Ad un anno esatto dal congresso Ucsi di Matera...

Sembra ieri, ma è già passato un anno. A marzo 2016 si chiudeva il Congresso di Matera, su Le sfide del giornalismo al tempo di Francesco, inizio di un mandato di quattro anni per il nuovo Consiglio Nazionale, per il presidente eletto dal congresso, e coadiuvato, per la prima volta, da due e non da un solo vice, per la giunta...

Un anno non è un tempo breve ma neanche è tanto lungo per le sfide che ci sono davanti. Un anno è un quarto del tempo a disposizione per questo gruppo dirigente. Credo sia importante il “fattore tempo”, che significa sapere dove si aggancia l’inizio di un cammino, facendo memoria della storia che ci ha preceduti, ma significa anche avere bene a mente quando e dove il tempo imporrà un passaggio di staffetta.

Chiunque ha una responsabilità, a ogni livello, dovrebbe sentire che quanto nel proprio tempo si riesce a fare e a realizzare è destinato a essere consegnato a quelli che verranno dopo, verso i quali si hanno responsabilità precise.

Un occhio indietro, dunque, alle radici, ma l’altro, e i piedi, in avanti, se si non si vuole rimanere impantanati.
In questo anno abbiamo rinnovato questo sito, diventato più che una vetrina e una carta di presentazione, una piccola comunità in cammino e un nostro occhio sul mondo, abbiamo rilanciato la rivista Desk, abbiamo approfondito temi importanti: il rapporto media e minori, la disintermediazione a cui ci induce a riflettere il rapporto Ucsi Censis che viaggia verso la quattordicesima edizione, le parole dimenticate del giornalismo, l’informazione nell’emergenza, i nuovi media, la media etica, il futuro della professione e dei nostri organismi di categoria, solo per citarne alcuni.

In agenda quest’anno la scuola di formazione Giancarlo Zizola che ci vedrà tornare ad Assisi il prossimo settembre, e temi importanti, come il lavoro, che vorremmo libero, creativo, partecipativo, solidale, e adeguatamente rappresentato sui nostri media, come le migrazioni, grande fenomeno sociale a livello globale, ma che vede l’Italia in prima linea sulle rotte verso l’Europa. Con quali occhi, con quale linguaggio, con quali capacità di analisi e contestualizzazione si racconta il nostro tempo?

Non ultima la nostra Ucsi, quella che vorremmo consegnare tra tre anni a chi ci seguirà: presente e viva su tutto il territorio nazionale, coerente con la sua identità, propositiva, dinamica, inquieta. Forse più snella, per tenere il passo con i tempi. Ma questa è storia da fare.

Ultima modifica: Dom 5 Mar 2017

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