social

  • A Carlentini la prima presentazione del nuovo libro di Salvatore Di Salvo

    «Un'approfondita analisi di stringente attualità. Un percorso che conduce il lettore ad attraversare il mondo dei social, dell'intelligenza artificiale e degli algoritmi». Con queste parole Francesco Pira, professore associato in Sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’Università degli Studi di Messina, si è espresso su ““La comunicazione cristiana nei social” (edizione Apalós), il libro del giornalista Salvatore Di Salvo, nel corso della prima presentazione che si è tenuta alla presenza di oltre quattrocento persone che hanno riempito la Chiesa Madre di Carlentini.

  • Adolescenti sempre più connessi ai social

    Più piccoli, più legati al proprio smartphone. La pandemia ha reso più stretto il rapporto tra gli adolescenti italiani e i bsocial network, secondo l’analisi di Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca Iard su un campione di oltre 10.500 studenti tra i 13 e i 19 anni.

  • Diminuiscono (da marzo) gli utenti dell'informazione in Rete. Primo Corriere.it

    Sorpasso in vetta per i siti di informazione on line: il Corriere batte Repubblica. Gli utenti unici del Corriere della Sera però calano del 23% in confronto a marzo, crescendo tuttavia del 62% rispetto a gennaio. Lo stesso vale per il secondo classificato, la Repubblica (-27% su marzo, +53% su gennaio), per il terzo, TgCom25 (-23% e +29%) e il quarto, Il Messaggero (-22% e +25%).

  • drag&drop - La sottile leggerezza dei social (*)

    Geolocalizzati, felici e contenti, ma soprattutto liberi di essere social e fuori da ogni “termine e condizione di utilizzo”. Basta cliccare su “accetta” e chi se ne importa della profilazione dell’utente? Tanto avere la vita costantemente spiata da telecamere, come gli abitanti dell’Oceania del romanzo 1984 di George Orwell, oggi, è l’ultimo dei problemi. Con questa consapevolezza milioni di utenti in tutto il mondo aprono account sui social e fanno log-in per accedere a centinaia di servizi, app, utilities, abbonamenti on line e tools, noncuranti che ad attenderli non ci sono solo i famigerati cookies ma sistemi di profilazione dell’utente molto ben affilati e pronti a carpire gusti e tendenze. D’altronde questa è l’epoca in cui o si sta fuori o si sta dentro la Rete nel bene e nel male.


    Basta usare il cellulare per dire al “Grande Fratello 2.0” dove ci troviamo esattamente, chi siamo, cosa facciamo, cosa cerchiamo. Tutto questo ormai lo si considera normale e tutti hanno compreso che se uno smartphone indica il tempo di percorrenza casa-lavoro-lavoro-casa non è che si è dentro l’ultima spy-story. Si è semplicemente immersi nella società googlizzata e nel mondo degli algoritmi. A differenza, però, del protagonista di 1984 che decide di scrivere il suo diario di protesta al regime del “Grande Fratello”, manifestazione di libero arbitrio e libero pensiero, nascosto nell’unico angolo della casa dove il teleschermo non può registrarlo, oggi non abbiamo paura di esser visti troppo.

    Non abbiamo né le angosce del protagonista di The Truman Show né i deliri del giovane Leonardo Di Caprio nel film The Beach, ennesima trasposizione sul grande schermo de Il Signore delle mosche di William Golding. Piuttosto abbiamo paura della solitudine, dell’esclusione, dell’abbandono, di quella drammatica condizione, volendo stare ancora in ambito cinematografico, vissuta dagli astronauti in centinaia di film, ossia la paura di perdersi nel vuoto e nel silenzio ovattato dell’iperspazio internettiano. Per evitare questo la persona-utente trova “consolazione” nei social. Ed è su questa “consolazione” che fa leva Il quinto potere (citazione del film di Bill Condon su Wikileaks). La nostra umanità tracciata in modo indelebile su Facebook, Instagram, Twitter e su tutti gli altri social esistenti e che verranno interessa a qualcuno. I social, per chi li possiede e li gestisce, sono solo una macchina che produce potere politico ed economico. Basta cambiare un algoritmo e le multinazionali del mondo digitale fanno il bello e il cattivo tempo su migliaia di aziende e milioni di persone che corrono spasmodicamente dietro alle mode dei pochi detentori delle nostre relazioni sociali. La chiave è sempre la stessa: dare gratis alle persone-utenti per trarre benefici economici dalle nostre informazioni e dalle nostre attività che quotidianamente passano attraverso i social e i motori di ricerchi. D’altronde chiediamoci perché mai questi grandi colossi della Silicon Valley hanno deciso di quotarsi in borsa?  

    Vincenzo Grienti

     

    (*) drag&drop è la rubrica di Vincenzo Grienti che analizza periodicamente, sul nostro sito, le novità della tecnologia e gli effetti che producono 

  • Elezioni 2018: la tv ancora centrale nella comunicazione politica. Per i social c'è tempo...

    Nel 2013, prima delle ultime elezioni politiche, il Centro di ricerche e servizi sulla comunicazione (CiCo) dell'Università di Pisa, coordinato da Adriano Fabris, aveva condotto un'analisi approfondita di quella campagna elettorale. "I risultati - dice ora il prof. Fabris al nostro sito - erano stati molto interessanti, perché avevano ribaltato l'idea molto diffusa che il web potesse prendere il sopravvento sulla televisione e sulle piazze". Di nuovo però adesso c'è davvero poco, ed è per questo, spiega, che quell'analisi non è stata ripetuta cinque anni dopo.

  • Gli italiani e lo smartphone: gli 'over 55' lo utilizzano più degli stranieri, per chat, app, social

    Italiani inseparabili dal proprio smartphone, fin qui niente di nuovo. Più sorprendente il fatto che lo sono anche gli italiani ‘over 55’.

  • Il bilancio della fruizione di internet in Italia, nel 2018

    Fine anno, tempo di bilanci. Anche di quanto tempo stiamo in rete. Il report è di Comscore e misura l’audience ‘multipiattaforma’ degli italiani.

  • Il giornalismo è social quando percorre le vie dell'umano - #Ripensiamoci - 2

    Tempi, modi, processi e abitudini di giornalisti, operatori dell'informazione e della comunicazione sono stati messi a dura prova durante il periodo di emergenza sanitaria per via del Covid-19. La "chiusura" ha chiamato tutti ad affrontare questo tempo sospeso sperimentando tecniche nuove e strumenti diversi.

  • Informazione e religione ai tempi dei social

    Informazione e religione al tempo dei social”. E’ il tema dell’incontro che si svolgerà domenica prossima,12 febbraio, alle 17, nel salone del seminario vescovile "San Giovanni Paolo II" di Lamezia Terme.

  • La community che si forma attorno al presepe

    A pochi giorni dal Natale riproponiamo oggi un bell'articolo di Vincenzo Grienti, giorbalista molto esperto di social network. Il presepe, scrive, è veramente un ambiente social. Buona social-lettura, allora! (ar)

  • La community del presepe

    Nonostante la rappresentazione del presepe possa sembrare statica o tendenzialmente dinamica, quel momento storico che ogni anno viene riprodotto nelle nostre case, nei luoghi di lavoro e negli spazi pubblici è un luogo di condivisione e interazione. E’ un ambiente “social” nel senso e nel significato reale del termine. Non “social” come sinonimo di conoscenza e competenza degli strumenti e delle nuove tecnologie del 3.0, non modo elegante per definire “smanettone” una persona, un professionista, un giovane adulto o nativo digitale, ma “social” nel senso di capacità di ogni individuo di vivere pienamente la socialità, ossia la tendenza delle persone alla convivenza sociale.

  • La nuova emergenza globale catalizza l'attenzione di tutti i media

    La nuova emergenza globale ha chiaramente preso il sopravvento su tutte le altre notizie. E per la prima volta la pandemia è passata in secondo piano su tutti i mezzi di comunicazione.

  • Le notizie viaggiano sui social. Ma non più (solo) su Facebook

    Le notizie viaggiano sempre più sui social. Ma non gli stessi del passato. Facebook perde peso, YouTube, WhatsApp, Instagram, TikTok e Telegram hanno continuato ad attrarre più utenti per le news.

  • Nel presepe il significato dell'essere #social

    Mentre riponiamo i presepi nelle nostre case, riproponiamo oggi un bell'articolo che Vincenzo Grienti, giornalista ed esperto di comunicazione digitale, ha scritto qualche tempo fa per la nostra rivista Desk.

  • Nel presepe il vero significato dell'essere #social

    Nonostante la rappresentazione del presepe possa sembrare statica o tendenzialmente dinamica, quel momento storico che ogni anno viene riprodotto nelle nostre case, nei luoghi di lavoro e negli spazi pubblici è un luogo di condivisione e interazione. E’ un ambiente “social” nel senso e nel significato reale del termine. Non “social” come sinonimo di conoscenza e competenza degli strumenti e delle nuove tecnologie del 3.0, non modo elegante per definire “smanettone” una persona, un professionista, un giovane adulto o nativo digitale, ma “social” nel senso di capacità di ogni individuo di vivere pienamente la socialità, ossia la tendenza delle persone alla convivenza sociale.

  • Quando il giornalismo è davvero social / 2

    Tempi, modi, processi e abitudini di giornalisti, operatori dell'informazione e della comunicazione sono stati messi a dura prova durante il periodo di emergenza sanitaria per via del Covid-19. La "chiusura" ha chiamato tutti ad affrontare questo tempo sospeso sperimentando tecniche nuove e strumenti diversi.

  • Se ognuno si fa il proprio social...

    Da qualche ora c’è un altro social in rete, ed è quello di Donald Trump. Si chiama “Truth” (“verità”) e per ora è disponibile solo su App store di Apple. L’inizio tuttavia non è stato dei migliori, con diversi inconvenienti tecnici segnalati dagli utenti.

  • Sempre più social, ma quale utilizzo ne facciamo?

    La società Blogmeter ha svolto per il secondo anno consecutivo la ricerca “Italiani e Social Media” intervistando 1500 italiani, tra i 15 e i 64 anni.
    Lo studio si è concentrato soprattutto sui “perché”: quali sono le motivazioni profonde che ci spingono ad usare i social? Per quale ragioni ne scegliamo taluni, piuttosto che altri? Quanto siamo influenzati e influenzabili?

  • Verso una piena presenza sui social, il nuovo documento del dicastero per la comunicazione

    Si intitola “Verso una piena presenza" il documento che il Vaticano ha dedicato ai social, pubblicato da Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione.