4/1 - Non bisogna spegnere i riflettori dopo il terremoto

I giornalisti dell’Ucsi delle Marche, qualche giorno fa, hanno deciso di ritrovarsi nei luoghi dell’entroterra maceratese, con un viaggio nel cratere del sisma tra Esanatoglia e Camerino dove ancora persiste lo stato di emergenza.

Un gesto di solidarietà e vicinanza che Piero Chinellato, presidente dell’Ucsi Marche eletto appena un mese fa a Loreto, riassume in queste parole: «Ci sembrava importante continuare il nostro cammino con gli occhi puntati sempre al cielo e con il cuore rivolto alla nostra terra che ha tremato. In attesa del Natale, festa della speranza, abbiamo pensato di ripartire da qui, da questi luoghi feriti che appaiono quasi trasparenti allo sguardo dei media».

Per essere strumenti di verità e restituire una narrazione fedele dobbiamo essere un po’ come quei pastori che, mossi da compassione di fronte ad un Bambino avvolto in fasce in una mangiatoia, hanno testimoniato al mondo quanto avevano visto. Anche noi giornalisti dobbiamo vedere con i nostri occhi e toccare con mano quanto grande è il bisogno di speranza che si cela nel mondo, anche laddove il buio sembra lacerare l’anima oltre la terra.

«Non sono riuscito in tanti anni ad unificare le parrocchie: ci ha pensato il terremoto, con un unico tendone per celebrare la Messa» - rivela Mons. Francesco Giovanni Brugnaro, arcivescovo di Camerino-San Severino Marche, accogliendo i giornalisti presso la Villa del Seminario di Esanatoglia.

Le oltre cento chiese di Camerino sono tutte inagibili, non ci sono strutture adeguate per le attività ecclesiastiche, ma la Villa del Seminario di Esanatoglia rappresenta un piccolo miracolo. Antico convento del 1300 fondato dai monaci di Fonte Avellana, oggi questa struttura, restaurata e resa funzionale grazie ai fondi di Caritas italiana, è tornata a vivere per i giovani. È un collegio universitario e ospita una cinquantina di studenti iscritti nelle varie facoltà di Camerino.

Dopo la celebrazione della Messa e il pranzo comunitario, nel primo pomeriggio i giornalisti si sono trasferiti proprio a Camerino per una visita nel centro storico, nel cuore della zona rossa di una città fantasma. Tante macerie, un silenzio spettrale, chiese terribilmente lesionate, negozi e attività commerciali abbandonate, macchine accartocciate su stesse e non ancora rimosse: sono i segni evidenti di un tempo che sembra essersi inesorabilmente fermato in quelle notti tragiche.

«Come è possibile che perfino nella terra del terremoto ci siano “terremotati di serie A” e “terremotati di serie B”?» - si chiede Maria Francesca Alfonsi, giornalista RAI e nuova socia dell’Ucsi Marche - «L’Appennino ha il diritto di tornare a vivere e noi siamo chiamati a ricostruire una descrizione veritiera e sempre vicina alla gente». Come scriveva il poeta francese Victor Hugo «C’è chi si fissa a vedere solo il buio. Io preferisco contemplare le stelle. Ciascuno ha il suo modo di guardare la notte»:

in fondo la luce annulla il buio e noi giornalisti possiamo fare molto per far germogliare la speranza.

Ultima modifica: Mer 3 Gen 2018

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