Giornalisti nelle scuole, rinnovata l'intesa con il ministero

Nonostante la pandemia, l’Ordine dei giornalisti rilancia l’intesa con il Ministero dell’istruzione per favorire tra i più giovani la conoscenza del mondo del giornalismo e dell’informazione.

Artefice del nuovo protocollo è stato soprattutto il presidente della Commissione culturale dell’Ordine Alberto Lazzarini, che è anche membro della giunta e tesoriere nazionale dell’Ucsi.

In pratica, “pur in un momento così difficile caratterizzato da una pandemia che ha bloccato tanti progetti”, sarà consentito ai professionisti dell’informazione di condurre lezioni strutturate nelle scuole superiori di tutta Italia sottolineando i più importanti ambiti di interesse, le tecniche più qualificanti e la ricaduta culturale dell’informazione sullo sviluppo democratico del Paese.

Il titolo dell’intesa dimostra di per sé l’ampiezza del progetto: “L’informazione come strumento di formazione per comprendere la complessità dei fenomeni sociali, economici, scientifici e culturali”.

Il protocollo è stato sottoscritto dal neoministro Patrizio Bianchi alla presenza della direttrice generale del Miur Giovanna Boda. Carlo Verna (presidente dell’Ordine) e Alberto Lazzarini hanno ricordato i risultati ottenuti nelle sei edizioni svolte. In totale sono stati coinvolti 479 istituti scolastici, 1.939 classi, 41.909 studenti, oltre a 503 docenti-giornalisti.

Adesso i giornalisti volontari che avranno offerto la propria disponibilità interverranno nelle scuole quali docenti «per spiegare ai ragazzi il valore dell’informazione e quali regole tecniche e deontologiche occorre seguire al momento di redigere l’articolo di giornale». Saranno pienamente coinvolti tutti gli Ordine regionali (che si metteranno di nuovo in relazione con gli Ordini regionali) e alla fine del percorso sarà celebrato un evento importante e significativo

Sul sito dell'Ordine dei giornalisti si sottolinea che "il progetto era nato per supportare i ragazzi che intendevano scegliere l’articolo di giornale quale prova di italiano all’esame di Stato". Quella prova ora non c'è più, ma le motivazioni restano valide. E in fondo, certamente, è un modo per far crescere la consapevolezza di tutti gli studenti.

Nella foto: la firma del protocollo con il ministro e con Alberto Lazzarini (foto Odg)

 

Ultima modifica: Ven 12 Mar 2021