Giovani, lavoro e dignità: 'il futuro si costruisce insieme', Il confronto di oggi al Meeting di Rimini, verso la 'settimana sociale'.

"Siamo chiamati a discernere fra lavori umani e lavori disumani". E partecipare così alla costruzione di ciò che Dio ha fatto nella creazione. Con un applauditissimo intervento al Meeting di Rimini, padre Francesco Occhetta giornalista di Civiltà cattolica e consulente ecclesiale dell'Ucsi ha anticipato alcuni dei principali temi che saranno oggetto a Cagliari, alla fine di ottobre, della quarantottesima edizione delle "Settimane sociali" dei cattolici italiani.

Ne ha parlato nel corso di una tavola rotonda al Meeting di Rimini intitolata GIOVANI, LAVORO E DIGNITÀ DELLA PERSONA UMANA a cui hanno partecipato anche Mauro Magatti sociologo della Università Cattolica di Milano e Mons. Filippo Santoro Arcivescovo di Taranto e Presidente del Comitato Scientifico delle Settimane Sociali. Ha moderato Paolo Viana, inviato speciale di Avvenire.

Il nostro compito, ha sottolineato Occhetta, è quello di "lanciare semi" , nella consapevolezza che, come afferma il Vangelo, una parte non trascurabile darà frutto. Per fare questo occorre però costruire una "griglia di discernimento", formata da dottrina sociale e regole della democrazia. Il tutto secondo una tradizione - "quella nostra" - che non affonda le radici nello statalismo ma nella società, che vive di relazione perché "il futuro si costruisce insieme" e così "la comunità costituisce l'antidoto ai populismi" . Di qui la necessità di rilanciare il ruolo degli enti intermedi e favorire lo sviluppo dei singoli carismi che rappresentano la ricchezza da utilizzare per creare il bene comune.

Padre Occhetta ha poi enumerato i lavori oggi "non umani" , legati alle armi, al gioco d'azzardo, allo sfruttamento della persona, e ancora: al lavoro nero e a quello sottopagato, insomma quelle occupazioni che "umiliano la nostra dignità" e che acuiscono il conflitto sociale. La Chiesa, fin dal 1891, ha ricordato, è fortemente impegnata su questo campo, nella difesa non del lavoro quanto dei "lavoratori umiliati". Bisogna dunque impegnarsi a diffondere "la cultura del volto" e cambiare tanti settori decisivi della nostra società: dagli investimenti e dalla finanza senza etica al tenore di vita per alcuni senza limiti; dall'efficientismo tecnocratico "a prescindere", alla politica che non guarda all'uomo; fino alla rendita poco tassata e alla crescita senza occupazione. Nel corso dell'incontro Viana ha fatto riferimento al recente libro di padre Occhetta dal titolo "Il lavoro promesso".

Di grande rilievo anche l'intervento di Mauro Magatti che ha svolto una precisa disamina sull'evoluzione socioeconomica dal Dopoguerra sottolineando in particolare le gravi colpe politico-generazionali degli anni '80, che hanno creato un enorme debito pubblico avendo puntato sul consumo fine a sè stesso nell'illusione che produca, da solo, ricchezza. Il lavoro, ha osservato, va invece inteso non solo come "posto" ma, soprattutto, come attività creativa per persone e comunità. E va sostenuto da leggi e fiscalità adeguate.

Il lavoro e la persona sono stati infine al centro della profonda riflessione del vescovo Filippo Santoro, che ha osservato come non ci si possa fermare "al lamento e alla denuncia" ma occorra andare oltre proponendo le tante " buone pratiche" . Che ci sono.

Ultima modifica: Mar 22 Ago 2017