Le quattro proposte della chiesa italiana alle istituzioni. Paolo Gentiloni interviene alla Settimana Sociale

dal corrispondete Ucsi a Cagliari

E’ stato il Vicepresidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali, Sergio Gatti, a presentare a nome della Chiesa Italiana, al Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni quattro proposte concrete frutto del lavoro di tutti gli oltre 1100 delegati.

Gentiloni, da parte sua, ha esordito nell’intervento citando il sindacalista e politico Pierre Carniti e affermando che “nelle grandi trasformazioni l’esperienza del lavoro diventa ciò che ci identifica”.

Ma il presidente del Consiglio ha anche apprezzato il lavoro svolto e il metodo utilizzato nei lavori preparatori, assicurando che “l’attività svolta sarà utile al Governo e alla Chiesa tutta”.

Le proposte annunciate hanno avuto come bussola di riferimento i quattro aggettivi usati da Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium, che poi sono diventati il tema della Settimana Sociale: “il lavoro che vogliamo, libero, creativo, partecipativo e solidale”.

Rivolgendosi direttamente a Gentiloni, giunto a Cagliari da Napoli, Gatti ha illustrato le modalità utilizzate “cercando di dare senso al lavoro, utilizzando linguaggi e canali comunicativi differenti, individuando competenze e visioni”.
Comune denominatore delle quattro proposte indirizzate al Governo Italiano è un patto tra le generazioni per un lavoro degno e di qualità.

Nella prima si vuole rimettere il lavoro al centro dei processi formativi, perché vengano rafforzai la filiera formativa, l’apprendistato e la formazione duale.

Con la seconda proposta si vuole stimolare l’investimento dei patrimoni familiari delle generazioni adulte.

La terza proposta annunciata vuole potenziare i criteri di sostenibilità ambientale e varare un programma di formazione delle Amministrazioni sul nuovo Codice degli appalti.

Per chiudere si è preso spunto del riesame dei parametri Iva che l’Unione Europea dovrà fare nel 2018 dopo 25 anni: la proposta è di ri-modulare le aliquote per le imprese che producono rispettando codici etici e ambientali oggettivamente misurabili.

Senza voler enfatizzare troppo la realtà, il presidente Gentiloni ha evidenziato una “ripresa economica che però non ha ancora cancellato le cicatrici di dieci anni di crisi”.
C’era grande positività nelle parole del premier, influenzate anche dai parametri delle principali agenize di rating che dopo 15 anni fotografano l’Italia in ripresa.
“Non è una ripresa senza lavoro – ha affermato Gentiloni - anzi con lavoro e con un rapporto del lavoro stabile. Ma tutta la politica sta lavorando intensamente per un lavoro libero innanzitutto dallo sfruttamento: non vogliamo nessuno spazio per la odiosa pratica del capolarato. E’ una condizione che non dobbiamo tollerare e che conta 400mila lavoratori sopratutto nel settore agricolo. Per difendere I lavoratori dobbiamo coinvolgere organizzazioni agricole e sindacali”.

Con uno sguardo rivolto al futuro l’ex ministro degli esteri nel governo Renzi ha profetizzato: “Le nuove economie si sposteranno sempre più verso nuove conoscenze, non bisogna farsi schiacciare ma imparare a gestire. Non è solo un male che non ci sia più lavoro stabile per tutta la vita: certo è un rischio, ma può essere una opportunità per realizzarsi nella vita e mettere a frutto le proprie abilità. Stiamo passando da un sistema basato da tutele totali a tutele nel posto di lavoro; l’obiettivo è un sistema di regole che faccia da sfondo ad un sistema di regole diverse che tuteli tutti>”.
“Nel futuro avremo ancora bisogno del lavoro creativo, non è una scelta nostalgica parlare di creatività anche se sappiamo che il futuro è una terra incognita ed inedita. Il mondo del lavoro 4.0 di domani non potrà essere diviso tra nomadi digitali e sottopagati; sapendo che i lavori che cresceranno saranno quelli nei quali al centro ci saranno intelligenza e creatività abbiamo rafforzato gli incentivi per una integrazione tecnologica estesa anche ai servizi, per valorizzare ancora di più nostra identità: non esiste futuro industriale senza identità”.

L’attenzione del premier è stata anche verso il terzo settore definito “grande testimonianza di solidarietà che coinvolge milioni di persone. Un’alleanza ed un arcipelago di alleanze contro la povertà, un impulso all’impresa sociale e all’integrazione dei migranti. Abbiamo bisogno di partecipazione e solidarietà e grazie ai nuovi incentivi il welfare aziendale è sempre più diffuso anche nelle piccole medie imprese.

Per un lavoro partecipativo e solidale e più inclusive dobbiamo sanare ferrite ancora aperte che sono le forme di esclusione dei giovani e delle donne sopratutto in alcune zone d’Italia dove il livello occupazionale femminile, nonostante sia il più alto di tutti i tempi, è al 49% ancora più basso però del 60% a livello europeo”.

In conclusione dell’intervento cagliaritano di Gentiloni, il presidente del comitato scientifico e organizzatore, Monsignor Filippo Santoro, ha simbolicamente regalato al Primo Ministro un doppio metro pieghevole in legno con la scritta “Misuriamo l’efficacia del nostro impegno”. L’auspicio e augurio finale di Sergio Gatti nel ringraziare i delegati è stato affinchè diventino tutti “enzimi di quell lievito sociale che tutti vogliamo essere”.

Ultima modifica: Sab 28 Ott 2017

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