Anche l'Ucsi al convegno 'Utente e password'. Varagona: 'comunicazione da vivere'

i è concluso a Roma il convegno “Utente e password. Connessioni e profezia”, organizzato dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei. Nell’ultima giornata, oltre alla “fotografia” che l’Ipsos ha fatto della comunicazione nel “sistema Paese”, c’è stato spazio per le associazioni di approfondire il tema della comunicazione nel cammino del sinodo. E’ intervenuto anche Vincenzo Varagona, presidente dell’Ucsi.

Cosa ha detto? Occorre "ripartire con metodo sinodale e nuove chiavi d’accesso, evitando il copiaincolla proposto dal sistema, con la ricerca faticosa di una stringa non banale ma efficace, non da memorizzare ma da vivere". 

Le conclusioni poi sono state del direttore Vincenzo Corrado. Prima Don Domenico Beneventi, collaboratore dell’Ufficio, ha presentato le proposte emerse dai lavori di gruppo, che hanno impegnato i 140 partecipanti provenienti da 74 diocesi.

Dice mons. Domenico Pompili, secondo quanto riporta Agensir: “la Chiesa deve realizzare quello che la comunicazione esprime, cioè deve generare comunione”. Ancora: “quando la Chiesa si limita ad informare restringe il suo campo d’azione e finisce per essere confusa come una delle tante agenzie presenti e vocianti nell’agorà pubblica, perdendo quella differenza che la preserva dall’assuefazione alla chiacchiera”.

Pier Cesare Rivoltella, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore e fondatore del Cremit, dice che occorre “ripensare la forma della comunicazione” e i “cantieri sinodali” possono essere il luogo e l’occasione per contribuire a “leggere la realtà superando la concezione per la quale la presenza sia sintomo automatico di qualità, riflettere sulla confusione tra emozione e sentimento, andare oltre la cultura dell’accelerazione insistendo sul tema dell’igiene del tempo”.

Infine dal direttore Corrado è arrivato l’invito ad “inserirsi all’interno di una storia che ci precede e che ci seguirà. Non siamo battitori solitari, ma siamo e vogliamo essere tessitori di comunità. E vogliamo farlo attraverso la nobile arte della comunicazione, che non deve mai smembrare ma sempre ricomporre. È il dono della profezia cui siamo chiamati solo se mettiamo da parte gli interessi di parte”. ​

Ultima modifica: Lun 28 Nov 2022