Comunità e unità - #ioinformo (2)

È “un momento difficile per l'intera comunità”, ha ribadito il presidente Mattarella nel messaggio per il 76esimo anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, e ha ricordato: “Al termine di quegli anni terribili, segnati dalla dittatura e dalla guerra, l'unità del popolo italiano consentì la rinascita morale, civile, economica, sociale della nostra Nazione. La stessa unità che ci è richiesta, oggi”.

Le due parole chiave usate dal Presidente, comunità e unità, richiamate a proposito dell'Italia, si possono applicare, su scala più ampia, al mondo e, su scala più piccola, alle singole comunità come anche l'Ucsi può essere.

Il mondo
Una delle grandi lezioni che questo incubo planetario lascerà è che nessuno - e nessun paese - si può salvare da solo. Il virus, che si trasmette da persona a persona, ha dimostrato che tutto il mondo è interconnesso, e che le sorti degli uni sono legate a quelle degli altri. Nel bene come nel male. Non esistono muri né confini ma un unico pianeta e un'unica umanità che solo unita può adeguatamente combattere il comune nemico, che porta malattia e morte, che sta condizionando l'economia e ogni aspetto della vita quotidiana.

Anche dal mondo scientifico arriva un appello alla condivisione dei dati per poter meglio e al più presto conoscere il Covid-19 e i suoi comportamenti, nella speranza di un vaccino che possa proteggere l'umanità. La tempesta che stiamo attraversando è destinata a mutare il volto delle città, delle politiche, della governance, delle relazioni, dell'informazione, delle modalità di lavoro. Nulla sarà più come prima, e la speranza è che a un certo punto sia possibile ripartire. Ma da dove? Provo a indicare qualche priorità: dalla centralità dell'uomo, dal riconoscimento dell'altro e degli altri non visti come nemici ma come fratelli, o almeno come compagni di uno stesso destino, dal ripensare la vita pubblica in chiave di comunità inclusive, dalla solidarietà come valore, dalla giustizia sociale, dalla pace, dalla condivisione.

Le piccole comunità
Ognuno deve fare la sua parte, secondo il suo ruolo e le sue possibilità, rispettando i ruoli e le responsabilità degli altri, e facendo in modo che si remi tutti nella stessa direzione. Ai più si richiede al momento di fare meno, di stare a casa, di trovare nuove strade di comunicazione anche con i propri cari perché l'isolamento fisico non si traduca in isolamento emozionale. Perfino una temporanea limitazione delle libertà personali si è resa necessaria ai paesi democratici per consentire di limitare i contagi. A tutti è richiesto rigore, e per aiutare a tenere vivo il tessuto comunitario anche le piccole associazioni possono dare un aiuto consistente, grazie alle loro reti. Può farlo, con una certa costanza e non senza creatività, anche l'Ucsi, soprattutto attraverso il suo radicamento sul territorio, le sue associazioni regionali, mentre a livello nazionale si è scelto di focalizzare le energie, in questa crisi, sul sito Ucsi.it. In questo tempo, un po' sospeso, anche la doverosa accettazione del limite non può soffocare lo spirito comunitario: bisogna tenere vive le comunità.

L'informazione
#ioLavoro come posso, giornata scandita tra la diretta della messa del papa a Santa Marta, alle 7 del mattino, e la conferenza stampa della protezione civile (diretta su Rainews24) alle ore 18. La prima dà una chiave spirituale alla giornata che inizia, la seconda il bollettino quotidiano sul fronte della resistenza al virus. Di tutto si cerca di dare conto nell'informazione quotidiana. Evidente lo smarrimento dei credenti da quando sono state sospese le celebrazioni pubbliche, non viene distribuita l'eucaristia, si fa la conta, tra le vittime, anche dei sacerdoti (erano 69 al 24 marzo).

Eppure, qualcosa di nuovo emerge, se non altro come spia di un bisogno di spiritualità e di interiorità, dagli indici di ascolto degli appuntamenti religiosi attraverso i media. La messa a Santa Marta nella sola giornata del 25 marzo è stata seguita da un milione e mezzo di italiani (13% su Raiuno e 11,81% su tv2000). 12% di share e più di 4 milioni di telespettatori per il Rosario su Tv2000 il 19 marzo. Papa Francesco ha invitato i pastori a non fare sentire al popolo l'abbandono, pur nel rispetto delle precauzioni dovute, e ha lodato la creatività di tanti sacerdoti che hanno sperimentato forme nuove e originali di vicinanza ai fedeli.

Anche per chi fa informazione il tempo si è rallentato o si è modificato (basti solo pensare alle difficoltà di spostamento, alle misure di prevenzione necessarie, al ricorso allo smart working in maniera intensiva e accelerata...). Si dovranno ripensare tante cose quando questa crisi finirà, ma intanto bisogna fare (o non fare) la propria parte perché finisca.

Foto: Maurizio Di Schino

Ultima modifica: Ven 27 Mar 2020