Eventi

I principali appuntamenti promossi dall’Ucsi

Beatitudini del giornalista

Beato il giornalista che non cerca il successo o l'interesse personale, e che al centro del racconto non mette mai se stesso

Beato il giornalista che non si nasconde all'ombra del potere ma è voce di chi non ha voce, occhi di chi non vede, orecchie per chi non è ascoltato da nessuno

Beato il giornalista che non alimenta paure e chiusure ma che nutre fiducia e speranza

Beato il giornalista che non si accontenta di notizie scritte a tavolino

Beato il giornalista che ascolta la coscienza e che non tarpa le ali alla libertà

Beato il giornalista che denuncia tante cose che non vanno, per rendere la vita migliore

Beato il giornalista che cerca sempre la verità e mai il compromesso, anche quando c'è un prezzo da pagare

Beato il giornalista che ama la pace e la giustizia e che diventa sale, lievito e luce di comunità

Beato il giornalista che riesce e raccontare buone notizie che generano amicizia sociale

Beato il giornalista che è un artigiano della parola ma conosce il valore del silenzio.

 

gruppo assisi

 

Il testo delle "beatitudini del giornalista" è stato elaborato con i giovani della scuola di formazione dell'Ucsi ad Assisi. E' stato letto al termine della messa conclusiv. (foto sotto)

 

BEATITUDINI LETTURA

 

Il ruolo dei media nel valorizzare il 'sinodo' del Mediterraneo

Il Cardinal Gualtiero Bassetti, aprendo l’incontro dei vescovi a Bari "Mediterraneo frontiera di Pace", ha sottolineato anche l’importanza del ruolo dei media per valorizzarne appieno l significato.

Giornalisti nel web: una questione di fiducia

4 ScuolaUcsi vista dai giovani

Siamo in tempo per riconvertirci, a patto di essere disposti a cambiare paradigma”. La seconda giornata della scuola di formazione Ucsi si è aperta con l’incontro con Federico Badaloni, responsabile ‘architettura dell’informazione’ della divisione digitale del gruppo Gedi. Il titolo dell’incontro, “La riconversione digitale”, si iferisce veramente ad una ri-voluzione, quella digitale appunto, già in essere da tempo e con la quale i media devono fare i conti per mantenere l’ago della bilancia in equilibrio tra sostenibilità economica e credibilità tra i lettori.

I numeri

Secondo il Reuters Institute digital news report 2019 (leggi qui la sintesi sul sito Ucsi), il 36% dei lettori italiani (su un campione di 2000 persone intervistate) spende il proprio tempo e le proprie energie per schivare online le notizie delle testate mainstream.

Il profilo di coloro che evitano le notizie corrisponde a quello di un cittadino impegnato in parrocchia, in politica, nel mondo delle associazion. Gli intervistati appartenenti a questa fetta dichiarano di farlo per non sentirsi ‘tristi’ e ‘impotenti’, e sono altresì convinti che i giornalisti drammatizzino le notizie. Queste persone affermano di informarsi sulle testate native digitali.

L’analisi di un fallimento

Secondo l’ultimo report annuale del Reuters, quindi, più di 1 italiano su 3 nutre sfiducia nel lavoro giornalistico. “È impensabile l’idea di trasferire nell’ambiente del digitale le dinamiche attraverso fino ad ora si è guadagnato sulla carta – ha spiegato Badaloni–. Quest’ultima era subordinata ad una ‘compravendita dell’attenzione’ tramite la pubblicità e doveva sottostare a regole ben precise di spazio (o di tempo, per le tv): queste regole vengono meno nel digitale, dove per produrre di più, si intacca l’approfondimento della notizia, arrivando ad una ‘compravendita della fiducia’”.

Il Trust Project

Esiste un consorzio di 120 testate giornalistiche a livello mondiale che ha messo nero su bianco i criteri attraverso cui una testata online può dichiararsi “autorevole” ai propri lettori, conquistando una sorta di Docg dell’informazione. I criteri sono riassumibili in una serie di domande: Il giornalista che ha scritto l’articolo si trovava sul luogo? Le fonti sono citate? Esiste un curriculum del giornalista sul sito? È possibile segnalargli eventuali errori? “Una questione di fiducia, accresciuta attraverso il rapporto che la testata crea con il lettore e che il lettore a sua volta trasferisce, in un vero e proprio flusso, ad altri lettori: Trust in the users, fidati degli utenti. E anche dei giornalisti”, ha concluso Badaloni. Non mancano gli esempi di “ce l’ha fatta”: The Correspondent, The New York Times e The Washington Post, Il Post, Dagens Nyeter (dalla Svezia con furore). Leggere per credere.

In un video le belle immagini della Scuola Ucsi di Assisi

In un breve filmato, Andrea Cuminatto racconta con le immagini la bella esperienza di Assisi. Lì, dal 14 al 16 febbraio, si è svolta la scuola "Giancarlo Zizola", ideata e organizzata dall'Ucsi. Lo stesso autore ha realizzato anche alcune interviste ai giovani che vi hanno partecipato, le vedremo presto anche sul nostro sito.

Intanto ecco qui i tre giorni dell'Ucsi ad Assisi, con le immagini.

Il sogno spirituale dei giornalisti. La riflessione di Francesco Occhetta alla scuola Ucsi

3 ScuolaUcsi vista dai giovani

Serve ritrovare un sogno spirituale” ovvero un sogno che ha le sue radici profonde nella vita spirituale, anche per i giornalisti. Padre Francesco Occhetta, consulente ecclesiastico dell’UCSI, ha aperto la sessione mattutina del 15 febbraio, secondo giorno della scuola di Assisi, proponendo un breve momento di riflessione spirituale, ma sottolineando anche l’incidenza e le ricadute che la spiritualità ha in tutti gli ambiti della vita.