Il presepe dei filosofi... e dei giornalisti - #ilmiopresepe/5

Nel presepe c’è posto anche per la filosofia. Filosofa a tutti gli effetti è Maria la quale, dice Luca, medita nel suo cuore gli avvenimenti di cui è testimone. Il suo meditare, infatti, è proprio quello dei filosofi, un symballein – letteralmente gettare o mettere insieme, confrontare, paragonare – con il quale la Madre di Dio mette in relazione, interroga, scava i segni e le parole che accompagnano la nascita di suo Figlio, esercitando nel senso più alto l’arte del pensare.

E se è vero, come intuì Platone e poi sviluppò Aristotele, che all’origine della filosofia c’è la meraviglia, allora il presepe, specie quello napoletano, ha un altro filosofo laureato. È il pastore della meraviglia...

che riconosci facilmente dalla sua postura. Di solito, è collocato nei pressi della grotta, ha le braccia aperte e lo sguardo rivolto verso l’alto pieno di stupore e di sorpresa. Non ha in mano nessuna offerta da consegnare al Bambino, ma porta con sé uno dei doni più preziosi: quello, appunto, dello stupore e della meraviglia dai quali, non a caso, nasce lo sforzo di comprensione del reale, la curiosità profonda di chi vuole capire il senso delle cose, insomma la filosofia.

Il presepe dei filosofi, dunque, ma anche, a pieno titolo, dei giornalisti. Non sarebbe, infatti, propria del vero giornalismo l’attitudine – prima di uscire con la notizia – di verificare, confrontare, soppesare, interrogare? Non potrebbe essere la disposizione con la quale Maria “custodisce nel cuore” quanto osserva e ascolta – lasciando decantare le informazioni e le suggestioni oltre il tempo spesso troppo rapido della reazione emotiva – una preziosa lezione di giornalismo, e sia pure in controtendenza rispetto alla fretta ossessiva dell’informazione contemporanea, non di rado più rapida e infettante dell’ultima variante del SARS-CoV-19?

Il pastore della meraviglia, da parte sua, ci consegna un’indicazione non meno decisiva: l’urgenza di tornare allo stupore, quello vero, la capacità di andare oltre le prime impressioni, di cogliere quello che solo apparentemente è secondario e che custodisce, probabilmente, una lettura delle cose più ricca e comprensiva.

La meraviglia sbaraglia le nostre pericolose precomprensioni, ci getta in un territorio dove siamo finalmente costretti a cedere il controllo e a smettere di voler trovare a tutti i costi quello che cercavamo, lasciando che l’evento ci venga incontro così come è, provocatorio e inatteso, vero e originario. È la meraviglia esercitata a una certa profondità a donarci le parole nuove e forti per raccontare la vita. E magari diventare migliori ascoltandola!

 

oastrore mercaviglia2

Ultima modifica: Sab 2 Gen 2021