Opinioni

Piccoli editoriali per la condivisione e il confronto

Cambiare prospettiva, con un nuovo orizzonte condiviso

Riproproniamo il primo articolo pubblicato sul nostro sito nel 2021. Lo ha scrittoi una giovane giornalista dell'Ucsi ed è un ottimo spunto per il nostro nuovo, simbolico, inizio. Ce ne saranno altri, in questi giorni, con l'hashtag #nuovoinizio (ar)

Epifania, i magi come "inviati speciali" (ante litteram)

Non è difficile rileggere in chiave di comunicazione l’avventura dei tre strani personaggi che il vangelo di Matteo, unico tra i sinottici, ci presenta come “magi”. L’intero racconto, in effetti, è costruito intorno a un “segno”, quello della stella, che è per eccellenza “segno di comunicazione”...

I segni che il giornalista deve riconoscere per dare la buona notizia - #ilmiopresepe/7

Secondo il Vangelo di Luca, l’angelo del Signore appare ai pastori, dice loro: “Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”(2,12). “Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: 'Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere'. Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia” (2, 15-16).

Il mestiere delle parole - #ilmiopresepe/6

Il Verbo si fece carne. E venne ad abitare in mezzo a noi. Quest’anno non ho fatto il presepe. Come peraltro mi capita spesso, da qualche tempo. Se lo avessi fatto avrei probabilmente inserito qua e là, degli intrusi. Come quando ero bambino. Magari il modellino di un'ambulanza, un soldatino o la statuetta di un medico in camice. A ricordare, se ce ne fosse bisogno, che questo è stato un Natale molto particolare. Il Natale di un anno che ci ricorderemo per la sofferenza, la mancanza di libertà, la solitudine e la crisi economica deflagrante. Ma anche per la solidarietà, le relazioni a distanza e le opportunità di crescita individuale.

Il presepe dei filosofi... e dei giornalisti - #ilmiopresepe/5

Nel presepe c’è posto anche per la filosofia. Filosofa a tutti gli effetti è Maria la quale, dice Luca, medita nel suo cuore gli avvenimenti di cui è testimone. Il suo meditare, infatti, è proprio quello dei filosofi, un symballein – letteralmente gettare o mettere insieme, confrontare, paragonare – con il quale la Madre di Dio mette in relazione, interroga, scava i segni e le parole che accompagnano la nascita di suo Figlio, esercitando nel senso più alto l’arte del pensare.

E se è vero, come intuì Platone e poi sviluppò Aristotele, che all’origine della filosofia c’è la meraviglia, allora il presepe, specie quello napoletano, ha un altro filosofo laureato. È il pastore della meraviglia...