Idee

Questo è uno spazio del sito per riflettere su un tema centrale della nostra dimensione di “comunicatori” e suscitare un dibattito a distanza. In alcuni periodi dell'anno diventa anche un modo di produrre contributi a tema.  

I giornalisti possono essere come i pastori del presepe (4.0) - #ilmiopresepe/4

I pastori, facile. Sono loro i personaggi che più si avvicinano ai giornalisti, nel presepe: raccolgono la notizia, si stupiscono, la pesano, la infiocchettano e poi la diffondono. Intendiamoci: non sono tutti belli e buoni, questi pastori, anzi. Spesso hanno la barba lunga e incolta e magari sono sporchi, per le ore trascorse sulla strada a scarpinare, alla ricerca dell’approfondimento, per capire la verità. Come dite? Ne sono rimasti pochi di questo genere di cronisti? Vero, ma ancora ce ne sono e altri, pure in pullover e al caldo dell’ufficio o della camera, smanettano sul computer facendo indagini a tutto campo, novelli pastori 4.0.

Presenza e memoria in quella mangiatoia - #ilmiopresepe/3

Tra i tanti personaggi del piccolo Presepe dei ragazzi – che quest’anno si è preso il posto più in vista della casa – c’è una piccola cantastorie: ha i capelli castani e un bel vestito rosso. Ma soprattutto imbraccia una chitarra. Stando attenti, si può percepire il suo canto delicato e gioioso mentre, tra pastori, pecore ed altri abitanti di Betlemme, si dirige verso la Grotta. La Vigilia di Natale – la Nochebuena degli spagnoli – il canto si trasforma in racconto e, tirando un po’ l’orecchio, mi fermo ad ascoltare...

Il vecchio e il bambino - #ilmiopresepe/1

Un vecchio e un bambino fatti di plastica. Una statuina. Da decenni trova posto nel nostro presepe. Il vecchio si appoggia a un bastone. Il bimbo ha sottobraccio una palla (o forse un panino. Chissà). Dagli abiti si capisce che con le altre figure c’entrano poco. Si tengono per mano. Guardano avanti. Stanno dritti su un sostegno verde, forse un prato. Chi fece lo stampo non doveva essere un grande artista.

Le buone virtù di un artigiano della comunicazione - #ilmiopresepe/2 (2)

Mi ha sempre affascinato la figura di San Giuseppe. Il falegname di Nazareth ci richiama all’urgenza di ritrovare un senso di sana lentezza, di calma e pazienza. Con il suo silenzio ci ricorda che tutto inizia dall’ascolto, dal trascendere se stessi per aprirsi alla parola e alla storia dell’altro.