Pensare il futuro (dell'informazione). Forum dell'Ucsi il 14 maggio a Roma
È ora di pensare il futuro. Ce lo chiede Papa Francesco, a corollario dei suoi tanti inviti, a cambiare le gerarchie delle notizie, consumare le suole delle scarpe, attivare un ascolto attento, di noi stessi giornalisti, delle nostre fonti, dei nostri interlocutori, del mondo che cresce attorno a noi.
Nel momento più critico per la categoria e per l’informazione, il papa cita il numero dei giornalisti morti in guerra, e ancora, quelli incarcerati. Nelle stesse ore Reporters sans frontiere ci avverte: l’Italia è crollata addirittura dal già preoccupante 41* posto nella classifica dei paesi, per libertà d’informazione, al 58*.
Certo, occorre capire criteri e parametri, ma l’aria che si respira non ci dice che la realtà sia molto diversa. Molto, però si muove, sulla piazza. Alcune settimane fa l’Ucsi ha chiamato attorno a un tavolo virtuale le istituzioni di categoria, Ordine, Sindacato, con l’Usigrai e alcuni soggetti di giornalismo sociale, come Slow Journalism e Constructive Network. L’invito, esteso a due giornalisti sacerdoti coinvolti loro malgrado nella guerra in Ucraina, è semplicemente: fare rete per uscire da questa impasse che sta facendo crollare la fiducia nel giornalismo, nella categoria.
Occorre uno stile nuovo, già incarnato da realtà editoriali del mondo cattolico che sono da tempo riferimento nel contesto editoriale in cui ci muoviamo, ma non basta. E allora, quale giornalismo comunitario? In quale contesto complessivo? L’Ucsi alza il tiro e lancia l’idea di una prima riflessione, sabato 14 maggio, nella sua sede romana, in San Lorenzo in Lucina, con i direttori delle principali testate di area, alcuni vaticanisti, giornalisti simpatizzanti che hanno dato disponibilità a mettersi in gioco. Un forum, #pensareilfuturo, che ci proietta verso una stagione forse inverta, ma che offre ampi spazi di riflessione e lavoro, insieme.
vincenzo Varagona è il presidente dell'Ucsi. L'articolo è pubblicato su Avvenire del 10 maggio