I sette grandi mali del lavoro e la sfida, oggi, della chiesa italiana. Padre Occhetta intervista il cardinale Turkson

dall'inviata a Cagliari.

Meritocrazia, competenze e cura del creato: la sfida della chiesa italiana alla Settimana Sociale, giunta alla 48* edizione, pone al centro dei lavori "il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale.

In Italia lavora il 38% della popolazione, pari a 23 milioni di persone. Di questi 4 milioni lavorano part time. Su quattro persone che lavorano quasi tre sono pensionati. Lo scorso anno le imprese non hanno potuto assumere 258.000 persone per la mancanza di competenze e preparazione. Il 40% dei giovani è disoccupato. In generale il lavoro dei giovani non è pagato.

Sono i dati, qyesti, con cui Padre Francesco Occhetta ha aperto l'intervista al Cardinale Peter Turkson, Prefetto per il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, nella sessione dedicata alle ‘buone pratiche’.

Da dove ripartire perché il lavoro sia degno per un essere umano?, ha chiesto lo scrittore de La Civiltà Cattolica: "Dalla Chiesa", ha risposto il cardinale. "ll problema del non giusto riconoscimento del lavoro può toccare anche la Chiesa, specialmente nelle diocesi più povere o nelle terre di missione; anche noi dobbiamo affrontare questa sfida, quella di garantire un lavoro degno a tutti i nostri dipendenti. La Chiesa a volte può essere tentata di essere colpevole in queste cose", là dove "non c'è la capacità di pagare. Ma queste situazioni devono essere corrette".

Si è parlato anche di meritocrazia nel lavoro. La sua mancanza "uccide il lavoro e i lavoratori". I giovani più di tutti lamentano il non riconoscimento del merito nel mercato del lavoro. "Il lavoro, ha aggiunto Occhetta, soffre di sette grandi mali: investimenti senza progettualità; mercato senza responsabilità; tenore di vita senza sobrietà; efficienza tecnica senza coscienza (principi); politica senza società; privilegi senza ridistribuzione; sviluppo senza lavoro".

Ma il lavoro è anche una questione ambientale ha precisato Turkson che ha contribuito a redigere la seconda enciclica di Papa Francesco, la Laudato si'. “L'ambiente è il contesto in cui opera l'uomo, il quale ha il dovere di non trasformare il giardino in deserto. Non deve solo prendere, deve restituire all'ambiente. Passa dunque una relazione tra il creato e l'uomo in cui reciprocamente si prendono cura tra loro. L'essere umano non può vivere senza la natura e senza il lavoro. Ma il profitto non deve essere l' unica ragione dell'impresa. I flussi migratori dei paesi poveri verso l'occidente sono stati creati proprio da quegli imprenditori che andavano a cercare manodopera a basso costo. Sono stati loro a creare le rotte lungo le quali i migranti vengono a cercare un'opportunità di vita alternativa a quella di origine, afflitta da guerra e fame”.

E poi c'è l'intelligenza artificiale contro la quale non c'è sfida, hanno chiarito Occhetta e Turkson. L'uomo non può competere contro la velocità delle macchine ma può individuare delle aree in cui può intervenire con la sua umanità. Sfide importanti e difficili attendono dunque la Chiesa che tramite la dottrina sociale interviene a difesa del lavoratore, ha sottolineato il gesuita. E che altro si può fare, ha chiesto al Turkson? "Attraverso un'opera di sensibilizzazione, formazione e di educazione si possono creare le condizioni per creare un lavoro degno e e competente. Questa Settimana Sociale dei cattolici italiani dedicata al tema del lavoro è una grande risposta".

Ultima modifica: Ven 27 Ott 2017

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