44ª GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI 16 maggio 2010: ”Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola”

gcs Il compito principale del sacerdote è annunciare la Parola di Dio fatta carne, uomo, storia, diventando in tal modo segno di quella comunione che Dio realizza con l'uomo. L'efficacia di questo ministero richiede che il sacerdote viva un rapporto intimo con Dio e che sia radicato in un amore profondo e nella conoscenza delle Scritture Sacre "testimonianza" in forma scritta della parola divina, che egli condividerà sapientemente con chi è affidato alla sua cura pastorale e con tutto il mondo.

Il Messaggio per la 44ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali vuol invitare in modo particolare i sacerdoti, nel corso di quest'Anno Sacerdotale e dopo la celebrazione della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, a considerare i nuovi media come una possibile grande risorsa per il loro ministero al servizio della Parola e vuole dire una parola di incoraggiamento affinché affrontino le sfide che nascono dalla nuova cultura digitale.

I nuovi media, infatti, se conosciuti e valorizzati adeguatamente, possono offrire ai sacerdoti e a tutti gli operatori pastorali una ricchezza di contenuti accademici e devozionali che prima erano di difficile accesso, e facilitano forme di collaborazione e di crescita di comunione impensabili nel passato. Grazie ai nuovi media, chi predica e fa conoscere il Verbo della vita può raggiungere con parole suoni e immagini - vera e specifica grammatica espressiva della cultura digitale - persone singole e intere comunità in ogni continente, per creare nuovi spazi di conoscenza e di dialogo giungendo a proporre e realizzare itinerari di comunione. Se usati saggiamente, con l'aiuto di esperti in tecnologia e cultura delle comunicazioni, i nuovi media possono così diventare per i sacerdoti e per tutti gli operatori pastorali un valido ed efficace strumento di vera e profonda evangelizzazione e comunione. Saranno una nuova forma di evangelizzazione perché Cristo avanzi lungo le vie delle nostre città e davanti alle soglie delle nostre case dica nuovamente: "Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" (Ap 3, 20). (Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali).

mons_celliMons. Claudio Maria Celli ( nella foto), presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, commentando il messaggio del Papa a Radio Vaticana, ha affermato, tra l'altro, che:" Il messaggio non è rivolto solamente ai sacerdoti ma è rivolto a tutti perché è la Chiesa in quanto tale, quindi sacerdoti e fedeli laici impegnati, che deve riprendere consapevolezza di questa sua responsabilità nel campo dei media, in questa cultura digitale. Certo è che nel contesto della Chiesa i sacerdoti giocano un ruolo particolare e il Papa sottolinea in maniera molto esplicita che si tratta di una pastorale vera e propria nel campo creato dalle nuove tecnologie. Il Papa, nel suo messaggio, fa rilevare che dobbiamo esercitare una diaconia, un servizio, nel campo della cultura digitale. Qualcuno, recentemente, mi domandava: ma esiste veramente una cultura digitale? Tutto dipende da che contenuto noi diamo alla parola "cultura". Una cosa però è certa: le nuove tecnologie hanno cambiato la nostra vita e, allora, credo che chi svolge un ministero sacerdotale debba vedere anche come suo campo di pastorale il mondo dei media.

Il Papa in questi suoi ultimi messaggi guarda le nuove tecnologie con interesse, ne percepisce anche l'offerta concreta che le nuove tecnologie possono offrire all'annuncio della Parola. Perché - è innegabile - rimane sempre valida la missione affidata alla Chiesa, quella di annunciare la Parola, l'unica parola che salva. Però è anche vero, e ne siamo pienamente consapevoli, che le nuove tecnologie danno ampio spazio anche a ciò che va a detrimento dell'uomo, che influisce negativamente sulla vita dell'uomo. Io, alle volte, sottolineo sorridendo che l'uomo di oggi è molto attento all'ecologia e - direi - giustamente: è attento all'aria che respira, all'acqua che beve, ai cibi che gli vengono offerti. Però è meno attento a una ecologia spirituale. Vuol dire che è meno attento a tutto ciò che oggi la società alle volte ci offre anche di meno degno, di meno rispettoso per la dignità dell'uomo. Direi che il Papa - io l'ho sottolineato varie volte - non è ignaro di queste difficoltà, anzi lui stesso nel messaggio dello scorso anno sottolineava alcuni limiti della cultura digitale. Ecco perché credo che in questo settore chi è preposto, quindi quel sacerdote che si assume in maniera esplicita una pastorale nel mondo digitale, deve essere consapevole. Ed è qui ancora di più l'attenzione della Chiesa. E' innegabile, oggi che le nuove tecnologie non aiutano al silenzio e io mi domando che spiritualità vera, profonda, possa esserci se l'uomo non sa godere di certi momenti di silenzio.

La Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, l'unica celebrazione mondiale voluta dal Concilio Vaticano II (Inter mirifica, 1963) è celebrata in quasi tutti i Paesi, per decisione dei Vescovi del mondo, la domenica che precede la Pentecoste. L'annuncio del tema avviene il 29 settembre, festa degli Arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele, designato patrono di quanti lavorano nella radio. Tradizionalmente, il Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale viene reso pubblico il 24 gennaio, giorno dedicato alla memoria di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Le Conferenze Episcopali e gli Uffici diocesani hanno così il tempo per preparare il materiale necessario alle celebrazioni nazionali e locali.

Video da www.paoline.org

Ultima modifica: Lun 10 Dic 2012