Il 'taccuino luminoso dei pellegrini' indaga il rapporto tra fede e comunicazione

Fede e comunicazione, pellegrinaggi e comunione fraterna, parole che accostate formano dei binomi perfetti, ma come fare per associarli? "Il taccuino luminoso del pellegrino. Passi evangelici per il cammino" prova ad essere una guida per far si che il lettore possa incamminarsi in un percorso di fede e speranza.

"Questo strumento è nato dal desiderio profondo di offrire un vademecum agile, semplice e chiaro che accompagna il pellegrino nel cammino fisico, ma con attenzione specifica alla dimensione spirituale", spiega l'editore Ediciclo. "Il taccuino è un progetto a più voci e nasce dall'intuizione di Raimondo Sinibaldi direttore dell'ufficio pellegrinaggi della diocesi di Vicenza e con lui è stata coinvolta nel progetto anche Antonella Anghinoni", racconta Suor Naike Monique Borgo autrice del libro e protagonista dell'intervista.

Come si comunica la parola del Signore durante l’epoca digitale?

"La fede è comunicazione perché è relazione. In particolare lo è quella cristiana fondata sulla relazione personale che nasce da un incontro con il Dio in cui crede. É un Dio che crea l’uomo per stare con lui, per condividerne la vita fino ad incarnarsi mandando l’amato figlio Gesù come uomo tra gli uomini. Sicuramente nei secoli la trasmissione della fede cristiana ha cambiato modalità, strumenti...ma l’essenza è rimasta sempre la stessa.

La Parola di Dio, secondo me, va narrata anche oggi tenendo conto delle diverse caratteristiche dei media, ma facendo sempre riferimento alle esperienze personali, che diventano testimonianza di un incontro possibile e reale. Molte persone criticano i social media e in parte condivido le preoccupazioni che sostengono soprattutto rispetto ai giovani e giovanissimi, tuttavia credo che anche i social possano essere autentici luoghi di evangelizzazione se usati con cautela ed attenzione, esattamente come i luoghi fisici e gli altri luoghi mediati.

Il “Taccuino luminoso del pellegrino” è cartaceo, ma penso possa essere accolto positivamente anche dai più giovani: la mia esperienza di pastorale giovanile mi conferma che una proposta che differisce dalle abitudini è realizzabile ed accettata se proviene da testimoni adulti stimati dai ragazzi. In questo senso anche la proposta del Taccuino può essere un utile supporto ad un’esperienza di cammino fisico accompagnata da un cammino interiore... e quindi una proposta di fede".

Un libro come il taccuino può aiutare a ritrovarsi?

"Il libro nasce dal desiderio di farsi compagni di viaggio dei pellegrini di oggi per offrire loro una proposta di fede. Tutti coloro che hanno compiuto un cammino fisico hanno fatto l’esperienza di appuntarsi una parola, un fatto, una data...che hanno avuto un significato particolarmente rilevante.

Se consideriamo che la preparazione di uno zaino comporta una selezione accurata di ciò che accompagnerà l’esperienza, il Taccuino è la soluzione per avere una piccola proposta di fede ed insieme lo spazio per appuntare i propri pensieri".

Come si coniugano comunicazione e fede?

"La fede cristiana, essendo una relazione, ha bisogno di crescere continuamente, esattamente come accade per ogni relazione sana. Questo passaggio implica la frequentazione, la confidenza, l’amicizia profonda con Dio...e la rilettura spirituale, cioè una comprensione alla luce della fede, delle esperienze, degli incontri, delle letture, degli studi, del lavoro...che fanno parte della nostra vita. Il Dio di Gesù Cristo infatti è un Dio che si comunica continuamente dentro la storia e attraverso molteplici sfaccettature della vita di ogni persona.

Per me che sono una Suora Orsolina del Sacro Cuore di Maria e che lavoro nell’ambito della comunicazione per alcuni uffici della diocesi di Vicenza, comunicazione e fede sono pressoché univoche: la mia comunicazione non può più prescindere dalla mia fede e dalla mia scelta di vita.

E’ un percorso stimolante quanto esigente perché mi provoca continuamente a verificare la coerenza con cui vivo i valori che per me sono rilevanti. Nello stesso tempo mi sembra di vivere la mia vita come una continua testimonianza: la mia persona è esposta mediaticamente su vari fronti e questo mi impone una particolare attenzione perché tutto ciò che vivo è amplificato da una presenza sempre più mainstream. E’ una responsabilità, soprattutto da quando sono stata nominata vice-direttrice dell’ufficio comunicazioni sociali della diocesi, ma nello stesso tempo realizza un aspetto che fa parte della mia vocazione: la dimensione dell’annuncio di fede.

Il carisma della mia congregazione inoltre consiste “nella promozione e nella salvezza della classe popolare femminile”, come diceva Giovanna Meneghini nostra fondatrice. Incarniamo il carisma ricevuto nei diversi ambiti di lavoro e di pastorale.

La preparazione specifica alla comunicazione ed i ruoli che mi sono stati affidati in diocesi mi permettono da una parte di continuare la dimensione di annuncio cristiano e dall’altro di diventare “voce di chi voce non ha”, che declino cercando storie particolari di donne da valorizzare e raccontare nella radio diocesana, Radio Oreb, oltre che attraverso tante altre collaborazioni. La narrazione di fede e quella di esperienze femminili, che spesso coincidono, diventano il punto d’incrocio tra il mio carisma personale ed il carisma dell’istituto e pertanto è particolarmente importante per me in quanto suora orsolina.

E’ un ambito nuovo nel quale vivo spesso anche la solitudine di chi si misura in contesti “di frontiera”, tanto che fino ad ora non ho ancora incontrato religiose impegnate in modo specifico ed a tempo pieno nella comunicazione, tuttavia è un ambito estremamente appassionante per me, nel quale avverto nettamente che “nell’osservare il complesso delle cose vedo la mano di Dio che conduce tutto”, come diceva la nostra fondatrice. Le persone incontrate, le possibilità aperte in modo del tutto impensabile...tutto mi sembra rientrare in un disegno più ampio, strettamente interconnesso e tutto da scoprire".

Cosa vuole comunicare il taccuino?

"Il taccuino vuole essere prima di tutto un compagno di viaggio, ma anche un testimone del pellegrinaggio del cuore che ciascuno vive e un aiuto per scendere in profondità dentro se stessi.

É un’occasione per affrontare un cammino non solo con i piedi, ma anche con il cuore".

Ultima modifica: Lun 22 Giu 2020