Il nostro racconto del Forum dell'informazione ambientale e il contributo che ha portato l'Ucsi Sicilia

Vi esorto a utilizzarne il metodo che Papa Francesco ci insegna: disimparare, imparare e reimparare. Disimparare vuol dire dimenticare i luoghi comuni, specialmente sul tema dell’ecologia e soprattutto quando dietro la menzogna ci sono gli interessi. E come per l’Amazzonia, anche sulla Sicilia i luoghi comuni e i concetti da disimparare sono tanti. Io li ho scoperti soprattutto andando altrove perché andare fuori aiuta proprio a mettere in atto questo metodo per l’analisi: si torna per guardarsi intorno, disimparando e imparando ex novo, per poi aprirsi e reimparare qualcosa di più e di nuovo”. Lo ha detto il vescovo di Cefalù Mons. Giuseppe Marciante nell’omelia della celebrazione eucaristica nella Basilica cattedrale di Cefalù a conclusione del XIV Forum dell’Informazione cattolica per la custodia del Creato che si è svolto dal 6 all’8 settembre a Cefalù.

La giornata, inserita nella Celebrazione della 14ª Giornata Nazionale per la custodia del Creato, si è svolta nel Santuario di Gibilmanna. “Ambiente, giovani e lavoro” è stato il tema della tre giorni organizzata dall’associazione Greenaccord onlus, in collaborazione con l’Ufficio nazionale per i problemi sociali e lavoro della Cei, con la diocesi di Cefalù, con Fisc, Ucsi e diversi partner.

Obiettivo è stato indagare la ricchezza e la fragilità della biodiversità, riflettere sul ruolo dei giovani quali custodi del creato, analizzare le prospettive di lavoro che derivano dalla cura della casa comune. Tra i relatori il vescovo Giuseppe Marciante, Rosanna Virgili, Andrea Masullo, Pippo Onufrio, Alessandra Bailo Modesti, Cecilia Costa. Il Forum si è articolato in due giornate e in tre sessioni di lavoro, affrontando lo stretto rapporto tra tre temi collegati tra loro: ambiente, giovani e lavoro. E’ stato aperto dalla relazione del presidente nazionale di Greenaccord onlus Alfonso Cauteruccio, della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi, il quale ha sottolineato che “C’è una emergenza, soprattutto per quanto riguarda il clima, che richiede l’azione di tutti”. Nella sessione pomeridiana della prima giornata, è stato presentato il messaggio dei vescovi italiani per la XIV giornata per la custodia del Creato. “Contemplare, preoccuparsi e agire. Questi sono i tre verbi che i vescovi italiani ci invitano a vivere in occasione di questo mese del creato 2019 - osserva il direttore dell’Ufficio Problemi sociali e del lavoro della Cei - dedicato alla biodiversità. La cura della casa comune passa dalla capacità di riconoscere la bellezza della diversità nella creazione, dal desiderio di porre fine alle minacce portate dall’uomo alla biodiversità e dall’impegno concreto per salvaguardare il pianeta. Coltivare la biodiversità è un dono oltre che un dovere”.

“Dobbiamo promuovere l'innovazione ambientale, oggi il futuro sta solo nel solare e nell'eolico. Bisogna combattere perché il petrolio e il carbone che ci sono, e ci sono ancora, restino sottoterra – ha detto Pippo Onufrio, direttore di Greenpeace, al termine della prima sessione della seconda giornata. L'evoluzione della stampa ambientale nel corso degli ultimi 50 anni, è evidente com’è cambiata la ‘comunicazione del rischio’ che trae le radici da Seveso e Chernobyl, proponendo l'idea di un giornalismo della catastrofe mentre “oggi si consuma la tragedia del clima e della biodiversità senza che ci sia il dramma. C'è ma non si vede”. “L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo”.ucsi sicilia cefalu

Salvatore di Salvo, componente della Giunta nazionale Ucsi - intervenuto a nome della presidenza nazionale - cita l’enciclica di Papa Francesco “Laudato Sì”, che espone, tra l’altro, i vari motivi che contribuiscono ai cambiamenti climatici e alla nascita di tali fenomeni. Al centro della tre giorni i giovani, la situazione dell'ambiente e quella del lavoro. Tre fattori fondamentali – gli unici – per coltivare il futuro e la biodiversità, fattori che possono promuovere la rivoluzione sociale, culturale e ambientale di cui oggi Greta Thurnberg è simbolo, forse anche tendenza, ma di cui l'intera comunità giovanile è il vero portavoce a livello internazionale.

Sulla stessa lunghezza d’onda, Elisabetta Guidobaldi, capo servizio Ansa e pioniera del giornalismo specializzato sui temi dell'ambiente: “E' vero che Greta si è fatta portavoce del coraggio di questa generazione, dei giovani che escono fuori e superano l'ansia e la paura”; catalizzandoli e dotandoli di legittimazione. “L'esempio: lei rappresenta l'esempio”. “Greta è un'occasione che arriva nel momento giusto. Siamo nell'era della fede – aggiunge Cecilia Costa, docente di sociologia all'università Roma Tre – e non possiamo ignorare questo passaggio, si tratta di cogliere il momento della spiritualità. La capacità del linguaggio di renderci liberi e uguali è il vero potere dei giovani che si confrontano con una società diversa dalla nostra”.

L'occasione per la nuova generazione è sicuramente un cambiamento epocale, secondo tutti i punti di vista. Il lavoro c'è, ma va indirizzato verso nuove frontiere, che non sono quelle dell'immigrazione giovanile che scappa dalla Sicilia – dall'Italia – alla conquista di un posto lontano dalle proprie terre. A confermarlo a Gibilmanna è stato il flash mob del movimento delle ‘valigie di cartone’, promosso da Padre Antonio Garau con la diocesi di Palermo. Un movimento che sotto l'appello “Io la mia terra non la lascio”, prega affinché l'agenda politica riveda la necessità di tenere i propri giovani qui, a coordinare lo sviluppo di questo paese, che ne ha bisogno, invece di proporre solo l'estero e l'emigrazione come possibilità di riscatto sociale e lavorativo. “La biodiversità umana non è l'ultima in questo elenco di priorità che stiamo affrontando, è anzi quella che può offrire ai giovani l'opportunità di interagire non semplicemente con la natura”, ha detto la biblista Rosanna Virgili. “Bisogna dare vita a un nuovo sistema sociale che sappia riscattare anche gli errori della nostra generazione”.

Alessandra Bailo Modesti, Head di Green Cities Area – Fondazione per lo sviluppo sostenibile, aggiunge: “L’occupazione dell’Ue nel settore dei beni e servizi ambientali è passata da 2,8 milioni di occupati nel 2000 a 4,1 milioni nel 2015. La transizione alla green economy, infine, sta cambiando in modo significativo la domanda di competenze: anticiparne e prevederne i fabbisogni è fondamentale per garantire una transizione armoniosa e ridurre al minimo gli squilibri tra competenze e posti di lavoro”. Dei temi della disoccupazione giovanile e dello spopolamento dei territori del comprensorio madonita la Chiesa si è fatta interprete per cercare soluzioni. Ora la fondazione ‘Laboratorio della Speranza’ è già un percorso concreto, che mette a disposizione del lavoro giovanile i beni della Diocesi per creare opportunità lavorative. A questi beni se ne aggiungeranno altri, perché nel sogno e nella volontà del vescovo, la priorità è il sostegno alle nuove generazioni, che non fuggono dai centri siciliani per scelta ma per necessità. Alternative vere, nuovi modelli di sviluppo improntati all’ecologia e a uno sviluppo davvero sostenibile, l’unico possibile. Il presidente di Greenaccord Alfonso Cauteruccio ha ricordato il percorso fatto insieme al Vescovo e alla Diocesi per sostenere e incoraggiare il ‘Laboratorio della Speranza’.

Ultima modifica: Mar 10 Set 2019