Ad un anno da Assisi/4 - Il sogno spirituale dei giornalisti

3 ScuolaUcsi vista dai giovani

Serve ritrovare un sogno spirituale” ovvero un sogno che ha le sue radici profonde nella vita spirituale, anche per i giornalisti. Padre Francesco Occhetta, consulente ecclesiastico dell’UCSI, ha aperto la sessione mattutina del 15 febbraio, secondo giorno della scuola di Assisi, proponendo un breve momento di riflessione spirituale, ma sottolineando anche l’incidenza e le ricadute che la spiritualità ha in tutti gli ambiti della vita.

Noi diventiamo le parole che ascoltiamo” ha sottolineato inizialmente padre Occhetta, aggiungendo subito anche la responsabilità di quanti comunicano in modo professionale: sono infatti coloro che mediano e, quindi, condizionano quanti ricevono le notizie. “La parola è realmente lo strumento più debole, ma è anche il più forte che ogni giornalista usa perché può fare tanto bene, ma può anche portare conseguenze distruttive”, ha continuato.

La meditazione si è incentrata sul brano del Vangelo di Matteo che, al capitolo 4, narra le tentazioni di Gesù nel deserto. Il brano è centrale per interrogarsi sulla propria identità professionale e su quella comunitaria, unico antidoto ai populismi secondo la riflessione del gesuita. La prima attualizzazione ha posto l’accento sull’importanza fondamentale della vita spirituale per l’UCSI, soprattutto “quando si vive la vita pubblica perché si viene gettati nel deserto e tentati, esattamente come è avvenuto per il Signore Gesù”.

L’invito di padre Occhetta ai numerosi presenti è stato quello di attraversare la tentazione rimanendo nella lotta interiore che porta tuttavia all’unità interiore se si affrontano le sfide con un graduale aumento della preghiera.

Le tre tentazioni vissute dal Signore Gesù vanno considerate come la ricerca della propria identità (chi voglio essere), la scelta del bene per amare (unica cosa che il male non offre), la custodia della fiducia piena con Dio. Ecco perché, come dice il Talmud della tradizione ebraica, “ricco è colui che si accontenta di ciò che ha, potente è colui che controlla i suoi istinti, sapiente è colui che sa imparare da tutti”.

Il sogno spirituale nasce dunque dall’alleanza, cioè dalla relazione con Dio, se stessi e il mondo in un orizzonte di fiducia crescente grazie all’esercizio del discernimento che affina gradualmente la propria identità.

Ultima modifica: Sab 13 Feb 2021