La storia della giovane Ilaria. E di un grande lavoro di squadra, anche del giornalista che l'ha fatta conoscere.

(StoriediPasqua – 6) Montegiorgio è un centro del Fermano. Ilaria, 22 anni, non vedente, con problemi di autismo, ogni giorno arrivava a scuola accompagnata da una pubblica assistenza. Dall'auto all'aula veniva sostanzialmente trasportata a braccia.
Tante le storie analoghe nelle scuole e famiglie italiane.

Per Ilaria, tuttavia, è stato provvidenziale l'incontro con un docente di sostegno che l'ha presa a cuore come fosse una figlia, consentendole in breve tempo di ritrovare autonomia e anche, soprattutto, voglia di vivere.
L'insegnante, nel Liceo Medi che fa parte del Polo “Carlo Urbani”, si chiama Enrico Pompili Pagliari, che racconta: "Vedevo Ilaria arrivare fino all'ingresso. I volontari poi la sostenevano per consentirle di percorrere il corridoio e salire le scale, fino al primo piano dell’edificio scolastico".

Poi è arrivata l’intuizione del professore che, studiando le attitudini della ragazza, ha notato che, servendosi del bastoncino, Ilaria riconosceva il tappeto all'ingresso che era diventato per lei un punto di riferimento importante. "Ho pensato così - prosegue il racconto - di realizzare una guida in erba sintetica, ancorata con il velcro al pavimento per evitare scivolamenti. Un percorso verde, un tappeto di ottanta metri, che ha segnato la svolta. Non è stato facile. Qui si lavora a costo zero. Io passo 18 ore a settimana con Ilaria. Poi, il pomeriggio, arriva un’altra assistente, l’unico costo riconosciuto dallo Stato. Per il tappeto abbiamo dovuto rimboccarci le maniche e affrontare tanta burocrazia. Intanto cercavamo i fondi per comprare il tappeto: decine di email, fino a una risposta, da una ditta bergamasca, che si è detta disponibile a offrire l’erba sintetica. Quel giorno abbiamo brindato...”

Un calzaturificio poi si è fatto carico di fornire il velcro. Un lavoro di squadra, insomma, dal quale non è rimasta fuori la classe, che il dirigente Roberto Vespasiani definisce ammirabile. “Il docente di sostegno, spiega, si pensa che serva solo di supporto all’attività didattica, invece il suo compito è proprio quello di sviluppare e accrescere le possibilità di autonomia dell’alunno”. La diffusione della notizia ha poi incoraggiato la Provincia di Fermo, con la presidente Moira Canigola, che oltre a agevolare il progetto, si è impegnata a diffondere questa buona pratica nelle altre scuole del territorio.

All’inizio il percorso era stato strutturato con dei sensori, di cui si era dotato personalmente il professor Pompili Pagliari: “Li abbiamo utilizzati, spiega, per monitorare i progressi. Ho deciso di toglierli, per evitare che Ilaria, che oggi frequenta il quarto anno, avvertisse limiti nel percorso”.
Il docente è stupito della velocità di apprendimento dell’alunna e anche la mamma, Mariella, a casa ha verificato progressi straordinari, in termini di consapevolezza, autonomia, sicurezza personale nei movimenti e in generale nella vita di ogni giorno. Ilaria ha il suo bagno, che riconosce attraverso un fiore di carta in rilievo, poi c’è l’aula, anche questa riconoscibile con una matita attaccata con lo scotch e infine il suo banco.

“Una nota di merito – aggiunge la vice dirigente Vermiglia Concetti, va ai suoi compagni di classe che sono una risorsa incredibile nel cammino di integrazione e superamento delle barriere. Insieme a loro abbiamo realizzato un file di Excel che ci serve per inserire i dati e portare avanti un monitoraggio collettivo”.

“A noi, chiosa Roberto Vespasiani, piace pensare una scuola che abbia... docenti visionari, e riescano a buttare il cuore oltre l’ostacolo”.

Ultima modifica: Mer 1 Mag 2019