La rete Copercom per una buona comunicazione

Anche l'Ucsi, essendo tra le 29 associazioni aderenti, ha partecipato alla riunione del Copercom (Comitato nazionale del Coordinamento delle associazioni per la comunicazione) che si è svolta a Roma il 16 aprile.

Il presidente Massimiliano Padula ha invitato le associazioni a "riposizionarsi in una logica di conoscenza o di ri-conoscenza di se stessi, per lavorare in maniera condivisa e partecipata”.

Durante l’incontro è stato presentato in anteprima da Sergio Perugini ed Emanuela Vinai (dell’Ufficio comunicazioni sociali Cei) il libro “Fake news e giornalismo di pace” (ed. Scholé), curato da don Ivan Maffeis e Pier Cesare Rivoltella, con commenti al Messaggio di Papa Francesco per la 52ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.

“L’obiettivo – ha affermato Vinai – è quello di fornire elementi di discernimento in un tempo in cui un po’ tutti, compresi i giornalisti di professione, sono presi dall’ebbrezza della velocità del comunicare, che spesso non si è in grado di gestire”. Ecco allora “la necessità di formare una cittadinanza digitale consapevole – ha sottolineato Perugini – con la distribuzione di ‘anticorpi mediali’”.

“Per la prima volta gli attori individuali e collettivi – ha proseguito Padula – non sono più fruitori passivi di contenuti e messaggi, ma possono diventare protagonisti per costruire comunicazione e riflettere su istanze specifiche”. L’obiettivo “è la costruzione di una rete che possa aiutare, supportare e accompagnare le associazioni”. Nel contempo “il Copercom deve essere al loro servizio in termini di formazione, comunicazione e informazione a 360 gradi”. Insomma, un progetto per “costruire buona comunicazione”.

“Il silenzio – ha osservato Donatella Pacelli, docente di Sociologia generale alla Lumsa di Roma e presidente del Comitato Media e Minori – non è più un codice espressivo, ma espressione di omissione o strumento di esclusione”. Eppure “il silenzio è un elemento costitutivo dello stare insieme”. Per Pacelli “non è importante quanto l’ipertensione comunicativa abbia migliorato la nostra vita”, ma ci si deve piuttosto preoccupare degli “effetti perversi di una comunicazione che si è impoverita nell’azzeramento dei confini. E sulla quale hanno inciso le post-verità, alterandone i codici e impoverendo la nostra capacità educativa”.

“I nostri tempi – ha aggiunto – mal celano un modesto impegno nel trasmettere un’etica dell’educazione e le conseguenze si ripercuotono sul senso del noi, che viene impoverito invece che amplificato”.vInoltre, la professoressa Pacelli ha evidenziato come “la relazione comunicativa sia abilitata a creare comunità, ma nella pluralizzazione delle relazioni è faticoso rintracciare il reciproco sintonizzarsi e il soggiogare l’altro prende il sopravvento. La conseguenza è un deficit di solidarietà, che rimane sul piano dell’emozione e non diventa prassi”.

Pacelli ha sostenuto poi che “media mainstream e media digitali non ci hanno liberato da rapporti asimmetrici. Sappiamo che sono ambienti che possono implementare e reinventare rapporti con la realtà e le persone, ma non ci aiutano a migliorare il rapporto con gli altri”. L’auspicio è “riappropriarsi della capacità di analizzare i contenuti e azzerare le barriere che remano contro una comunicazione che fa solidarietà”.

Infine, Pacelli ha posto l’accento sulle “post-verità, di cui si rendono complici i sistemi di comunicazione”, in cui “il verosimile diventa interessante quanto il vero”.

Nello spazio dedicato al confronto tre le associazioni, la presidente Ucsi Vania De Luca ha presentato l'ultimo numero di Desk, 'Raccontare la Giustizia', rilanciando l'invito a fare rete sul territorio intorno ai progetti e alle iniziative delle singole associazioni aderenti al Copercom.

Ultima modifica: Mar 17 Apr 2018