giulietti

  • 'Il giornalismo precario rende precaria la democrazia'. Iniziativa a Roma

    Fnsi, Ordine, Inpgi, Casagit, Fondo di previdenza complementare, associazioni che lottano per la libertà di stampa, cronisti minacciati e sotto scorta saranno hanno organizzato un presidio davanti a Montecitorio e il 6 dicembre incontreranno il premier Gentiloni.

  • A Milano #voceaigiornalisti: le nuove sfide della nostra professione

    Si è svolta a Milano #VoceAiGiornalisti, la manifestazione organizzata da Associazione Lombarda dei Giornalisti e Fnsi per “riportare al centro dell'attenzione di istituzioni, politica e cittadini i temi del lavoro giornalistico e del ruolo dell'informazione in democrazia.

  • Attacchi via social a Giulietti, l'Ucsi esprime solidarietà e condanna la violenza in rete

    L’Ucsi esprime la propria “solidarietà al presidente della Federazione della Stampa Giuseppe Giulietti e a tutti i giornalisti minacciati o ostacolati nel loro lavoro per la verità e contro le fake”.

  • Fnsi: 'c'è forte ostilità verso chi fa vera informazione'

    E’ un Natale di crisi per l’informazione, anche nel Meridione. Il segretario della Fnsi Raffaele Lorusso è intervenuto alla conferenza stampa sulla situazione dei quotidiani ‘La Gazzetta del Mezzogiorno’ e ‘La Sicilia’. “La crisi del settore – dice Lorusso - si inquadra in un clima di forte ostilità verso chi fa informazione”.

  • Giornalismo d'inchiesta: il mistero irrisolto su omicidio Alpi-Hrovatin

    Un agguato senza perché per un delitto insoluto, che si porta via una giovane cronista televisiva ed un operatore. Sono passati 22 anni e il movente che potrebbe aver mosso la mano del killer, di colui che ha tirato il grilletto del kalashnikov, è un mistero che non è stato dipanato, neanche  con la assoluzione del “molto presunto” assassino, il somalo Hasci Omar Hassan. La mamma di Ilaria, la signora Luciana, lo dice abbastanza chiaramente: "sul caso hanno lavorato 5 magistrati e 3 procuratori che non sono riusciti a porre fine alle troppe bugie, ed ai troppi depistaggi che hanno caratterizzato questa vicenda. Ho l'impressione che gli inquirenti non siano mai stati interessati a scoprire la verità".

    E' il 20 marzo 1994 quando Ilaria, viene uccisa. Insieme a lei c'è Miran Hrovatin, 45 anni. Omar Hasci Hassan è presto indicato come "facente parte del commando” e viene condannato dalla Corte d'Assise d'appello al carcere a vita. Dopo un annullamento della Cassazione e un nuovo processo di secondo grado l'imputato Hassan viene condannato a 26 anni di reclusione.Nel febbraio 2015, alle telecamere del tg3 e di 'Chi l'ha visto?' il grande accusatore di Hasci, il suo connazionale Gelle, ritratta: "Lui è innocente, io neanche c'ero. Mi hanno chiesto di indicare un uomo e l'ho fatto". Nel gennaio scorso la Corte d'appello di Perugia ha riaperto il processo per Hasci e il 19 ottobre è stato assolto per non aver commesso il fatto.

    Immediato il commento della Fnsi:

    “La liberazione di Hashi – hanno precisato il presidente Giulietti ed il segretario Lo Russo- rende ancora più evidente la mancata individuazione dei mandanti e degli esecutori di quell’atroce esecuzione. Spetta ora alle istituzioni, alle autorità politiche, agli inquirenti e ai magistrati chiarire una vicenda che è stata segnata sin dall’inizio da omissioni, bugie e soprattutto da ripetuti depistaggi. Un ringraziamento infine alla giornalista Chiara Cazzaniga della redazione del programma di Rai Tre “Chi l’ha visto”, che con la sua tenacia ha contribuito a svelare le bugie del cosiddetto superteste ‘Gelle’ che aveva aperto la strada all’inquinamento delle prove e all’arresto di Omar Hashi Hassan. La Federazione della Stampa resta a disposizione della famiglia Alpi e dei suoi legali per qualsiasi iniziativa dovessero decidere di intraprendere per continuare a reclamare verità e giustizia per le famiglie Alpi e Hrovatin”.

  • Il Forum 'Bambini e Mass Media' di Bari: alcuni spunti dei relatori.

    Il mondo dell’informazione è cambiato. E non solo quello. Anche l’essere umano non è più lo stesso. È in atto una mutazione antropologica che ha trasformato il sistema cervello-mente. Il cervello dei nativi digitali legge e comprende in maniera diversa dal cervello analogico. È veloce, rapido e omologato. Anche le relazioni umane assumono le stesse caratteristiche di una connessione internet, si consumano molto rapidamente e sono prive di senso critico. Ma il percorso di ricerca del senso della vita e della felicità dell’uomo non può prescindere dai rapporti umani e dagli scambi autentici di amore. Bisogna dunque ritrovare il senso dell’umano nella comunicazione, e quindi anche nelle relazioni, perché la comunicazione è relazione. La rete massmediale ha creato una pigrizia relazionale e messo in crisi l’identità nell’uomo, il quale è sempre più smarrito e confuso, facendo diventare reale il virtuale, e viceversa.
    E allora cos’è l’umano nell’epoca moderna? Come ritrovarlo? Esiste una ricetta per fare buona comunicazione? È tutta colpa di internet? Sono i temi su cui la terza Assemblea Nazionale del Forum Bambini e Mass Media, che si è tenuta a Bari nei giorni scorsi, ha avviato percorsi di riflessione e studi.

  • Intercettazioni, la riforma non convince ancora i giornalisti.

    Via libera in extremis alla riforma delle norme sulle intercettazioni. L’obiettivo del governo è di evitare che conversazioni non rilevanti ai fini delle indagini e che riguardano la vita privata delle persone possano finire negli atti processuali e sulla stampa. Ma il sindacato dei giornalisti sostiene che non è stato fatto tutto quello che serviva davvero per garantire appieno il diritto di cronaca.

  • Intercettazioni: varato il nuovo decreto. Le osservazioni della Fnsi.

    Il Consiglio dei Ministri, giovedì 2 novembre, ha dato il primo via libera al decreto sulle intercettazioni. Il provvedimento, che ora dovrà passare all'esame delle commissioni Giustizia per poi tornare a Palazzo Chigi e che pone nuovi vincoli alla trascrizione dei colloqui nelle richieste dei pm e nelle ordinanze dei giudici, ha l’obiettivo dichiarato di “regolamentare in maniera più stringente l'utilizzo delle intercettazioni per evitare la diffusione di conversazioni irrilevanti ai fini delle indagini”.

  • La Carta di Assisi diventerà una 'carta europea'. Iniziativa a Firenze

    A Firenze il presidente della Federazione nazionale della Stampa Giuseppe Giulietti ha introdotto l’incontro 'Parole non pietre: la Carta di Assisi per un giornalismo responsabile'.

  • Libertà di stampa: interviene anche il Presidente del Senato.

    Incontrando i giornalisti della stampa parlamentare a Palazzo Giustiniani per la tradizionale cerimonia del "Ventaglio", il presidente del Senato Pietro Grasso torna, ancora una volta, sulle questioni da tempo sollevate dal sindacato dei giornalisti in materia di libertà di stampa: tra queste in primo piano diffamazione, carcere e querele temerarie.

  • Lorusso e Giulietti confermati ai vertici della Fnsi

    Raffaele Lorusso è stato rieletto segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, il sindacato dei giornalistii. Ha ottenuto al primo scrutinio 243 voti su 308. 50 preferenze per l'altro candidato, Paolo Di Giannantonio. La votazione è avvenuta nella serata del 14 febbraio. Anche Giuseppe Giulietti è stato riconfermato nella carica di presidente. La sua elezione è avvenuta nella prima riunione del nuovo Consiglio nazionale della Fnsi. Ha ottenuto, al primo scrutinio, 91 preferenze su 110 votanti. "Continuiamo a lavorare insieme contro tagli e bavagli, sempre più dalla parte dei cronisti e delle comunità minacciate da mafie e malaffare", ha detto.

  • Minacce a libertà di informazione: Italia primo paese a creare un coordinamento tra rappresentanze giornalisti e forze dell'ordine.

    In Italia sono 19 i giornalisti sotto scorta e 167 quelli per cui sono state disposte misure di vigilanza.
    Sono 90 gli episodi di intimidazione registrati tra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2017, comunque in diminuzione rispetto ai 114 casi dello stesso periodo del 2016; 73, infine, le persone denunciate o arrestate nei primi 10 mesi dell'anno: due in più rispetto all’analogo periodo del 2016. In gran parte dei casi, è stato rilevato, si tratta di minacce o violenze a danno di giornalisti precari senza un regolare contratto di lavoro e privi di tutele e garanzie.

    La prima riunione operativa del Coordinamento creato per monitorare il fenomeno delle minacce ai cronisti e mettere a punto le necessarie misure di tutela è stata dunque l’occasione per analizzare gli ultimi dati relativi agli atti intimidatori perpetrati ai danni degli operatori dell’informazione.

    Al tavolo, presieduto dal ministro dell'Interno, Marco Minniti, hanno partecipato, oltre al Capo della Polizia Franco Gabrielli, il segretario generale e il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il presidente e il segretario dell'Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Verna e Guido D’Ubaldo.

    «Per quanto in calo rispetto alla scorso anno – ha osservato il ministro Minniti – le minacce rivolte ai giornalisti rappresentano un fenomeno molto serio. È importante che il Coordinamento abbia capacità operativa effettiva e per far questo serve una segreteria tecnica che faccia da connessione tra rappresentanti dei giornalisti e Dipartimento di pubblica sicurezza per monitorare, valutare e, all’occorrenza, reagire in maniera adeguata: una piccola cabina di regia tecnica che consenta ai giornalisti di avere un punto di contatto immediato con la pubblica sicurezza. Nessuno deve sentirsi solo».

    «Il tavolo– ha commentato il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso – rappresenta la prima iniziativa di questo tipo in campo europeo. Le minacce ai giornalisti non sono solo un fenomeno italiano e anche i sindacati di altri Paesi guardano con interesse a questo Coordinamento. È importante che l’Italia faccia da apripista sul fronte della sinergia tra rappresentanti della categoria e istituzioni. Un esempio che porteremo anche al prossimo direttivo della Federazione internazionale dei giornalisti».

    Il presidente dell’Odg, Carlo Verna, ha puntato l’attenzione sulla necessità di definire dei criteri per “certificare” lo status di giornalista minacciato. «Noi non siamo preposti a valutare la presunzione di reato. Noi abbiamo il dovere di difendere la libertà di stampa e quindi dobbiamo tutelare il collega che dice di essere minacciato. Sta a forze dell’ordine e magistratura valutare se la minaccia è reale».

    Nel corso dell’incontro si è infine concordato di dedicare specifica attenzione al fenomeno emergente delle minacce provenienti da formazioni neonaziste e neofasciste, nonché a quelle rivolte dalla criminalità organizzata agli operatori dell’informazione che con il loro lavoro accendono un faro sul malaffare in aree del territorio particolarmente a rischio.

  • Premio Morrione 2017: le inchieste vincitrici.

    Tabù HIV di Giulia Elia e Le mani sul Fiume di Giulia Paltrinieri sono le inchieste vincitrici della Sesta Edizione del Premio Roberto Morrione per il Giornalismo Investigativo.

  • Premio Morrione 2018: presentato il bando.

    Anche l’Ucsi collabora alla settima edizione del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo riservato agli under 31 con la passione per l’inchiesta, promosso dall’associazione Amici di Roberto Morrione e dalla Rai.

  • Sindacato dei giornalisti in piazza contro minacce e precariato

    Tanti annunci dalla politica ma ancora niente è stato fatto per mettere un freno alla querele temerarie contro i giornalisti : #bastaprecariato, #bastaquereletemerarie, #bastacronistiminacciati sono gli hashtag/slogan che hanno scandito il 'presidio simbolico' di un'ora organizzato dalla Fnsi, con il sostegno di una decina di organi e associazioni di giornalisti (fra gli altri, Odg, Inpgi, Casagit, Articolo 21 e Unione Nazionale Cronisti Italiani) a Piazza Montecitorio. All’iniziativa ha aderito anche l’Ucsi.

  • Ventiquattro anni dopo, #noinonarchiviamo

    Ventiquattro anni dopo l'uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin si è svolto un presidio dei giornalisti a Saxa Rubra organizzato da Fnsi, Usigrai e Cdr del Tg3 con l'adesione di Libera informazione, Associazione Premio Morrione e Articolo21.