Il dovere di alzare lo sguardo anche oltre questa emergenza - #ioinformo

Non c’è servizio televisivo, giornale (cartaceo oppure on-line), radio e social che non rilanci (giustamente) l’emergenza Coronavirus. Anche noi di Terra Santa, specialmente attraverso il giornale on-line terrasanta.net, stiamo seguendo l’evoluzione della pandemia, specie nei Paesi del Medio Oriente. Il virus si sta diffondendo anche sull’altra sponda del Mediterraneo: Israele, Palestina, Egitto...

La pandemia ha avuto un gravissimo impatto sul turismo religioso e i pellegrinaggi, sia a causa dello stop ai voli, sia a causa delle massicce cancellazioni. Tradotto in pratica: un ennesimo colpo alla presenza cristiana in quelle terre, legata quasi indissolubilmente alle possibilità di lavoro generate dai pellegrinaggi (ospitalità, servizi, artigianato...).

La situazione determinata dal virus ha comportato come conseguenza la messa in ombra se non l’oscuramento di altre notizie, la cui drammaticità resta in tutta la sua portata. Mi riferisco alla situazione umanitaria della Siria, dove nel solo governatorato di Idlib si contano nelle ultime settimane quasi un milione di profughi. O alle isole dell’Egeo (Kos, Lesbo, Rodi), dove si sta facendo insostenibile la pressione dei disperati, come pure sta avvenendo nel nord della Grecia. Poi c’è il Libano, dove il tracollo economico, insieme al peso di un milione e mezzo di profughi, sta facendo precipitare il Paese nel baratro. C’è anche il capitolo dimenticato della guerra nello Yemen, dove si sta consumando una tragedia umanitaria di proporzioni enormi...
Presi dalla nostra situazione (oggettivamente preoccupante, soprattutto se vista da Milano), questi drammi sfumano, rischiano di perdersi sullo sfondo dei problemi quotidiani.

Ecco, se c’è un piccolo ruolo che possiamo ritagliarci in questa crisi, come giornalisti di una testata dedicata alle terre bibliche (e al Mediterraneo, riprendendo il «mandato» di Bari), sta proprio nell’invito ad alzare lo sguardo. Anche in questi frangenti dove l’orizzonte sembra limitato ai «prontosoccorsi», alle zone rosse, ai bollettini quotidiani delle vittime, dei contagiati e dei guariti, alle diatribe tra Stato e Regioni, occorre non dimenticare!
Beninteso, non per minimizzare o relativizzare quello che sta accadendo in Italia e in Europa. Quanto per fare memoria che, soprattutto nelle difficoltà, l’umanità deve riscoprire le ragioni profonde della sua unità.

Nei giorni scorsi, sulle mura di Gerusalemme, è apparsa un’enorme scritta di solidarietà all’Italia. Nelle comunità cristiane di Palestina, Striscia di Gaza, perfino nella martoriata Siria distrutta dalle bombe o ancora sottomessa ai gruppi terroristici, si prega per l’Italia, perché si trovi presto un modo per uscire dall’emergenza.

Da laggiù, pur nella sofferenza infinita di anni di guerra, privazioni e morte, si trova la forza di uno slancio di solidarietà e comunione che fa bene al cuore. Una piccola lezione che credo vada raccontata e fatta conoscere. Un «buona notizia» che è un potente antidoto contro lo scoraggiamento e la solitudine.

nel riquadro titolo e foto di un articolo di www.terrasanta.net

Ultima modifica: Gio 19 Mar 2020