La #ParoladelNatale per me è 'vigilia': un allenamento anche per 'raccontare' la festa

Quali sono le vere parole del Natale? Me lo sono chiesto spesso, in tutti questi anni. Perché in fondo il Natale non è una festa semplice da raccontare, per un giornalista.

Parliamo sempre, nel piccolo giornale come nella grande tv, del cibo e delle mode, delle vacanze e dei regali, del lusso per i ricchi e delle miserie per i poveri. Talvolta la pigrizia ci porta a fare il ‘copia e incolla’. Fece scalpore qualche anno fa la messa in onda di un servizio che era già andato in onda l’anno prima. Identico, nel testo e nelle immagini.

Sì, certo, parliamo anche di Gesù che nasce, ma lo facciamo (noi credenti) con il timore di urtare le sensibilità, di apparire bigotti o, nella migliore delle ipotesi, anacronistici, superati. E, dati alla mano, lo facciamo sempre meno: la religione finisce ai margini dei nostri giornali, sempre più in basso nei tg. Allora mi sono chiesto, e mi chiedo anche oggi, vigilia del Natale 2019: “come poter raccontare questa festa in maniera intelligente e coinvolgente? Come entrare in sintonia con chi ci legge o ci ascolta ed è distratto da mille cose che ci circondano in queste ore così frenetiche?

La risposta certa non ce l’ho, per questo ho chiesto ai nostri preziosi collaboratori (e amici), che ora condividono con me l’esperienza esaltante di questo sito, di individuare alcune ‘parole – chiave’ del Natale, su cui innestare poi una riflessione. Ne leggerete molte, in questi giorni, e tutte di grande interesse.

Io intanto una parola per la festa l’ho trovata: ed è proprio ‘vigilia’. Perché sono convinto che dagli incontri e dalle scelte che faremo oggi dipende un po’ la qualità del nostro Natale. Con quali occhi osserveremo chi ci passa accanto? Quanto tempo dedicheremo agli altri? Quale cura riserveremo ai nostri anziani, che in fondo ci chiedono adesso le stesse attenzioni che loro hanno avuto per noi tanti anni fa? Saremo in grado di scorgere gli ‘scarti’ della nostra società e, senza pietismo, fare un tratto di strada con loro? E poi riusciremo a vedere, oltre le apparenze, le storie che stanno dietro ad ogni persona?

Qualcuno obietterà: è possibile tutto questo in un solo giorno? Ed è per giunta il momento dei regali, delle famiglie, magari del lavoro! Ecco, qui sta la sfida della vigilia. Riuscire a fare cose, che di solito ci soffocano, in maniera diversa. Con consapevolezza, direi persino con lentezza. E con un silenzio dell’animo che è il senso stesso della vigilia, dell’attesa.

E’ insomma una preparazione dell’ultimo minuto alla festa. Per me, che oggi mi troverò di nuovo a commentare in tv le celebrazioni religiose nel mio territorio, è come un allenamento. E forse lo Spirito mi darà poi le parole giuste per raccontarle con sincerità ed efficacia, con fede e realismo, con prontezza ed empatia.

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Ultima modifica: Lun 23 Dic 2019