'Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria'

Pubblichiamo il commento di Rita D'Addona (presidente dell'Ucsi Molise) al messaggio di Papa Francesco ai giornalisti. Nella sua riflessione cita anche un caso di cronaca di cui nella sua regione si è parlato molto (ar)

Rita D'Addona

Nella ricorrenza di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, papa Francesco ci pone dinanzi, un tema affascinante e profondo come operatori della comunicazione, e una riflessione di senso. Il Pontefice, attento alla comunicazione intesa quale strumento per costruire ponti, in una società in cui la liquidità spesso ci porta a condividere senza vivere, ha scelto un brano tratto dal libro dell’Esodo per pungolare e stimolare tutti gli operatori della comunicazione sociale: Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria” (Es 10,2).

I media nazionali e mondiali oggi cercano in ogni modo di raccontare, di far vivere eventi, di far "entrare dentro la notizia" gli spettatori, al fine di renderli partecipi coinvolti ed emozionati di ciò che accade. Spesso tuttavia i risultati sono la "spettacolarizzazione" della notizia, condivisa troppe volte in modo superficiale. Ci si trova così ad essere, nostro malgrado, giudicati, condannati in modo epidermico da chi, di sicuro, di quella storia conosce poco o niente. Tanto per citare un episodio accaduto nella realtà locale molisana, la notizia della studentessa diciassettenne che ha partorito a scuola, ha scatenato l'indignazione del popolo della rete, arrivando a congetture e, purtroppo commenti, che fanno rabbrividire qualsiasi persona di buon senso. La tristemente nota gogna mediatica va a colpire, senza alcun approfondimento, una ragazza che, con molta probabilità, già stava vivendo un suo dramma che ora, insieme alla famiglia, ha assunto una portata incontrollabile. Se proviamo a digitare alcune parole chiave, troveremo fiumi di articoli che si occupano del caso.

Come è possibile uscire da questa spirale che sta soffocando la comunicazione sociale, portandola sempre più ad essere strumento di massa e di massificazione? L'esortazione di papa Francesco è disarmante nella sua semplicità: raccontare equivale a fissare nella memoria. Il racconto, la narrazione di fatti non è asettico, non si pone all'arbitrio del facile giudizio che il più delle volte diventa condanna, ma è strumento per offrire notizie profonde, meditate sia nelle parole che nei contenuti.

La narrazione diventa così memoria, si contrappone alla velocità di una presunta comunicazione che tende ad emozionare, a suscitare sensazioni più che riflessioni. In una globalizzazione che oggi risuona spesso come perdita di identità la persona umana, che sa fare memoria, sperimenta una dinamica di conservazione dei valori, principio per il recupero del patrimonio culturale immateriale che distinuge ogni etnia. Più che connettere, la comunicazione oggi, ci ammonisce il Papa, deve essere in grado di diventare memoria, lasciando segni forti in una dimensione sociale troppo superficiale e semplicistica.

Il ruolo dei comunicatori si caratterizza per la possibilità di utilizzare linguaggi nuovi per raccontare e trasmettere memoria. Il punto focale di una storia non è solo nella momentanea situazione emozionale che viene a creare, ma nella trasmissione di contenuti valoriali che sopravvivono all'emozione per radicarsi nella vita di ogni giorno. Emblematica è l'esortazione del pontefice a riferirsi alla vita dei martiri e dei santi. Un punto che, ultimamente, il Santo Padre ha ripreso rivolgendosi al Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, quando ha esortato a comunicare la “grande ricchezza” offerta dalla testimonianza di vita dei santi e dei martiri. Non è dunque la semplice agiografia, quanto la capacità di vivere la storia, di renderla protagonista in noi stessi di un cambiamento catartico, fino a trasformare l'esistenza della persona umana e a renderla protagonista di una vita rinnovata. La narrazione colpisce così il cuore dell'uomo e si radica nella memoria, fino ad essere trasmessa e assimilata. Del resto il richiamo essenziale al ruolo comunicativo del racconto è nei Vangeli. Nell'ultima cena la storia diventa memoria, penetra e squarcia il tempo per radicarsi nell'eterno. La "comunione", da cui la stessa parola comunicazione, assume la connotazione di dono - munus - offerto dal Cristo all'umanità. Vivere dinamicamente la storia, raccontarla e non solo descriverla, entrare nel profondo delle problematiche sociali, culturali, psicologiche è un compito prioritario della comunicazione deontologicamente intesa, al fine di contribuire al passaggio dal racconto alla memoria. Tornando al caso di Campobasso e della studentessa, citiamo il commento di Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia dell'Ospedale San Raffaele di Milano:“Se non ci accorgiamo neanche di una ragazzina che partorisce nel bagno di una scuola, di cosa dovremmo accorgerci? Dobbiamo porci delle domande sulla cecità percettiva in cui è sprofondata la nostra società”.

Sono parole dure di condanna di una società che non comunica più: paradosso annunciato dalla scuola di Francoforte e ora costantemente in atto. Siamo la società liquida, che piange per una narrazione televisiva, ma che dopo due minuti ha rimosso l'episodio. L'indifferenza, la cecità con cui consideriamo il mondo, ci riporta alla riflessione di Laswell sull'anestetizzazione che ci è stata inferta dai mezzi di comunicazione. Recuperare la capacità di narrare oltre l'emozione significa porre una sfida alla comunicazione attenta solo allo share, agli indici di ascolto.

Papa Francesco ci invita, per la 54esima giornata mondiale delle comunicazioni sociali, a riflettere attentamente sulle modalità comunicative per riconsiderare l'importanza di saper cogliere la memoria che si cela dietro il racconto. Una esortazione che, ci auguriamo, possa essere raccolta, condivisa e applicata dagli operatori delle comunicazioni sociali, per educare soprattutto le nuove generazioni a leggere per fare memoria e, quindi, crescere da protagonisti nella società del terzo millennio.

Ultima modifica: Sab 25 Gen 2020

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