DOVE STA ANDANDO IL GIORNALISMO ONLINE?

PRIMA È CAMBIATO IL SITO DI REPUBBLICA, ORA QUELLO DEL CORRIERE DELLA SERA. E ANCHE IL NEW 1394215068 foto4-600x335YORK TIMES HA RIVOLUZIONATO IL SUO. ECCO LE NUOVE TENDENZE DEI QUOTIDIANI ONLINE. Quando un punto di riferimento per l’informazione online decide di cambiare – e radicalmente – il suo approccio a Internet, è sempre indicativo di un mutamento importante nell’intero settore.  Il nuovo sito del Corriere della sera, appena lanciato, rappresenta da questo punto di vista un buon esempio di una tendenza che è ormai una realtà (finalmente) assodata. L’aspetto più interessante della svolta del quotidiano milanese è infatti l’abbandono del “.it” che caratterizzava la precedente veste del sito, cambiamento che ha interessato – non a caso – anche i profili social della testata. Il cambiamento, sostanziale, va a interessare la cultura redazione e testimonia una volontà di ripensamento complessivo del medium giornale. Quella che potrebbe rappresentare a una prima occhiata solo un minimo ritocco grafico è invece la presa di coscienza di una realtà che interessa tutto il settore: anche per l’informazione, infatti, non esiste più il confine tra digitale e fisico.
 Una testata giornalistica non può più essere un prodotto pensato per un solo ambito da eventualmente 1394214548 foto2-600x335adattare all’altro. Un giornale è un spazio declinato su tecnologie diverse: carta, web, social media e gadget elettronici. Se i modi in cui esso può essere fruito sono diventati molti di più rispetto al passato, la sua identità deve essere la medesima, anche se declinata in contesti e spazi diversi. In tempi recenti, anche La Stampa si è mossa nella medesima direzione e la stessa idea è stata adottata anche dal più giovane quotidiano italiano, Pagina99, che nasce declinato su diversi canali, proprio perché diversi sono i canali dove i lettori vogliono leggere le notizie e diversi sono di conseguenza gli approcci da mantenere.
La parola è certamente abusata, ma la lettura di un giornale è un’esperienza che non si esaurisce su un solo formato. Wired ha declinato la sua nuova strategia digital first smettendo addirittura di definirsi come un giornale, altri, come il Guardian, hanno persino scelto di declinarsi anche in spazi fisici, di cui il #guardiancoffee di Londra è un esempio più che efficace. Questo cambiamento di approccio si ripercuote anche sull’organizzazione dei contenuti che, mai come prima di oggi, devono essere pensati avendo ben in mente come il lettore, e il suo insieme di abitudini e richieste, debbano essere al centro dell’esperienza di lettura.
Sempre più testate online escono a questo proposito con un sito di tipo responsive – che si adatta, ovvero, da solo a ogni schermo da cui viene fruito – ed è pensato per girare agilmente su desktop, tablet e smartphone, senza versioni mobile o riduzioni. Una scelta che risponde perfettamente ai trend della rete, dove vige la costante crescita del mobile, anche qui in Italia. Infatti, mentre l’uso di Internet da computer inizia a scendere anche nel nostro paese, quello dai dispositivi mobile cresce costantemente e in modo repentino. Come è naturale, anche le scelte editoriali di chi fa informazione devono andare in questo senso.
Uno degli aspetti che ha fatto più discutere del nuovo sito del Corriere è l’abbondanza di immagini. Mentre scriviamo, la homepage del sito propone oltre 100 contenuti visuali e ben poco testo. La scelta è simile a quanto fatto 1394214708 foto3-600x335da Repubblica che, lo scorso autunno, ha ridisegnato Repubblica.it (qui il dominio marca ancora la differenza). Il sito del quotidiano romano è per certi versi simile a quello del Corriere: anche in questo caso, infatti, abbondano i video e le foto in home, ma l’approccio di Repubblica nel cambiare la propria presenza online sembra essere stato meno radicale di quanto fatto dalla testata di Rcs.
Paragonando le due home si nota come quella del giornale diretto da De Bortoli sia orientata maggiormente verso una struttura meno gerarchica dei contenuti e, per quanto affollata di elementi, risulta complessivamente più ordinata e geometrica, mentre quella del giornale diretto da Ezio Mauro appare ancora troppo riempita, con un eccesso di font di dimensioni diverse e un attaccamento troppo marcato alle diverse tipologie di articoli, cui sembrano assegnati posti diversi nella homepage, su tre colonne.
Il nuovo Corriere della sera online, invece, ibrida (addio colonna di destra acchiappaclick) contenuti di differente tipo e tenore in quello che sembra più un continuum di ingredienti diversi che, come ha commentato Massimo Mantellini, ricorda anche un po’ Pinterest. L’attenzione per le immagini e i video, comunque, è un trend in costante crescita anche in Italia, come dimostrano anche i dati Audiweb più recenti: sono oltre otto milioni gli italiani che, a gennaio 2014, hanno guardato almeno un filmato online. Non stupisce, quindi, se YouReporter, specializzata in citizen journalism in formato video, sia stata da poco acquisita da Rcs.La scelta di puntare sulle immagini è senza dubbio incentrata sulla facilità di youreporter  fruizione via schermi piccoli e alcuni elementi del nuovo sito del Corriere, per esempio, sembrano improntati a un approccio addirittura touch-first e a detta di chi scrive il nuovo sito di via Solferino funziona complessivamente meglio su tablet che su sito. Ma le sole immagini possono bastare? Nel caso del Corriere della sera, forse, sarebbe il caso di reintrodurre qualche elemento testuale in più per evitare il disorientamento dei lettori, mentre Repubblica – come detto – dovrebbe omogenizzare maggiormente i suoi contenuti per superare l’effetto folla.
I recenti cambiamenti in casa New York Times sono una rappresentazione globale dei trend maggiori del settore, cui anche i media italiani si stanno finalmente adeguando: il giornale come continuum di contenuti e mobile come volano di crescita digitale. Dal punto di vista della lettura di un singolo articolo, il sito del quotidiano americano rappresenta senza dubbio uno standard di riferimento. Gli articoli del New York Times, infatti, hanno un testo ben inquadrato al centro della pagina web, bottoni social ben visibili e accessibili e immagini preponderanti ma non invadenti. Gli spazi vuoti, inoltre, rappresentano un efficace riposo nei confronti del grande numero di contenuti offerti. Il sito del New York Times, da un punto di vista di organizzazione della sua homepage, sembra però andare in un’altra direzione rispetto a due quotidiani italiani. Abbracciata ovviamente le responsiveness, le immagini non sono al centro della sua homepage – ancora ben concentrata sul testo – per quanto ben presenti anche con foto più grandi e gallery a tutto schermo nel complesso del sito. Scelte diverse, figlie anche di culture giornalistiche diverse e approcci editoriali di diverso tipo. Questo dimostra ulteriormente come non esista una ricetta definitiva per il tanto agognato futuro del giornalismo, fatte salve alcune tendenza maggiori che tutti, prima o poi, dovranno affrontare. L’unica cosa certa, in questo settore, è che questi anni di innovazione radicale e di costante mutamento hanno dimostrato come un’idea univoca e una soluzione buona per tutti non possano più essere pensate. I futuri del giornalismo saranno, infatti, numerosi e con ogni probabilità, molto diversi gli uni dagli altri. (WIRED)
Ultima modifica: Gio 8 Gen 2015