Un manuale della ripartenza professionale

(#restart-06) Se penso al momento che più ha colorato di senso questa estate, credo sia stata la giornata trascorsa con la Fraternità di Romena. Spesso le esperienze sono legate a un’immagine, a un simbolo: qui è il mandorlo, con il suo profumo, con questa singolare caratteristica, essere il primo a fiorire, l’ultimo a fare frutti.

Don Gigi Verdi, fondatore di Romena, 30 anni fa, non a caso lo ha eletto a simbolo di questa esperienza, fiorita quando questo sacerdote toscano, arrivato allora come vice parroco, ha preso per mano questa Pieve del XII secolo, rendendola un luogo di speranza e facendola fruttare permanentemente. Oltre alla Pieve ci sono tre cappelle, riscaldate; il giardino della resurrezione, tanti gruppi, compreso quello di Nain, nato per riconnettere alla vita genitori che hanno perso figli in tenera età. Li ricorda, tutti, una piantagione che si perde allo sguardo lungo il fiume. Da poco, poi, sono nati una piccola foresteria e un ristoro con il ‘pasto del viandante’ per quanti, come in questo periodo ferragostano, fanno tappa in questo ambiente arrivando da ogni dove.

Questo è il posto di cui, tra gli altri, si è innamorato Simone Cristicchi, le cui poesie in musica animano le celebrazioni eucaristiche. Massimo Orlandi, cofondatore, racconta che quando don Gigi arrivò, non sapendo come raggiungere i giovani, scrisse un foglio e lo appese al bar. Perplessi, alcuni andarono e rimasero stupiti perché videro che questo prete davvero li voleva ascoltare. Così, poi, è cresciuta la fraternità.

Quel giorno d’estate, a Romena, ho trovato Matteo Zuppi. Cardinale, arcivescovo di Bologna. La sua intervista con Orlandi diventa quasi un manuale di ripartenza professionale anche per i giornalisti. È vero, sul virus ancora ci sarà molto da dire, ma il rischio é che questo tempo acceleri la diffusione di altri virus, come il pessimismo, il narcisismo, il vittimismo: un rischio che va combattuto con la consapevolezza che non si è mai soli, ma anche che per superare le difficoltà occorre mettere in rete le risorse di tutti e ciascuno. Quando si uniscono le forze, sottolinea Zuppi, queste non si sommano, ma si moltiplicano. “Pensavamo di essere al sicuro, come sul Titanic. Nella vita però gli iceberg non mancheranno mai e occorre essere consapevoli che c’é una sola sicurezza. Se ce lo dimentichiamo ce lo ricorda la storia”. Zuppi torna sul significato della sua “lettera alla Costituzione”, con una interessante chiave di lettura: “in questo tempo, ribadisce, occorre trovare cose che ci uniscono, piuttosto che quelle che ci dividono.

Nella Costituzione, in particolare, è sottolineato il senso del “noi”, dell’essere comunità. Vengono sanciti i diritti individuali, ma è anche molto ben definito il rapporto fra l’io e il noi. È un invito a cercare se stesso scoprendo l’altro, esattamente come ci dice Gesù nel Vangelo. La Costituzione è la versione civile del Vangelo”.

Colgo, da questa mia giornata, la sollecitazione a mantenere lucidità nella confusione, a recuperare essenzialità, per restituire a chi le cerca, le chiavi di lettura piu corrette di un tempo che resta.

Ultima modifica: Sab 21 Ago 2021