Giornata contro la violenza sulle donne, il dovere e la responsabilità dei giornalisti

Oggi, 25 novembre, è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Sulle modalità del “racconto” di queste tragedie intervengono ancora una volta la Commissione pari opportunità e il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Lo fanno per ricordare ai giornalisti “i doveri deontologici nell’uso di un linguaggio corretto che rifugga dagli stereotipi di genere, nell’obiettivo di fornire ai cittadini una informazione attenta, corretta e consapevole del fenomeno della violenza di genere, che eviti il pericolo di una vittimizzazione secondaria”.

Nel 2022 sono state già più di cento le donne vittime di femminicidio in Italia, metà delle quali uccise dai propri compagni (o ex compagni).

In molti casi sui media c’è stata una sorta di colpevolizzazione della vittima. C’erano insomma delle attenuanti alle azioni dell’assassino, una sorta di “causa scatenante”. E poi emergono stereotipi, pregiudizi, cronache distorte.

Sul sito dell’Ordine dei giornalisti si evidenzia come “il Testo Unico dei doveri del giornalista (art. 5 bis) chieda il ‘rispetto delle differenze di genere’. Nei casi di femminicidio, violenza, molestie, discriminazioni e fatti di cronaca, che coinvolgono aspetti legati all’orientamento e all’identità sessuale, il giornalista:

a) presta attenzione a evitare stereotipi di genere, espressioni e immagini lesive della dignità della persona;

b) si attiene a un linguaggio rispettoso, corretto e consapevole. Si attiene all’essenzialità della notizia e alla continenza. Presta attenzione a non alimentare la spettacolarizzazione della violenza’’. Il giornalista ‘’non usa espressioni, termini e immagini che sminuiscano la gravità del fatto commesso;

c) assicura, valutato l’interesse pubblico alla notizia, una narrazione rispettosa anche dei familiari delle persone coinvolte”.

Oltre alle carte deontologiche c’è il Manifesto di Venezia a cui anche l’Ucsi ha aderito.

Ultima modifica: Ven 25 Nov 2022

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