul lavoro (e sui lavoratori). Anche sulla nostra professione di giornalisti, naturalmente, che esce profondamente cambiata dai due anni di pandemia. Siamo meno di prima, spesso più poveri, talvolta disorientati rispetto alla tecnologia che avanza e assorbe ruoli e competenze.

  • Il nostro Primo Maggio, senza le piazze e senza il lavoro

    L'anno scorso, alla fine del durissimo lockdown di primavera, facevamo già i conti con la crisi. Che si traduce in taglio di posti di lavoro, anche nell'editoria e nell'informazione. Così, anche quest'anno non ci mancano solo le piazze. 

  • Il Primo Maggio dei giornalisti si celebra a Reggio Calabria

    Per la prima volta il sindacato unitario dei giornalisti italiani promuoverà la Festa del lavoro in maniera autonoma, coinvolgendo tutti gli istituti di categoria (Inpgi, Ordine dei giornalisti, Casagit e Fondo pensione complementare).
Sarà celebrata al Sud, a Reggio Calabria, laddove, forse, ha ancora più senso parlare di lavoro.

  • Il Primo Maggio dei giornalisti: più precario e più povero

    In meno di dieci anni, secondo i dati dell’Osservatorio dell’Agcom, il numero dei giornalisti attivi in Italia si è ridotto di oltre il 10%. Inoltre, quelli che lavorano sono sempre più avanti con l’età: un giornalista su otto oggi ha più di 60 anni, ce n’era appena uno su 40 nel 2000. Quattro su dieci sono freelance, nell’80% dei casi il loro reddito non supera i 20mila euro annui. Insomma, anche nella nostra professione si è indebolita (e di molto) la cosiddetta “classe media”, e per tanti di noi il ‘privilegio’ è quello di avere semplicemente uno stipendio al mese.

  • Il Primo Maggio triste dei (giovani) giornalisti

    Non ci mancano solo le piazze, in questo nostro triste Primo Maggio. Ai giornalisti, ancora in troppi casi, manca proprio il lavoro.

  • In cammino, insieme, verso la 'settimana sociale' dedicata al lavoro

    In questi giorni, subito dopo il Primo Maggio, vogliamo dare ancora più risalto al tema che abbiamo messo al centro del nostro impegno: il “racconto giornalistico del lavoro”; il lavoro (anche il nostro) che spesso manca, che magari cambia e si trasforma, che però (quando c'è) dà dignità e futuro ad ogni persona.

    Di qui ad ottobre, quando si svolgerà la “settimana sociale” dei cattolici italiani, a Cagliari, dedicata proprio al lavoro, cercheremo di offrire tanti contributi diversi: analisi, commenti, opinioni... Incontreremo quei giornalisti che sui territori scrivono e parlano di lavoro, raccoglieremo nuove proposte e sollecitazioni. Cercheremo anche di informarvi puntualmente su tutti gli eventi che precederanno la “settimana sociale” (e per questo vi invitiamo anche ad iscrivervi alla newsletter ufficiale dell'evento). E lavoreremo sempre in sinergia, naturalmente, con la nostra rivista Desk.

    E allora buona riflessione, in cammino, insieme, verso la prossima settimana sociale!    (ar)

  • In Veneto si conclude la 'tre giorni' del lavoro per i giornalisti

    Si conclude  la “tre giorni” del lavoro dedicata ai gionalisti.

  • L'urgenza di un salario dignitoso

    La dimensione del giornalista è sempre più precaria. Ma non, come accadeva un volta, per il tipo di lavoro in sé, che difficilmente si concilia con i turni prestabiliti, gli orari fissi e le feste degli altri.

    Il giornalista oggi è precario perché in molti (troppi) casi ha poche garanzie e un reddito inadeguato.

  • La Fnsi ad Assisi il primo maggio: 'ridiamo centralità al lavoro'

    Anche la Federazione della stampa ha aderito alla manifestazione del primo maggio ad Assisi, promossa da Cgil, Cisl e Uil.

  • Primo Maggio, anche i giornalisti in piazza

    La Federazione nazionale della Stampa italiana aderisce alla manifestazione nazionale del Primo Maggio organizzata a Potenza da Cgil, Cisl e Uil, chr quest’anno sarà dedicata in maniera particolare alla Costituzione.

  • Ritrovare il vero senso del lavoro: il messaggio dei vescovi ai lavoratori italiani

    RACCONTARE IL LAVORO - IN CAMMINO VERSO CAGLIARI/2

    La soluzione dei problemi economici e occupazionali così urgente nell’Italia di oggi non può essere raggiunta senza una conversione spirituale che permetta di tornare ad apprezzare l’integralità dell’esperienza lavorativa”. E’ questo il messaggio che i Vescovi italiani rivolgono ai lavoratori e alle istituzioni in questa giornata dedicata al lavoro.