'Raccontare il Lavoro', i primi interventi alla Scuola Ucsi di Assisi

Il lavoro, un tema antico quanto l’uomo che si evolve nei secoli ma che non deve perdere la sua umanità. La storia attraverso quattro rivoluzioni industriali racconta di un braccio di ferro tra l’uomo e la macchina senza fine.

Un rapporto di forza che è iniziato con la nascita della fabbrica che si differenziava dal luogo di vita domestica sino a giungere ai nostri tempi, in cui forme innovative, come lo “smartworking" o l’home work” tramite la connessione, consentono di lavorare da casa.

Saltano pertanto tutte le tutele dei lavoratori previste dalla legislazione vigente, a partire dallo Statuto dei Lavoratori. Taranto in questo senso è una città simbolo in cui la macchina e il profitto hanno preso il sopravvento anche sulla vita dei lavoratori e degli abitanti del territorio. La maternità per le donne resta un vincolo, si trova davanti a una scelta tra riprodursi o produrre. Con la connessione remota si lavora dovunque e in qualsiasi momento, non esiste più la distinzione del tempo per l’occupazione e il tempo per la vita domestica o privata.

E allora da dove ripartire, come lavorare per un nuovo lavoro? È possibile comprendere le nuove forme di lavoro nella legislazione vigente? Come cambiare il suo racconto da parte di noi giornalisti? Sono le riflessioni emerse nella prima parte della Scuola di Formazione dell’UCSI in corso in questi giorni ad Assisi e che si legano all’intenso e fecondo cammino di preparazione verso la “settimana sociale” di Cagliari dedicata proprio a questi temi.

I volti delle persone che non lavorano, dei precari, di chi ha mal di lavoro e di chi ha un lavoro devono rappresentare il punto di partenza di coloro che si occupano delle politiche economiche. “Non basta intervenire sull’inflazione, è necessario agire con politiche mirate sull’occupazione” – dice Sergio Gatti, Direttore di Federcasse - “L’Italia ha ricevuto dei solleciti a occuparsi di queste problematiche dall’Unione Europea - ma è necessario che le normative nazionali siano uniformi tra loro”.

Inoltre oggi il lavoro , almeno nella parte che riguarda la retribuzione, l’orario, i luoghi, il rapporto tra datore e lavoratore, presenta caratteristiche molto diverse da quelle che aveva quando è stato concepito lo Statuto dei Lavoratori, commenta il giuslavorista Ciro Cafiero. “La Germania, l’Inghilterra e gli Stati Uniti sono più avanti, hanno inserito nell’ordinamento giuridico delle norme più innovative”. “Manca un’autorità di vigilanza delle politiche del lavoro a livello europeo”, ha concluso Gatti.

Anche la narrazione dei giornalisti del tema del lavoro può fare di più, concordano i relatori, spesso sono utilizzati termini impropri che spesso generano confusione.
La formazione e la specializzazione possono contribuire a creare un nuovo racconto del lavoro che deve essere costituito da tre elementi: il rispetto della dignità del lavoratore, la denuncia delle situazioni critiche e le proposte di buone prassi. Componenti che potrebbero aprire nuovi varchi di riflessione per intraprendere anche i cambiamenti.

Ultima modifica: Sab 23 Set 2017

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