#AtraEstate/14 - Che il cielo si apra

«Negli ultimi giorni è stato pubblicato un rapporto in cui si descrive l’esperienza di al-meno mille persone che sono state vittime di abusi sessuali, di potere e di coscienza per mano di sacerdoti, in un arco di circa settant’anni.

Benché si possa dire che la maggior parte dei casi riguarda il passato, tuttavia, col passare del tempo abbiamo conosciuto il dolore di molte delle vittime e constatiamo che le ferite non spariscono mai e ci obbligano a condannare con forza queste atrocità, come pure a concentrare gli sforzi per sradicare questa cultura di morte; le ferite “non vanno mai prescritte”. Il dolore di queste vittime è un lamento che sale al cielo, che tocca l’anima e che per molto tempo è stato ignorato, nascosto o messo a tacere. Ma il suo grido è stato più forte di tutte le misure che hanno cercato di farlo tacere o, anche, hanno preteso di ri-solverlo con decisioni che ne hanno accresciuto la gravità cadendo nella complicità. Grido che il Signore ha ascoltato facendoci vedere, ancora una volta, da che parte vuo-le stare».

Così papa Francesco ha scritto nella sua commossa lettera al popolo di Dio del 20 ago-sto scorso. È un atto senza precedenti, come senza precedenti sono le cifre di questa profonda ferita della Chiesa e della società. Una presa di posizione che ha, per così di-re, dato il tono a tutta la nostra estate cristiana, suggerendoci che vera spiritualità non sono le prestazioni e le presunzioni, ma l’umile verità del guazzabuglio che è il nostro cuore che non riesce a diventare perfetto con le proprie forze – e quando ci prova e crede di esserci riuscito diventa perfino diabolico! –, ma che ha sempre bisogno del perdono di Dio.

E così, unendoci al lamento di tutte le vittime che sale verso il cielo – insieme a quello di tutte le persone di buona volontà, come il papa e tanti altri, che stanno prendendo atto che il vangelo è tutt’altro rispetto al clericalismo presuntuoso e mortifero –, pro-prio nel cuore dell’estate, con san Lorenzo e le sue stelle cadenti che ci invitano ad al-zare lo sguardo verso il blu, e soprattutto con Maria che è condotta in cielo dagli ange-li di Dio, possiamo confidare che ci sia ancora uno squarcio attraverso il quale giunge-re, anche noi, al cuore di Dio. E così provare a ripartire, più umili e veri, su strade di autentica umanizzazione e libertà. Sì, come diceva Paolo VI all’amico filosofo Jean Guitton, verrà un tempo – e che non sia troppo in là! – in cui la Chiesa si prenderà fi-nalmente e pienamente cura solo dell’uomo e della sua cultura.

* L'autore, don Alessandro Andreini, è consulente ecclesiastico dell'Ucsi Toscana

Ultima modifica: Dom 2 Set 2018

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