D come ‘Donna’. La stessa iniziale di Dono. Destino. Devozione. Dedizione; ma anche di delitto, dolore, danno: ricordate il motto falsamente goliardico-automobilistico e ferocemente maschilista “chi dice donna, dice danno”? Con le parole si può giocare. Ma con le parole - si sa, eppure lo si dimentica troppo spesso - si può pure offendere, ferire. Fino a uccidere. Simbolicamente. E materialmente: come la conta in crescita esponenziale delle vittime di “femminicidio” di questa ennesima estate italiana rovente - e non solo sul fronte degli incendi dolosi, o su quello meteo dell’anticiclone dal significativo nome di Lucifero - dimostra. Ampiamente.