Ritrovare il vero senso del lavoro: il messaggio dei vescovi ai lavoratori italiani

RACCONTARE IL LAVORO - IN CAMMINO VERSO CAGLIARI/2

La soluzione dei problemi economici e occupazionali così urgente nell’Italia di oggi non può essere raggiunta senza una conversione spirituale che permetta di tornare ad apprezzare l’integralità dell’esperienza lavorativa”. E’ questo il messaggio che i Vescovi italiani rivolgono ai lavoratori e alle istituzioni in questa giornata dedicata al lavoro.

In un’Italia dove la disoccupazione raggiunge mediamente il 12% con punte del 40% tra i giovani e nel Meridione è vicina al 20%, dove 8 milioni di persone sono a rischio di povertà spesso a causa di un lavoro che non c’è, è precario o è mal pagato, dove più di 4 milioni di persone sono in condizione di povertà assoluta, il lavoro deve necessariamente essere messo al primo posto nell’agenda politica e sociale.

Ma è la necessità di ridare prima di tutto senso e dignità all’attività lavorativa, sempre più snaturata e resa marginale dalla fredda “finanziarizzazione” dell’economia, l’elemento caratterizzante del messaggio recapitato ai lavoratori, agli imprenditori e alle istituzioni italiane da una Chiesa italiana proiettata verso la 48^ Settimana Sociale che si terrà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre.

Proprio Il fatto che per il grande appuntamento ecclesiale dedicato alle tematiche del lavoro si sia scelta la Sardegna non può non fare tornare alla visita papale di quattro anni fa, nel settembre 2013, quando Francesco, ancora fresco di conclave, parlò con grande emozione ai lavoratori e ai disoccupati sardi evidenziando un fatto fondamentale: se manca il lavoro manca la dignità.

“Non sarà possibile nessuna reale ripresa economica senza che sia riconosciuto a tutti il diritto al lavoro e promosse le condizioni che lo rendano effettivo”, si legge nel documento della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace che lega strettamente il problema del lavoro ai fondamentali principi di giustizia e di equità sociale: “Combattere tutte le forme di sfruttamento e sperequazione retributiva rimane obiettivo prioritario di ogni progresso sociale”.

Secondo i Vescovi, bisogna però partire dalla ricerca del senso ultimo del lavoro che non dev’essere ridotto alla sola, pur importante, dimensione economica. “Il lavoro è espressione della creatività che rende l’essere umano simile al suo Creatore. Secondo la tradizione cristiana, il lavoro è sempre associato al senso della vita; come tale esso non può mai essere ridotto a “occupazione”. È questo un tema quanto mai centrale oggi di fronte alla sfida della digitalizzazione che minaccia di marginalizzare l’esperienza lavorativa, oltre che causare la perdita di molti posti di lavoro”. Insomma, sostiene il documento citando l’Evangelii Gaudium, solo un’esperienza lavorativa libera, creativa, partecipativa e solidale potrà permettere ad ognuno di accedere ad una vera “prosperità nei suoi molteplici aspetti”.

Ripartire dalla scuola, primo investimento essenziale per una società che abbia a cuore il proprio futuro; ripartire dalle imprese che hanno il compito di trovare nuove forme organizzative in grado di valorizzare il lavoro; favorire l’imprenditorialità, dando prospettive di speranza soprattutto ai giovani che di prospettive hanno tanto bisogno; aiutare le famiglie, permettendo una maggiore armonizzazione dei tempi lavorativi e familiari. Queste, secondo i Vescovi italiani, sono le sfide fondamentali per far ripartire l’Italia, “nella consapevolezza della grande tradizione imprenditoriale, professionale, artigiana e operaia che abbiamo alle nostre spalle, profondamente intrisa della concezione cristiana”.

Proprio queste tematiche, il prossimo ottobre, saranno al centro della Settimana Sociale dei cattolici in programma a Cagliari. Con questo appuntamento, dal significativo titolo “Il lavoro che vogliamo: libero, creativo partecipativo solidale”, “la Chiesa italiana intende dare un contributo effettivo alla società italiana, affinché sia finalmente riconquistata la centralità del valore del lavoro. Questo diventa possibile- conclude il documento dei Vescovi - a partire dalla convinzione che sia proprio il lavoro umano a generare quel “valore”, capace di integrare la dimensione economica, anche di fronte ai cambiamenti epocali causati dall’incalzante innovazione tecnologica, con quella sociale e antropologica, di cui tutti oggi sentono il bisogno”.

Ultima modifica: Lun 1 Mag 2017