Sul prossimo numero di DESK 2 2017

Dedicato a chi vuole approfondire i temi della comunicazione senza fermarsi ai titoli

Libero, creativo, partecipativo e solidale. Il lavoro dei giornalisti e quello da loro raccontato
di Vania De Luca
 
23ac2b1 8eab897È un numero audace, questo nostro Desk sul Raccontare il lavoro, per diversi motivi. Nasce come contributo dell’Ucsi al percorso avviato dalla chiesa in Italia e focalizzato sul tema lavoro, in vista della quarantottesima Settimana sociale dei cattolici a Cagliari, dal 26 al 29 ottobre 2017. Tema che è un’emergenza nazionale, più che un oggetto di analisi o di studi, con la disoccupazione giovanile che supera il 39%,
e che nelle regioni meridionali arriva al 50%, con oltre 20 giovani su 100 che non studiano né lavorano; con un futuro che, in mezzo a cambiamenti profondi, è tutto da inventare, nella consapevolezza che se la sfiducia prende il sopravvento, è un’intera società a risultare perdente.
Ci siamo domandati se questo percorso chieda un nostro contributo specifico e quale questo possa essere, e lo abbiamo individuato in tre direttrici.
 
 
Il principio lavorista. La bussola antropologica del giornalismo
di Francesco Occhetta
nubi montagnaPer raccontare il lavoro, il giornalismo è chiamato a percorrere un viaggio, fatto di parole nuove, professioni diverse, abitudini e stili che stanno cambiando. Certo, va raccontato il viaggio che sta trasformando la professione giornalistica dall’interno, il modello del brodcasting che ha portato allo sharing della comunicazione insieme alle forti disuguaglianze di una professione spesso mal pagata, condizionata da ritmi insostenibili e governata da un Ordine fragile. Ma da raccontare è soprattutto il viaggio che l’intera società italiana sta compiendo per entrare nel nuovo mondo del lavoro, quello della quarta rivoluzione industriale, basata sugli sviluppi dell’intelligenza artificiale e dell’applicazione del digitale nel lavoro. Ogni nuova domanda sociale interpella l’agire giornalistico. Nel tempo delle macchine e dei robot, quale significato assumerà il lavoro per la vita degli uomini? Quali devono essere i (nuovi) diritti e doveri del lavoratore? E ancora: come sconfiggere la disoccupazione e quale formazione garantire ai giovani per prepararli al lavoro del futuro?
 
 
 
Le sfide del lavoro nella società globale
di Leonardo Becchetti
COMPENSOL’osservazione della realtà sociale in cui viviamo richiede sempre un equilibrio tra tre registri: quello della gratitudine, della denuncia e della speranza. Il registro della gratitudine ci suggerisce che viviamo un’epoca straordinaria, nella quale possiamo godere della fatica e dei progressi nelle conoscenze (per definizione non reversibili) di tutte le generazioni che ci hanno preceduto. Nessuna generazione ha mai avuto, grazie alle scoperte del passato in campo medico di cui oggi possiamo godere, la possibilità di vivere così a lungo (l’aspettativa media di vita nel nostro Paese è più di due volte superiore a quella dell’anno dell’unità d’Italia). La tecnologia ci mette inoltre a disposizione possibilità straordinarie, inimmaginabili sino a qualche tempo fa, e la creazione della rete è una rivoluzione così profonda da segnare un confine preciso tra le generazioni che la seguono e quelle che la precedono.
 
 
Homo sapiens e Machina sapiens. Il futuro del lavoro
di Paolo Benanti
media africaniIl mondo del lavoro conosce oggi una nuova frontiera: quella delle interazioni e della coesistenza tra uomini e intelligenze artificiali. Prima di addentrarci ulteriormente nel significato di questa trasformazione dobbiamo considerare un implicito culturale che rischia di sviare la nostra comprensione del tema. Nello sviluppo delle intelligenze artificiali (AI) la divulgazione dei successi ottenuti da queste macchine è sempre stata presentata secondo un modello competitivo rispetto all’uomo.
 
 
Un nuovo modello di welfare per rispondere alle sfide sociali
Rosa Maria Serrao intervista il ministro del Lavoro Giuliano Poletti 
poletti giulianoLa crisi economica e finanziaria, che da anni attanaglia il mondo globalizzato e articola i bisogni della collettività, esige uno sforzo corale nel ripensare strategie di sviluppo e di tutela capaci di andare oltre i modelli conosciuti, per evitare che una parte della società sia lasciata indietro, abbandonata al suo destino. Una nuova concezione di welfare può rispondere fino in fondo alle sfide sociali solo mettendo al centro la persona, nella concretezza delle sue relazioni familiari e sociali, nella sua appartenenza di genere e di generazione. Un welfare è davvero efficace se favorisce un modello di cittadinanza compiuto, teso a promuovere uguaglianza di opportunità, ad incentivare la responsabilità dei soggetti e a investire nella costruzione di una migliore società, superando la logica attenta solo ai vincoli di bilancio. Non è semplice far valere un’etica pubblica condivisa per la promozione della giustizia e dell’inclusione sociale, soprattutto con l’impegno a trasformare le situazioni che generano bisogno e povertà, e sostenere chi mette in gioco le sue potenzialità e i suoi talenti.
 
 
De-ideologizzare il lavoro. Le sfide aperte per i sindacati dei lavoratori
di Marco Bentivogli
SindacatoIn Italia il lavoro rappresenta da sempre un terreno di scontro ideologico, nel quale il merito finisce spesso in secondo piano. Espressioni come “macelleria sociale”, “compromesso al ribasso”, “deportazioni”, “attacco alla democrazia e alla Costituzione” fanno parte di un armamentario retorico da politica a orizzonte quotidiano che ha come unico risultato quello di de-responsabilizzare la classe dirigente, compresa quella sindacale, rispetto alla complessità dei problemi. La conseguenza è la polarizzazione delle posizioni sul nulla, marchio di fabbrica di un Paese che vive perennemente in campagna elettorale. Una politica fondata sull’emotività e non sui valori praticati nei fatti finisce, però, solo per ingrassare l’orda populista, che del resto è abituata a solleticare la pancia del Paese: un gioco, questo, che a lungo andare rischia di mettere in crisi la nostra democrazia.
 
 
Il Lavoro nell'offerta Rai
a cura di Rosa Maria Serrao
rai bluLe problematiche e le politiche del lavoro vanno oggi collocate in uno scenario inedito rispetto al passato, come si è cercato di
documentare in questo numero di Desk, e fanno parte di quelle questioni fondamentali che stanno segnando un cambiamento d’epoca. Il nostro auspicio è che le domande sul lavoro possibile e umano possano incontrare nel Servizio pubblico un luogo non solo di rappresentazione, ma anche di relazione e formazione, di ricerca, di elaborazione, di confronto e scambio, in cui approfondire e cercare soluzioni culturali condivise. Questo, nello spirito di un Servizio pubblico all’altezza della sua storia e della sua migliore tradizione, fondata sulla qualità dell’informazione e dei programmi oltre che sul rapporto di fiducia con i cittadini.
 
 
Comunicare il lavoro. Vent’anni d’informazione per il cittadino
di Costantino Coros
cavallo raiCapire cosa fare per cercare un lavoro, magari quello più adatto alle proprie attitudini e studi. Sapere a chi rivolgersi, centri per l’impiego, agenzie per il lavoro, contattare direttamente le aziende o rispondere agli annunci. Tutte dinamiche in continuo cambiamento, che chiedono di essere comunicate perché i cittadini siano informati con puntualità e chiarezza. In questo campo, esperienze di trasmissioni televisive e radiofoniche, canali web o edizioni in carta stampata, appositamente dedicati, ci sono state ed esistono tuttora.
 
 
Giovani, lavoro, media: la difficile quadratura del cerchio
di Luca Alteri e Paolo De Nardis
testatequotidianiartIn questo lavoro ci siamo concentrati sul rapporto tra i Millennials e il lavoro, certi di come quest’ultimo costituisca ancora la vexata quaestio della società contemporanea, in quanto definisce l’inclusione o l’esclusione di una determinata categoria sociale, fornisce identità e consapevolezza del proprio ruolo, è una palestra di disciplina e di diritti, garantisce autonomia economica rispetto alla famiglia di origine, dovrebbe, infine, assicurare la produzione di ricchezza in favore della nuova famiglia o quantomeno tenere questa al riparo dalla caduta nell’area della povertà. Il lavoro, o meglio il salario, in definitiva è ancora baricentrico nel meccanismo di riproduzione sociale e costituisce un imprescindibile benchmark della condizione giovanile. Lo era ieri, lo è ancora oggi.
 
 
Il lavoro narrato e quello negato. La scommessa dei disoccupati fra testa, mani e cuore
di Donatella Trotta
donneUn nuovo, urgente «patto sociale umano». Che intrecci due dimensioni centrali: la persona e il lavoro. Un patto che nell’attuale sistema capitalistico neoliberista non dimentichi «la natura sociale dell’economia, e dell’impresa» di fronte alle due «sfide epocali» della profezia e dell’innovazione, per il bene comune. Un patto che ricordi l’importanza della dignità femminile (e umana tout court) oltre la dimensione del lavoro. Un patto, ancora, che rammenti anche il senso etimologico della parola “sindacato”: dal greco syn-dike, ovvero “giustizia insieme”. E che riduca le ore di lavoro di chi ha molte stagioni alle spalle, a favore dei giovani: perché è una «società stolta e miope quella che costringe gli anziani a lavorare troppo a lungo e obbliga una intera generazione di giovani a non lavorare, quando dovrebbero farlo per loro e per tutti».
 
 
“Del lavoro delle tue mani”. Il fondamento biblico della dignità del lavoro
Roberta Leone intervista don Luca Mazzinghi
credibilitaDon Luca Mazzinghi, biblista, ordinario di Teologia biblica alla Pontificia Università Gregoriana, è presidente dell’Associazione Biblica Italiana. In questa intervista, l’attualità delle questioni del lavoro e della giustizia sociale nella prospettiva storica e culturale della Bibbia. E la vocazione fondamentale inscritta nel lavoro, tra moderne schiavitù e i nuovi lavori al tempo dell’industria “4.0”.
 
 
Dal dopoguerra ad oggi. Le Acli per il lavoro
di Monica Forni
ACLI LOGOLe ACLI nascono contestualmente alla ricostituzione del sindacalismo democratico nel nostro Paese, al termine della lunga parentesi fascista: poco dopo la decisione dei sindacalisti comunisti, socialisti e cattolici di dare vita ad una confederazione sindacale unitaria – la CGIL-, si sente il bisogno, da parte della Chiesa e della Democrazia Cristiana, di dotare i lavoratori cattolici di un punto di riferimento diverso dal partito, dove trovare quella dimensione formativa e sociale che fino ad allora era mancata.
 
 
Il Terzo settore tra riforma e opinione pubblica
di Paola Springhetti
Manif Pantheon 23 10 12Negli ultimi anni, i media – e con loro una parte dell’opinione pubblica – sono diventati progressivamente più critici nei confronti del mondo del non profit, prendendo di mira di volta in volta una delle tante realtà che lo compongono. C’è stato il tempo delle case famiglia, accusate di togliere i bambini alle famiglie povere per guadagnarci sopra; quello delle cooperative, che dopo “Mafia Capitale” sono diventate tutte corrotte e colluse; quello delle Ong, che dicono di salvare i migranti dalla morte in mare e invece inciuciano con i trafficanti… Anche in questo campo la demagogia la fa da padrona, e il Terzo settore è diventato quello che specula sui poveri, spendendo soldi pubblici che potrebbero essere meglio destinati.
 
 
Alternanza Scuola Lavoro e giornalismo. Un primo bilancio
di Guido Mocellin
alfabetoC’era una volta il giornale scolastico. Alle generazioni più mature viene subito in mente La zanzara: non il programma radiofonico attualmente condotto da Giuseppe Cruciani per Radio 24 ma, appunto, il giornale studentesco del liceo Parini di Milano, dal quale l’altro ha ereditato il nome, protagonista di una delle più clamorose avvisaglie italiane del Sessantotto. Possiamo dire che era – ed è laddove esperienze del genere sono ancora attive, magari online – la forma naturale attraverso la quale quegli studenti della scuola secondaria superiore che nutrivano propensioni e ambizioni giornalistiche iniziavano a misurarsi sul terreno concreto del lavoro di redazione.
 
 
Lavorare con gli altri. Le diverse competenze che integrano il lavoro giornalistico
di Andrea Melodia
internet thNell’era di internet è divenuto evidente che la professione giornalistica deve ricorrere a tecnologie e competenze diversificate. Nelle scuole di giornalismo non si insegna più soltanto l’uso della scrittura tradizionale: il giornalista può essere chiamato, nelle diverse circostanze, a usare la propria voce, a “reggere il video”, a effettuare riprese sonore e visive, a montarle, a trasmetterle, a convertirle nei vari formati, oppure a inserire le notizie, i reportage o le interviste realizzate da sé o da altri in un sito internet, in un blog, in un social network, o in una scaletta di trasmissione, oppure ancora a manipolare grandi quantità di dati per ricavarne informazioni, orientamenti, o magari comportamenti scorretti o criminali… Ma non tutto si può insegnare nelle scuole di giornalismo.
 
 
Ordine dei Giornalisti. La partita si gioca sulla qualità
di Alberto Lazzarini
socialnetwork«La giudico una consiliatura molto positiva, nonostante sia stata estenuante e sofferta in alcuni momenti, oltre che più lunga (di un anno, ndr)». All’indomani dell’ultima seduta del Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti (2013-2017), il presidente Nicola Marini traccia un bilancio dell'attività svolta e individua gli obiettivi salienti del futuro di quella che è “la casa comune” dei giornalisti italiani. Il tutto alla luce - anche - della mini riforma dell'Ordine, recentemente introdotta dal Governo, che ha imposto la drastica riduzione dei componenti del “parlamentino”: da 154 a 60 membri. Con le nuove regole, i 105.000 giornalisti italiani andranno a votare le domeniche 1 ed eventualmente 8 ottobre per il rinnovo del Consiglio nazionale e dei Consigli regionali.
 
 
La Ricerca. Quando la Chiesa social “passa” sulla stampa
di Rita Marchetti, Paolo Mancini, Susanna Pagiotti

twitter stampa

In un’epoca in cui le diete mediali dei cittadini stanno cambiando (Reuters 2017) e le redazioni si interrogano sulle strategie migliori per incrementare gli introiti pubblicitari per il tramite dei social media, Facebook, Twitter e altre piattaforme di social networking sono diventate fonti giornalistiche importanti, alle quali i professionisti della comunicazione attingono per la scrittura dei loro pezzi.
 
 
 
In fretta ma non troppo. I tempi del lavoro giornalistico
di Carlo Verna
ue reteSlow news no news. La velocità è sempre stata frenetica compagna del giornalista. Oggi lo è grandemente di più e sta cambiando con molte insidie il modo di lavorare. Un tempo la partita era solo dal punto di vista della massima tempestività di acquisizione della notizia. Quando, a partire dal XVIII secolo, i direttori dei giornali americani cominciarono a farsi la concorrenza attraverso i fattorini inviati nei porti per recuperare al più presto testi provenienti dalla vecchia Europa, non c’erano ancora la radio e la televisione, il cui avvento ha introdotto il tema delle velocità di pubblicazione ovvero di emissione. Per far prima, mentre stava per arrivare il telegrafo, si ricorse al sistema dei piccioni viaggiatori.
 
 
In Sequocompenso4 300x239ardegna per il lavoro. La 48esima Settimana sociale a Cagliari
di Alessandro Zorco
C’è un filo conduttore che lega la 48ª Settimana sociale dei cattolici in Italia, che si svolgerà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre, alla visita di papa Francesco nel capoluogo sardo avvenuta nel settembre di quattro anni fa. Quel filo conduttore è sicuramente il lavoro, merce preziosa in una Sardegna dilaniata da una crisi economica senza precedenti, che investe soprattutto i giovani e li priva della speranza nel futuro. Per questo, per comprendere appieno il significato del grande incontro ecclesiale che il prossimo ottobre scandaglierà a fondo le tematiche del lavoro, bisogna prendere le mosse dalla accorata preghiera spontanea pronunciata dal Pontefice la mattina del 22 settembre 2013, dopo aver riposto i fogli in cui aveva scritto il suo discorso ufficiale.
Ultima modifica: Mar 8 Ago 2017

UCSI - PI 01949761009 - CF 08056910584 - Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 224 del 29/09/2014 - Tutti i diritti riservati