Clima: problema serio, c'è il rischio di una crisi irreversibile se le temperature aumentano ancora. In Toscana il Forum di Greenaccord

Fonte e foto: Greenaccord

Servono misure emergenziali per fronteggiare l'impatto dei cambiamenti climatici sullo stile di quanto avvenuto al termine della seconda guerra mondiale. L'allarme è stato lanciato dal 14esimo Forum internazionale per la salvaguardia della natura, organizzato dall'associazione culturale Greenaccord Onlus presso la sede del Museo della Geotermia a Larderello.

Soltanto ribaltando l'attuale schema economico che governa i mercati potremmo mantenere gli impegni presi con l'accordo di Parigi”, ha detto l'ecologista Ian T. Dunlop del The Climate Change Task Force. Per l'esperto australiano "la vera sfida è quale cambiamento mettere in atto e con quale velocità perché i rischi globali causati dai cambiamenti climatici si stanno avvicinando sempre più ad un punto di non ritorno”.

Il superamento del limite di due gradi per l'aumento delle temperature "porterebbe il nostro Pianeta verso una vera e propria crisi esistenziale", ha detto Dunlop. "Il budget di Co2 per rimanere sotto quell'aumento è esaurito e ora serve un dibattito onesto con un nuovo approccio per risolverlo che smetta di ignorare i cambiamenti climatici. Servono scelte politiche non condizionate dallo strapotere dell'industria fossile”, ha concluso Dunlop.

Scelte emergenziali ma anche una visione finanziaria sostenibile a lungo termine è quella auspicata anche da Andrea Baranes, presidente Fondazione Finanza Etica, realtà che da anni lavora in Italia ed Europa per introdurre elementi di maggiore responsabilità e trasparenza nel settore finanziario mondiale, denunciandone le storture più pericolose per i cittadini e l'economia reale. “Il sistema finanziario attuale non solo non offre soluzioni ma è una parte consistente del problema. Qualcosa sta cambiando anche grazie all'enciclica di Papa Francesco". L'economista ha ricordato la tendenza sempre più presente sui mercati a reinvestire i profitti acquistando le proprie azioni e quindi drogando di fatto il mercato finanziario. "Molte imprese oggi s'indebitano non per investimenti nella ricerca o per l'utilizzo di energie pulite ma per comprare azioni proprie. Per questo non possiamo lasciare la partita della de-carbonizzazione alle regole del mercato ma serve un approccio diverso anche dalla finanza pubblica".

Un contributo che, ha concluso Baranes, "può e deve arrivare anche dai piccoli investitori che possono spostare i propri risparmi su fondi sostenibili che lavorano alla de-carbonizzazione e allo sviluppo di energia rinnovabili". Fondamentale anche la scelta di far gestire i propri risparmi agli istituti bancari che più di altri garantiscono scelte trasparenti ed escludono investimenti in fonti fossili, imprese “high carbon” e che non rispettano criteri etici e diritti umani. “Purtroppo, almeno in Italia – ha ricordato Baranes – attualmente solo Banca Etica pubblica l'elenco di tutti i destinatari dei propri finanziamenti. È una scelta che ha fatto fin dalla sua nascita. Più la platea dei risparmiatori premierà simili scelte e più il mercato si orienterà, trasformandosi in strumento per la transizione verso un'economia più giusta e meno ecologicamente impattante”.

Ultima modifica: Sab 4 Nov 2017