Matera, la bussola e la rotta. Un anno dopo (secondo un giovane)

A un anno dal congresso Ucsi di Matera riparlarne è opportuno e utile. Non per il gusto di rinfrescare la memoria o per esercizio di stile ma per verificare la rotta di una nave, quella dell'Ucsi e più in generale del giornalismo, che in quel congresso si è munita di mappa, bussola e speranza...

Matera, infatti, ha rappresentato un momento di svolta perché in quei giorni l'Ucsi ha saputo riflettere su quanto di buono era stato fatto, per farne un'eredità importante, ma soprattutto perché ha dato vita, anche con un confronto molto animato, a un nuovo percorso interno ed esterno.

Il mondo è cambiato, per molti troppo e troppo velocemente. Ma il dato di fatto è che il mondo, che anche come giornalisti conoscevamo, non esiste più. La crisi, che spesso si analizza dal punto di vista economico, coinvolge in realtà tutte le dimensioni dell'umano: crisi di identità, crisi di spiritualità, crisi di socialità. Lo spaesamento è un sentimento che non di rado è comune tra gli italiani. Si naviga a vista, in superficie, con un senso di precarietà che abbraccia il lavoro come le relazioni e che non ci consente di entrare nella complessità dei problemi, di pensare a soluzioni più alte, di andare in profondità e in verticale e non solo orizzontale.

Di fronte a tutto questo, cosa fare? Anche il giornalismo è figlio di questa epoca. Matera - città meravigliosa che si prepara a essere faro e punto di riferimento della cultura a livello internazionale e che, come tale, è sempre fonte di ispirazione - ha dato risposte, o almeno spunti, interessanti. Tanti i temi trattati: il contributo che i giornalisti possono dare per aiutare la società a individuare strade nuove, diffidando delle scorciatoie, dei falsi diritti e dei populismi; il dovere dei giornalisti di raccontare i fatti, senza timore e senza ricatti; l'importanza di tornare a garantire diritti a chi svolge questo mestiere con passione, competenza e coraggio; il tema delle nuove professioni della comunicazione; la svolta digitale; i giovani, i loro sogni e i loro bisogni, il futuro.

L'Ucsi oggi, un anno dopo Matera, anche grazie a un gruppo dirigente motivato e preparato, continua a parlare di questi argomenti, a proporre punti di vista e a mettere a disposizione dei giornalisti e della società idee e percorsi possibili. Il nuovo sito Ucsi, così come le numerose iniziative di formazione, sono uno spazio di dialogo e di confronto, che accolgono dibattiti e opinioni, che raccontano le attività dell'Associazione su tutta la Penisola e danno voce ai territori, cuore pulsante della nostra Italia che, per uscire dalla crisi più forte e più solida, ha bisogno di unire e non di dividere.

Unire le energie migliori, mettere insieme le idee buone per edificare una visione più alta e più buona del giornalismo e della società, provando a fare a meno degli egoismi e della ricerca effimera di gloria da parte dei singoli. Questo mi ha lasciato Matera. Questo è quello che siamo chiamati a fare, come cristiani, come cittadini,

come giornalisti. "Ho scoperto che il mio problema è uguale al tuo: uscirne da soli è l'avarizia, uscirne insieme è la politica". Lo diceva Don Milani. Uscirne insieme è la politica buona, è anche il giornalismo buono, è soprattutto la società giusta. Il bene comune. Per dargli forma c'è bisogno dell'impegno di tutti. Buon lavoro Ucsi.

L'autore, Riccardo Clementi, è uno dei giovani delegati che ha partecipato al congresso Ucsi di Matera nel 2016

 

Ultima modifica: Lun 6 Mar 2017