(3) - La scelta che possono fare i giornalisti per frenare odio e insulti social agli idoli dello sport (e non solo)

L'animosità spesso volgare dei tifosi di calcio nei confronti dei loro beniamini è un fenomeno inquietante. Non è certo l'unica fatica che si vive nel mondo del calcio contemporaneo: si pensi, per esempio, al ruolo sempre più preponderante delle tifoserie e dei loro "improbabili" leaders nella gestione stessa delle partite.

Le invettive verso i campioni, in ogni caso, documentano che il rapporto con i grandi giocatori ha assunto ormai un carattere violento. Ed è lo specchio di quella idolatria tutta contemporanea che trasforma i campioni sportivi, ma anche le star del cinema, della musica, della moda, nel ricettacolo di tutte le nostre frustrazioni, aspettative tradite, fallimenti. Insomma, più le star vengono esaltate, più rischiano di diventare oggetto di odio e di rivalsa.

Con tutta probabilità, un buon antidoto "giornalistico" a tutto questo potrebbe essere la scelta coraggiosa di non puntare troppo i riflettori su queste celebrità dello star sistem, di non seguire ogni passo della loro vita anche privata, di non metterli così insistentemente all'attenzione di tutti, anche quando, ancora giovanissimi, si sono appena distinti per qualche prestazione superiore e subito li si indica come dei fenomeni. Infine, di non far sempre loro i conti in tasca.

E non perché i loro contratti non siano un clamoroso schiaffo alla povertà dilagante nel mondo, ma perché un buon modo per contestare il sistema – e dunque anche per ridurre il livello di tensione che lo avvolge – è quello di non dargli troppa eco. Insomma, potrebbe e dovrebbe esserci una qualche differenza tra il giornalismo sportivo e il gossip!

* L'autore, don Alessandro Andreini, è il consulente ecclesaistico dell'Ucsi Toscana

Ultima modifica: Sab 12 Ago 2017