La normalità ritrovata che la lotta al virus ci fa scoprire - #allafinestra

(#allafinestra - leggi qui) Dal mio studio di casa ad Aci Catena, in provincia di Catania, in cui sono costretto in tempo di Coronavirus, ho l’opportunità di leggere il mio territorio con una prospettiva inusuale. Medito come raramente questa terra sia stata così incline, per forza di cose, all’osservanza di alcune basilari regole civili: salta subito agli occhi come il virus imponga, agli esercizi aperti, misure igieniche ineludibili e scontrini che possano comprovare le transazioni.

Una “normalitànon normale, in Sicilia, dove eludere le regole è stato spesso, storia alla mano, quasi tradizione, fosse anche il semplice rispetto dell’orario concordato: siamo sempre stati un’isola del Mediterraneo, ove l’orologio è più orientativa abitudine che reale necessità di rispetto del tempo altrui; siamo sempre stati un’isola saccheggiata a piacimento, anche dallo Stato italiano stesso, talvolta, nei confronti del quale il fisco viene ritenuto complice meschino. Mai viste, in proposito, tante transazioni elettroniche al posto del contante, così come raramente abbiamo visto qui tanta puntualità e tanto ordine nelle file.

Occorreva una tragedia simile, per ricordarci che piccoli accorgimenti civili e civici rendono tutti più sereni, più sicuri e, a medio lungo termine, più equamente beneficiari? Costretto peraltro, nei giorni scorsi, a una visita specialistica per mia moglie in gravidanza, ho vissuto un’esperienza di eccellenza sanitaria raramente sperimentata nella mia terra: pochi minuti di attesa, personale medico cordialissimo, competente e a disposizione con ben tre operatori a disposizione, pulizia encomiabile di ogni settore (bagni compresi, non proprio usuale...).

Sarà banale, converrete, constatare che l’emergenza abbia scoraggiato in tanti e dunque favorito un rapido ed efficiente sviluppo della visita ma, dunque, il re è davvero così nudo? In altri termini: per esperienza personale, il problema della sanità in Sicilia non è certo nella mancanza di competenze o di strutture, ma nella mancanza di risorse umane e personale, riconosciuto e pagato, che possa assicurare, anche in tempi ordinari, una corretta gestione della cura delle persone. Proprio come accaduto a me e mia moglie: allora si può! Allora basterebbe volerlo... perché non eravamo in Germania, dove a quanto pare, peraltro sembra si siano accordi tardi della gravità del Covid-19... ma questa, è un’altra storia.

Chissà allora che questa crisi, come tante, non ci lasci una lezione memorabile di civiltà e responsabilità: più che sperarlo, abbiamo il dovere di renderlo possibile per ringraziare davvero il sacrificio di tanti operatori in questa surreale trincea.

Ultima modifica: Mer 18 Mar 2020

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